Sono assolutamente d'accordo nell'agire in questa direzione: nella scorsa amministazione ho seguito il lavoro di Ines Patrizia Quartieri in questa direzione.
Quando ha combattuto questa battaglia:...
Sono assolutamente d'accordo nell'agire in questa direzione: nella scorsa amministazione ho seguito il lavoro di Ines Patrizia Quartieri in questa direzione.
si è sentita dare della oscurantista, le battutine bipartisan si sono sprecate.
Eppure una città non può dirsi civile se sui suoi muri la donna è usata per vendere ogni e qualsiasi prodotto. In quest'epoca di violenza sulle donne, occorre ritrovare la capacità di costringere la società ad avere rispetto delle donne.
Il post è semiserio (abbiamo ben più gravi problemi)...
Se io fossi un pubblicitario sarei un po' sconcertato: per fare il mio lavoro bene devo seguire alcune regole (altrimenti mi licenziano) se le seguo...
Il post è semiserio (abbiamo ben più gravi problemi)...
Se io fossi un pubblicitario sarei un po' sconcertato: per fare il mio lavoro bene devo seguire alcune regole (altrimenti mi licenziano) se le seguo però potrei incorrere in censure e veder vanificato il mio lavoro.
Come per molte altre cose mi vedrei dipendente dalle decisioni (opinioni) di altri e ad ogni lavoro il dubbio sarebbe: è troppo sessista?
Io dico basta con questa legislazione che legifera su ogni cosa: se la pubblicità è sessista è perché noi lo siamo e compriamo di più se c'è una donna nuda assieme al prodotto.
Va bene una campagna morale ma la censura imposta è arrendersi all'impossibilità di migliorare le persone e la società.
Se una pubblicità lede i diritti di qualcuno c'è già la magistratura con le leggi ordinarie.
Se ne facciamo altre poi ci sarà chi, amico dell'amico, otterrà il bollino "non sessista ma artistrico" e potrà così usarlo come scudo per proporci qualsiasi nefandezza.
Un paradosso provocatorio?
Voglio una legge che obblighi le case pubblicitarie ad investire lo stesso importo in euro su modelli maschili e femminili.
Perché sono in prevalenza donne ad essere ingaggiate?
Voglio una legge che imponga una pari presenza di uomini a pari stipendio, anche per le sfilate.
Perché negli spot per i pannolini ci sono sempre e solo le madri?
Pari dignità anche ai padri!
Insomma perché dobbiamo legiferare e normare ogni cosa?
Forse che i nostri giudici non hanno abbastanza lavoro?
Si va sempre più verso il governo dei cittadini (non fatto da loro ma subito da loro come cittadini governati).
Bandiamo le immagini contro la dignità femminile dai luoghi pubblici del territorio di Milano - perché favoriscono la violenza sulle donne
Molte pubblicità affisse a Milano ledono la dignità della donna e...
Bandiamo le immagini contro la dignità femminile dai luoghi pubblici del territorio di Milano - perché favoriscono la violenza sulle donne
Molte pubblicità affisse a Milano ledono la dignità della donna e quindi riducono potenzialmento il rispetto che l'uomo ha nei suoi confronti. La donna viene ridotta al suo corpo e offerto allo sguardo e al giudizio delle masse. Cito tre esempi:
Grandi cartelli pubblicitari a grandezza naturale rappresentano una donna con indumenti intimi trasparenti. Me la sono trovata seduta di fronte sul manifesto affisso mentre viaggiavo sul metro.
Oppure la pubblicità per lo shopping selvaggio con la donna animale a quattro zampe, quasi nuda, nella savana africano con in bocca qualche bottino dello shopping affisso nel sotteraneo del metro.
Oppure la donna nuda, visibile solo testa, schiena e fondoschiena che tappezzava ogni posto libero della stazione Cadornaper reclamizzare una crema anticellulitenel marzo dell'anno scorso, quindi anche durante il giorno della donna. Un'immagine era addirittura calpestabile per terra all'ingresso della stazione.
Sono a favore dell'amore libero e del nudismo, perché rispettano la dignità delle donne, mentre queste pubblicità la devastano.
Chiedo al Comune di Milano di definire insieme alle organizzazioni femminili cosa è da considerare lesivo della dignità femminile e di vietarli sul proprio territorio.
Se il comune vuole combattere la violenza contro le donne, deve anche censurare immagini del femminile come questi nei luoghi pubblici di Milano.
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: DONNE. MILANO ADERISCE A CAMPAGNA “CITTÀ LIBERE DALLA PUBBLICITÀ OFFENSIVA” Milano, 25 gennaio 2013 - Il Comune di Milano ha aderito alla campagna “ Città libere...
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
DONNE. MILANO ADERISCE A CAMPAGNA “CITTÀ LIBERE DALLA PUBBLICITÀ OFFENSIVA”
Milano, 25 gennaio 2013 - Il Comune di Milano ha aderito alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva” promossa dall’Unione Donne in Italia (Udi) a favore della moratoria delle pubblicità lesive della dignità della donna. La campagna prende impulso dal Parlamento europeo che, tramite la risoluzione n. 2038 del 3 settembre 2008, ha evidenziato come la pubblicità contribuisca ad alimentare e a consolidare gli stereotipi di genere, determinando un impatto negativo sulla parità tra i sessi e come la percezione del corpo femminile in quanto oggetto da “possedere” possa incentivare i comportamenti violenti.
Il Comune di Milano, aderendo a questa campagna, si impegna a chiedere agli organi di Governo nazionale e regionale l’attuazione della risoluzione comunitaria, che indica come inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile, invitando gli Stati membri ad adeguare le norme in tal senso.
Inoltre, l’Amministrazione comunale continuerà ad impegnarsi affinché la comunicazione istituzionale, la valutazione delle proposte di patrocinio e, più in generale, tutte le iniziative che coinvolgono il Comune siano sempre ispirate ai criteri di rispetto delle Pari Opportunità tra donne e uomini e di corretta rappresentazione dell’identità di genere, lontano da stereotipi avvilenti per la dignità delle donne.
Le questioni di genere e l’adeguato riconoscimento delle donne negli incarichi di responsabilità sono stati uno dei tratti più importanti e innovativi dell’attuale Amministrazione comunale. Palazzo Marino ha messo in pratica la legge n. 120/2011 ancora prima della sua applicazione, e ha modificato il Regolamento comunale applicando anche nelle società partecipate il criterio sul rispetto della parità di genere. Il risultato è che oggi la presenza femminile al vertice del Comune è in aumento, con 6 ruoli apicali su 10 affidati alle donne. Accanto a questo dato, che pone l’Amministrazione milanese all’avanguardia tra gli enti pubblici italiani, è sempre stata alta l’attenzione per l’uso non sessista del corpo femminile, per restituire un’immagine della donna che metta in risalto i tanti talenti spesso dimenticati o ignorati.
“Sono molto contenta di questo risultato – dichiara la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk – altamente simbolico e denso di significato. Un traguardo importante, frutto anche delle competenze e delle professionalità espresse dal gruppo di lavoro creato da questa Amministrazione che, da tempo, lavora per un corretto uso dell’immagine delle donne nella pubblicità”.
Allegati (1)
Moratoria delle pubblicità lesive della Dignità della Donna Città libere dalla pubblicità offensiva poiché essa legittima e genera violenza sulle donne
Fnalmente! Era ora .
Vediamo i fatti , però . Mi auguro che la disposizione non si riduca solo a belle parole,.e che non si vedano poi campeggiare ancora sugli edifici e sui cartelloni stradali le...
Fnalmente! Era ora .
Vediamo i fatti , però . Mi auguro che la disposizione non si riduca solo a belle parole,.e che non si vedano poi campeggiare ancora sugli edifici e sui cartelloni stradali le gigantesche immagini di ragazze e ragazzi in mutande con atteggiamenti ammicanti !
Secondo me un proclama così generico sembra una caccia alle streghe.
Vorrei ricordare alle signore che il sesso e l'attrazione femminile sono irrinunciabili per la procreazione e essere troppo dogmatiche...
Secondo me un proclama così generico sembra una caccia alle streghe.
Vorrei ricordare alle signore che il sesso e l'attrazione femminile sono irrinunciabili per la procreazione e essere troppo dogmatiche trasforma il tutto in convento di clausura.
Questo non toglie che sia opportuno limitare l'uso sfrenato del corpo a se stante come unico oggetto, per ridare fiato ai sentimenti, magari a partire dagli stessi quotidiani (dove spesso troneggia la frase ... Eva sempre più nuda, un lato B da urlo, un seno mai visto così nudo, dimenticando le radiografie ed ecografie, ecc.)
Io non trovo facile fare ciò perchè da un lato si rischia di diventare dei Girolamo Savonarola, dall'altro diventa tutto un gran bordello.
Nel 1497 fu scomunicato da papa Alessandro VI, l'anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come «eretico, scismatico e per aver predicato cose nuove»,[1] e le sue opere furono inserite nel 1559 nell'Indice dei libri proibiti. Gli scritti del Savonarola sono stati riabilitati dalla Chiesa nei secoli seguenti fino ad essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia.[2]. Ora è servo di Dio. La causa della sua beatificazione è stata avviata il 30 maggio 1997 dall'arcidiocesi di Firenze.
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: DONNE. COMUNE VARA REGOLE CONTRO PUBBLICITÀ SESSISTA Milano, 28 giugno 2013 – Per contrastare la diffusione della pubblicità discriminatoria e lesiva della...
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
DONNE. COMUNE VARA REGOLE CONTRO PUBBLICITÀ SESSISTA
Milano, 28 giugno 2013 – Per contrastare la diffusione della pubblicità discriminatoria e lesiva della dignità soprattutto delle donne, la Giunta di Palazzo Marino ha approvato stamani le regole per la valutazione dei messaggi da affiggere sugli spazi in carico all’Amministrazione comunale. Gli stessi indirizzi saranno seguiti anche dalle società ed enti partecipati dal Comune. In questo modo la città di Milano rafforza il proprio impegno affinché i cartelloni pubblicitari, a partire da quelli sugli spazi comunali, siano ispirati sempre ai criteri di rispetto delle Pari Opportunità tra donne e uomini e di corretta rappresentazione dell’identità di genere, lontano da stereotipi avvilenti per la dignità delle persone.
Viene garantita così una maggior effettività all’azione del Comune con l’individuazione di 5 tipologie di messaggi ritenuti incompatibili con l’immagine che il Comune di Milano intende promuovere: 1) le immagini che rappresentano o incitano atti di violenza fisica o morale; 2) le immagini volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità percepisce come “normale”, tali da ledere la sensibilità del pubblico; 3) i messaggi discriminatori e/o degradanti che, anche attraverso l’uso di stereotipi, tendono a collocare le donne in ruoli sociali di subalternità e disparità; 4) la mercificazione del corpo, attraverso rappresentazioni o riproduzioni della donna quale oggetto di possesso o sopraffazione sessuale; 5) i pregiudizi culturali e gli stereotipi sociali fondati su discriminazione di genere, appartenenza etnica, orientamento sessuale, abilità fisica e psichica, credo religioso.
“L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto. Un bel lavoro condiviso tra Giunta, Consiglio e delegata alle Pari Opportunità. Questa del ibera vuole sancire il rispetto della persona: non vuole ‘censurare’, ma evitare che il corpo delle donne, ma non solo, sia usato e volgarizzato per meri fini economici”, ha spiegato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris.
“Sono particolarmente soddisfatta di questo obiettivo raggiunto – dichiara la delegata del Sindaco alla Pari Opportunità Francesca Zajczyk – sia per il contenuto sia per il metodo. Questo provvedimento, infatti, è il risultato di un lavoro comune con le altre figure istituzionali in prima fila sui temi della parità e dei diritti, ognuna con le proprie competenza e sensibilità, come le consigliere Marilisa D’Amico e Anita Sonego. Ma è anche il prodotto di un percorso di ascolto e confronto con esperte ed esperti, professioniste e politiche impegnate su questi temi. A settembre ci saranno una discussione e un confronto pubblico con quelle città con le quali si è lavorato in rete su questi temi, per definire e valutare insieme gli strumenti più adeguati a rendere davvero efficace, o più efficace, l’azione delle Amministrazioni comunali.”
“Si tratta di un provvedimento molto importante – ha detto Marilisa D’Amico, presidente della Commissione consiliare Affari Istituzionali – frutto di un lavoro che il Comune sta facendo da tempo su questo tipo di argomenti. È fondamentale promuovere il principio di parità a tutti i livelli, anche come assunzione di responsabilità per quanto riguarda la diffusione di immagini femminili. Ora in Consiglio comunale possiamo iniziare a lavorare sui regolamenti”.
“Questa decisione della Giunta – ha affermato Anita Sonego, presidente della Commissione consiliare Pari Opportunità – accoglie il contenuto di una mozione votata all’unanimità dal Consiglio comunale e dà concretezza a quanto discusso nella Commissione Pari Opportunità. La mercificazione dei corpi, soprattutto - ma non solo - di quello delle donne, è un sintomo di imbarbarimento e non di libertà. Quanto deciso oggi non è una censura moralistica, ma un impegno per la dignità e inviolabilità della persona”.
La delibera di oggi è un ulteriore passo concreto importante e innovativo, dopo la recente adesione del Comune alla campagna “Città libere dalla pubblicità offensiva” promossa dall’Unione Donne in Italia (Udi): un passo avanti che conferma l’attenzione di Milano verso il tema della pubblicità sessista e, più in generale, di ogni forma di violenza contro le donne. Va ricordato anche che, per le sue azioni di valorizzazione del ruolo e dei talenti femminili, il Comune ha ricevuto il Premio Immagini Amiche, iniziativa promossa dal Parlamento europeo e dall’Udi. La delibera approvata dalla Giunta parte dalla considerazione che, oggi più che mai, il tema della violenza alle donne non può essere affrontato senza intervenire anche sull’utilizzo dell’immagine femminile nella pubblicità. Questo nuovo provvedimento, pertanto, continua il percorso dettato dall’Unione europea con la risoluzione n. 2038 del 3 settembre 2008, verso l’obiettivo di valorizzare una comunicazione che si impegni a veicolare messaggi commerciali positivi.
Il problema non è il "sessismo". Cosa c' entra il sessismo???
Il problema è il rispetto del senso del pudore. Che riguarda tutti. sia donne che uomini.
La cosa sbagliata non è la "discriminazione". La...
Il problema non è il "sessismo". Cosa c' entra il sessismo???
Il problema è il rispetto del senso del pudore. Che riguarda tutti. sia donne che uomini.
La cosa sbagliata non è la "discriminazione". La cosa bagliata è sottoporre la gente (aduti e soprattutto bambini) ad immagini che inducono eccitazione sessuale. Questa è violenza. E' induzione larvata al tradimento, nel senso che diceva Gesù Cristo (Chiunque abbia guardato una donne per desiderarla, avrà già commesso un adulterio nel suo cuore).
Possibile che la morale tradizionale (quella dei 10 comandamenti) vi faccia schifo? Prima volete abolirla. E poi, però, visto che serve, la volete sostituire con una morale "laica" basata su parametri assurdi (sessismo, discriminazione, omofobia, rispetto degli animali, ecc.).
Comunque il problema non è solo delle immagini su cartelloni pubblicitari, ma anche delle troppe pesone che vanno in giro in abiti discinti.
Ad esempio ci sono molte ragazze oggi che vanno in giro con hot pants.
Perchè non dite nulla su questo? Siccome non c' entrano le "infami" società pubblicitarie, allora tutto va bene?
Ehi, attenzione!
E' pericoloso affermare cose simili.
La plebe non può avere dei propri valori: i valori vanno imposti dall'alto.
E' risaputo che i dieci comandamenti sono troppo pochi.
Come fai a...
Ehi, attenzione!
E' pericoloso affermare cose simili.
La plebe non può avere dei propri valori: i valori vanno imposti dall'alto.
E' risaputo che i dieci comandamenti sono troppo pochi.
Come fai a distinguere tra il politico, il presidente, il capitano e il cittadino comune?
Sicuramente intendevi che chi comanda deve dirci quali sono le regole, cosa è sessista, cosa va censurato, cosa possiamo guardare e come dobbiamo sentirci dopo averlo guardato.
Non intendevi mica ledere gli interessi commerciali delle grandi aziende vero?
No di certo: sei un bravo cittadino che acquista con responsabilità ed ama i grandi marchi che si prendono cura di noi.
Sai che c'è chi pensa per te.
Sì ci sono cose che fanno male e sono immorali, ma prendi ad esempio il gioco d'azzardo: se giochi "responsabilmente" non fa mica male... a parte qualcuno, ma sono pochi pochi, e bisogna pensare all'economia (ovviamente non noi, ma qualcuno al governo lo farà di certo, no?)
Quindi limitiamoci a una generica lamentela: "Che bello sarebbe se un giorno lontano qualcuno risolvesse il grave (non sia mai che si pensi ci siamo altre cose più importanti!) problema della pubblicità sessista. Un bel plauso al comune per le sue iniziative, quelle intraprese e quelle future, qualunque esse siano."
Tra l'altro ci sono tanti altri bei problemi, basta guardarsi in giro, anche in questo stesso forum... non soffermiamoci troppo, ce ne sono tanti, nuovi, divertenti, curiosi, da far venir rabbia... dai, dai cambia post...
Certo che pensare di essere in grado di ragionare con la propria testa... che idee metti in giro?
Restando sempre nel semiserio OT :-)
La plebe (o cittadino comune) non deve sapere chiaramente quali sono i propri diritti o doveri.
Ci sono i 10 comandamenti e la costituzione italiana, ma devono essere...
Restando sempre nel semiserio OT :-)
La plebe (o cittadino comune) non deve sapere chiaramente quali sono i propri diritti o doveri.
Ci sono i 10 comandamenti e la costituzione italiana, ma devono essere interpretati per meglio adattarsi alle varie situazioni.
Allora via coi vari codici, leggi e leggine, norme attuative: una cortina burocratica attraverso cui un semplice essere umano non può guardare.
Anche se un cittadino arrivasse a stabilire che ha diritto a qualcosa, non saprebbe poi dire come far valere quel suo diritto.
Serve sempre qualcuno che può, qualche erudito al di sopra del popolo che si esprima per noi nella difesa dei nostri diritti.
Stessa cosa per i doveri, purtroppo ormai anche quelli morali, non ci è concesso di stabilire da noi, secondo coscienza, cosa è giusto o sbagliato.
Un ente superiore ci assiste in queste decisioni, sempre attraverso meccanismi fatti di pura burocrazia, basati sull'assunto che a decidere è stata la maggioranza (ovvero una persona incaricata da chi ha ricevuto più voti tra quelli che sono andati alle urne).
Al cittadino non va data certezza, se non quella di non essere singolarmente in grado di stabilire cosa sia giusto o sbagliato.
Ci si attiene di volta in volta a quel che il politico (attraverso un decreto legge fatto apposta) o giudice di turno (salvo smentite o ricorsi) estrapola dall'intricato e misterioso mare di burocrazia normativa che ci avvolge; o in alternativa è la televisione con i TG a sancire il volere della maggioranza a cui attenersi.
Il buonsenso si è quindi estinto.
La logica indicherebbe di usare quest'ultimo e poi, in caso fallisca, di ricorrere alla legge che equivale quindi ad una sconfitta del buon senso.
Tornando OT, il buonsenso consisterebbe in una riflessione personale sull'uso degli spazi pubblici o privati.
Per il privato è difficile pensare a censure: una tv privata ad esempio può usare tutti i trucchi che vuole per fare pubblicità poiché non vi è l'obbligo di guardarla.
Si possono porre giusto dei limiti per tutelare i bambini, ma non solo alla pubblicità, anche i TG e tutti gli altri programmi.
Immagini troppo forti, non solo sotto il profilo del sesso ma anche i morti ammazzati o del gioco d'azzardo, dovrebbero essere proposti solo in orari adatti ed eventualmente impedendone la visione ai minori.
Non capisco perché se in un film c'è uno che spara e uccide la legge prescrive l'obbligo di segnalare che la visione non è adatta ai bambini, mentre nei TG o in alcuni programmi sensazionalistici fanno vedere ben di peggio senza alcuna segnalazione.
Uscendo dalla sfera privata e considerando l'ambito pubblico.
Io cittadino dovrei semplicemente amare la mia città, il luogo in cui vivo, e fare tutto il possibile perchè sia bella.
I cartelloni pubblicitari e i manifesti affisti ovunque la rendono più bella o deturpano il paesaggio?
Il senso della bellezza racchiude la nostra capacità personale di giudicare ciò che è buono.
L'immagine femminile (o maschile) può essere bella o volgare.
Soprattuto non va dimenticato che quell'immagine imporrà poi uno standard di rifetimento, specialmente per i giovani.
La cosa che deve far preoccupare quindi non è tanto la presenza di donne e uomini dai fisici perfetti e mezzi nudi ma la mancanza di persone "normali".
Non dare falsa testimonianza è uno dei comandamenti, vi immaginate se per la pubblicità fosse vietato l'uso di ritocchi al pc, trucchi cosmetici, e tutte le altre menzogne visive che vengono oggi usate?
Verrebbero comunque usate persone più belle della media ma almeno sarebbero "vere".
SENATRICI DEL PD presentano un disegno di legge per vietare con pesanti sanzioni (fino a 5 milioni di euro) l’utilizzo del corpo della donna nella pubblicità televisiva o stampata (giornali e manifesti). "...
SENATRICI DEL PD presentano un disegno di legge per vietare con pesanti sanzioni (fino a 5 milioni di euro) l’utilizzo del corpo della donna nella pubblicità televisiva o stampata (giornali e manifesti). "L'utero è mio e me lo gestisco io" non si porta piu'. Tutte e quattro le prime firmatarie avevano venti anni nel 1968, erano di sinistra e ovviamente in prima linea a sventolare la bandiera della rivoluzione sessuale, roteando per aria i reggiseni dagli spalti delle feste dell'unità di mezza Italia.
MA GLI ANNI SONO PASSATI E SI TORNA INDIETRO, PEGGIO DELL'INQUISIZIONE. COERENZA SINISTRA
Mamma mia, se è questa la pubblicità, meglio la privacy, MA SA TUTTO DA VECCHIO PARTITO COMUNISTA E DA 68 IN RITARDI.
Finiamola di mettere divieti, non siamo in un regime totalitario: oppure no ??
Che il comune pensi alla cittadiannza invece id pensare ai divieti ed al Gay pride
Naturalmente condivido, Marialuisa.
Come posta Oliverio sopra: cosa fatta .
Ho solo delle perplessità sul punto 2): "Le immagini volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità...
Ho solo delle perplessità sul punto 2): "Le immagini volgari, indecenti, ripugnanti, devianti da quello che la comunità percepisce come 'normale', tali da ledere la sensibilità del pubblico".
Saro' una voce fuori dal coro, ma io da buon "Salesiano-up to date" credo che questa sia tutta una menata un po' demagogica e molto ipocrita.
Il corpo delle donne è strumentalizzato dalle direzioni Marketing...
Saro' una voce fuori dal coro, ma io da buon "Salesiano-up to date" credo che questa sia tutta una menata un po' demagogica e molto ipocrita.
Il corpo delle donne è strumentalizzato dalle direzioni Marketing di tutte le aziende del mondo?
Chiediamoci prima perchè (e chiedetevelo voi, io non vi posto la risposta, abbiate tutti quanti l'onesta intellettuale per comprenderla..)
Poi con la risposta comprendiamo che la soluzione non è la censura stile la Cina che oscura Google, bensi un diverso approccio culturale che, su questi temi, è ben lungi dall'arrivare.
Personalmente sul tema non ci spenderei una lira, non tanto perchè mi piaccia vedere donne semi-nude in tv o sui cartelloni pubblicitari, bensì perchè mi sembrano soldi (dei contribuenti) buttati al vento: non si vedono i cartelloni pubblicitari pero' di notte Milano è costellata di prostitute (in via Farini anche di giorno, le cinesi..) bah..!
Prostitute seminude e viados quasi nudi, per esempio a Pantanedo, Baranzate, Viale Certosa, vie limitrofe.....
Via i manifesti e tutte le donne vere o artefatte nelle strade.
Le signore anziane pretendono...
Prostitute seminude e viados quasi nudi, per esempio a Pantanedo, Baranzate, Viale Certosa, vie limitrofe.....
Via i manifesti e tutte le donne vere o artefatte nelle strade.
Le signore anziane pretendono di coprire quelle belle e giovani.
Il partito comunista è sempre stato più moralista della chiesa.
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: PUBBLICITÀ. MILANO COMUNE CAPOFILA CONTRO IMMAGINI LESIVE DEL CORPO DELLE DONNE Si è svolto oggi a Palazzo Marino il convegno 'Quando comunicazione fa rima con...
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
PUBBLICITÀ. MILANO COMUNE CAPOFILA CONTRO IMMAGINI LESIVE DEL CORPO DELLE DONNE Si è svolto oggi a Palazzo Marino il convegno 'Quando comunicazione fa rima con discriminazione'
Milano, 17 settembre 2013 - Milano diventa capofila dei Comuni italiani e promuove un percorso con l'obiettivo di definire linee guida e politiche condivise per evitare un utilizzo dell’immagine del corpo delle donne discriminatorio e offensivo. È quanto è emerso questo pomeriggio nel corso del convegno 'Quando comunicazione fa rima con discriminazione', che si è svolto in Sala Alessi, a Palazzo Marino, a cui hanno partecipato la vicesindaco Ada Lucia de Cesaris, l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino e la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk, insieme agli assessori di molte città, come Enna, Genova, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Trieste, Venezia. Ha moderato il dibattito la giornalista Ilaria D’Amico. Sono intervenuti molti altri ospiti, tra cui Vincenzo Guggino (IAP - Istituto Autodisciplina Pubblicitaria), Giovanna Maggioni (UPA - Utenti Pubblicità Associati), Alessia Depaulis (ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani), Annamaria Testa (ADCI - Art Directors Club Italiano), Anna Maria Spina (UDI nazionale, Unione Donne in Italia), Tiziana Scalco (CGIL - Camera del Lavoro di Milano).
“Sono sempre più numerosi - ha dichiarato la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk - i Comuni italiani che si mostrano sensibili di fronte alla questione delle discriminazioni di genere in campo pubblicitario. Il convegno che si è svolto oggi lo dimostra chiaramente. Per questo, in accordo con ANCI, con la delegata alle Pari Opportunità Alessia Depaulis, Milano si impegna a coordinare un percorso condiviso con gli altri enti locali per definire linee guida e politiche comuni per sensibilizzare gli operatori del settore a non abusare nell’uso del corpo femminile”.
“L’impegno di questa Amministrazione - ha detto la vicesindaco Ada Lucia de Cesaris - nel definire regole precise che garantiscano la qualità dei messaggi pubblicitari non ha un fine censorio ma è volto a diffondere tra la cittadinanza una nuova cultura dell’immagine femminile che non la svilisca e non ne sia lesiva. Per questo intendiamo iniziare un opera di sensibilizzazione e persuasione anche verso le società partecipate del Comune di Milano affinché, anch’esse possano considerare con attenzione le linee guida contenute nella nostra delibera”.
“Il contributo del Comune - ha dichiarato l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino - sarà di aprire un luogo, la Casa dei diritti, in cui far vivere il punto di vista di chi si oppone alle discriminazioni di genere. La Casa dei diritti, infatti, ospiterà associazioni e attività volte a prevenire, contrastare e rimuovere ogni forma e causa di discriminazione. In essa troverà spazio anche l'impegno su temi quali l'abuso dell'immagine della donna nei media e la pubblicità sessista”.
La pubblicità riveste un ruolo dominante nella nostra società: costruisce immagini, veicola messaggi, influenza idee. Ancora troppo spesso pubblicità e media tendono ad abusare dell’immagine delle donne, svilendone il ruolo e offendendone la dignità. Proprio per questo motivo il Comune di Milano ha messo al centro dell’attenzione non solo il tema della violenza contro le donne, ma anche quello della pubblicità sessista. Insieme alla sensibilità dell’opinione pubblica, cresce l’esigenza di porre vere e proprie regole normative al fine di evitare un utilizzo dell’immagine discriminatoria e offensiva.
Mi fa piacere che la Giunta del Comune di Milano si allinei e faccia suo quanto la Chiesa dice da decenni sull'uso indiscriminato del corpo della donna.
Quindi la giunta farà suo anche l'atteggiamento nei...
Mi fa piacere che la Giunta del Comune di Milano si allinei e faccia suo quanto la Chiesa dice da decenni sull'uso indiscriminato del corpo della donna.
Quindi la giunta farà suo anche l'atteggiamento nei riguardi del più bieco sfruttamento del corpo della donna: l'utero in affitto.
Il Cardinale di Bologna Carlo Caffarra ha evidenziato che “in un numero sempre maggiore di Paesi è legalizzato l’affitto dell’utero, la peggiore degradazione del corpo femminile, ridotto a produttore di bambini”.
“Lo splendore e la dignità del corpo è veramente riconosciuta nella nostra cultura? Ci sono purtroppo molti fatti che ci dicono di no. L’uso impudico del corpo della donna – ha detto ancora Caffarra – è spesso il mezzo per reclamizzare e vendere prodotti di ogni genere. Il fatto che la persona umana è persona-uomo e persona-donna, è oggi considerata una diversità che non ha in se stessa e per se stessa significato e valore. Non si riconosce più la ricchezza spirituale che si trova diversamente nel corpo della donna e nel corpo dell’uomo”.
Se il corpo di Maria “è già stato glorificato, come lo sarà il nostro, il corpo non è un bagaglio di cui dobbiamo, prima o poi, scaricarci come di un peso. Il nostro corpo è la nostra persona, e la nostra persona è il nostro corpo. La redenzione, la salvezza della nostra persona non sarebbe vera, non sarebbe totale se non fosse anche la redenzione, la salvezza del corpo. Non possiamo separare il corpo dalla persona, e considerarlo come fosse ‘qualcosa’ e non ‘qualcuno’: lo stesso rispetto che si deve alla persona, lo si deve al suo corpo. Considerate, fratelli e sorelle, come tutti i doni della salvezza ci vengono dati attraverso il corpo. E’ il corpo del bambino che è lavato nel S. Battesimo; è la nostra fronte che è stata unta nella Cresima; è mangiando una piccola ostia che noi ci uniamo al corpo di Gesù; è unendo umanamente i loro corpi, che gli sposi portano a compimento la sacramentalità del loro matrimonio”.
Sono molto, molto contenta. Mi piacerebbe che, oltre che delle affissioni s ugli spazi in carico all'Amministrazione Comunale, ci si ricordasse anche degli spazi pubblicitari sulle fiancate dei mezzi pubblici di...
Sono molto, molto contenta. Mi piacerebbe che, oltre che delle affissioni sugli spazi in carico all'Amministrazione Comunale, ci si ricordasse anche degli spazi pubblicitari sulle fiancate dei mezzi pubblici di ATM, poster fissi o rotor, promopoint, insegne luminose, spazi espositivi con vetrine luminose, paline, pensiline luminose e maxiposter, Indicatori di parcheggio, e pubblicità sui pali tendifilo della rete aerea.
Insomma, burqa per tutte ??
Ma con che legge si fa ?? Alla televisione c'è la censura ??
Per me questa è una mania bella e buona che segue le campagne anticorruzione ecclesiastiche, vanificate al motto...
Insomma, burqa per tutte ??
Ma con che legge si fa ?? Alla televisione c'è la censura ??
Per me questa è una mania bella e buona che segue le campagne anticorruzione ecclesiastiche, vanificate al motto
Libertà sessuale.
Donne in minigonna, in microgonna, assenza di reggiseni, veli, scandalo al sole, pose ammiccanti e poi....
Allora la storia di Meluzzi si può leggere così: come quella di un uomo del suo tempo, che ha provato tutte le risposte che la sua epoca e il pensiero dominante gli offrivano come vere e come capaci di realizzarlo.
Essere comunisti è stata una fede: nella possibilità di fare un mondo nuovo e bello, senza Dio. Per milioni di persone si è rivelato un bluff e un incubo sanguinario. Anche per Meluzzi. Per tanti anni si è pensato che la rivoluzione sessuale, l’aborto libero, la mentalità radicale, fossero la nuova liberazione. Nessuno che guardi la realtà con oggettività e distacco, oggi, può ancora crederlo. Neppure Meluzzi lo crede più.
Anche perché la sua esperienza gli ha insegnato il contrario di quello che l’ideologia gli assicurava: “Ricordo, da giovane medico nelle corsie ospedaliere, donne di ottant’anni che nella raccolta in cartella dei loro dati sanitari ricordavano, piangendo, aborti di mezzo secolo prima“.Di delusione in delusione, insomma, si può anche arrivare al porto: basta non essere affondati del tutto, strada facendo; basta aver ancora dentro il desiderio della verità più forte del proprio egoismo, dell’ “idolatria di sé“.
Studiosi come Wilhelm Reich ed Eric Frommintrodussero poi nel dibattito politico temi legati alla psicanalisi e, più in generale, al rapporto fra politica e psicologia: il primo, in particolare, col suo celebre La rivoluzione sessuale propose una discutibile ma stimolante sintesi fra marxismo e freudismo, contribuendo fortemente ad una presa di coscienza collettiva anche rispetto a problemi di natura non strettamente politica ma di grande rilevanza dal punto di vista della formazione culturale e ideologica, e dei comportamenti sociali.
ma adesso cosa è successo ?? non posso più guardare la scollatura della Ferrilli ??
Ma dai, ammiccante da un tram mi fa songnare ancora per un poco: io sto diventando vecchio.
La Ferrilli pure (eccola alla festa....a Roma, castigata compagna del PCI o ex-)
Caro Roberto Michele, pensare come fai tu che una pubblicità lesiva della dignità della donna sia quella in cui viene mostrato un bel corpo semi nudo e (possibilmente ammiccante) di donna è cosa assai comune....
Caro Roberto Michele, pensare come fai tu che una pubblicità lesiva della dignità della donna sia quella in cui viene mostrato un bel corpo semi nudo e (possibilmente ammiccante) di donna è cosa assai comune. Il punto non è la nudità. Il punto è il messaggio...
La lotta contro la moralità sessuale è stata fatta dalla Chiesa per secoli, mettendo in sottordine simonie, corruzioni, violenze, massacri,ecc.
Il sesso questo tabu...
La sinistra è stata paladina, spesso...
La lotta contro la moralità sessuale è stata fatta dalla Chiesa per secoli, mettendo in sottordine simonie, corruzioni, violenze, massacri,ecc.
Il sesso questo tabu...
La sinistra è stata paladina, spesso a torto, di una liberazione sessuale che ha portato l'ago della bilancia dall'altra parte.
La donna è sempre stata al centro della vita, nel bene e nel male.
Qual è il limite ?? 20 cm di coscia, una scollatura profonda, od uno sguardo promettente come quello di Belen ??
Voi donne avete sempre giocato con il vostro corpo e con il nostro desiderio per farci fare tutto quello che volevate.
Noi uomini nelle battaglie più cruente abbiamo versato del sangue solo per poter stringere, magari, una donna e possederla.
Dove sta il limite ?? Nel linguaggio ammiccante, nella nudità ?
Giustamente, tu dici nel messaggio. Ma questo è difficile da giudicare, più difficile che misurare seno e cosce.
Non pensi che questa crociata ritardata sia piena di ipocrisia ?
Io non sono favorevole alla mercificazione della donna, ma neanche ad una campagna ipocrita che mette il burqa alle donne.
Pensa, come starebbe una donna vestita alla magrebina con il velo in testa e sulla bocca ??
Non sarebbe peggio.
Guarda che potrebbe essere maliziosa e coturbante lo stesso, potrebbe mandare dei messaggi sensuali erotici con gli occhi: vuoi coprile anche gli occhi, come fanno in Afganistan ??
Queste donne non mandano messaggi erotici, queste sono carne degli uomini che ne fanno quello che vogliono: è questo il punto di arrivo ???
L'argomento è difficile, perchè tu ben sai, in una guerra, alla fine tutto diventa lecito: qui l'obiettivo è la sopravvivenza.
In media stat virtus, ma è questo il problema: in media di che cosa ??
Tutte le schiave costrette a prostituirsi nel nome di Allah
24/09/2013
Le notizie di cronaca che ci arrivano quotidianamente dal mondo arabo non mancano di raccontare di episodi di violenza e di atroci ingiustizie. Protagoniste sono quasi sempre le donne. Da ultimo le voci provenienti dalla Tunisia, che parlano di ragazzine, reclutate dai salafiti nei quartieri popolari delle periferie delle grandi città e inviate in Siria per quella che è stata definita la «Jihad del sesso». Lo scopo? Soddisfare i mujaheddin impegnati a combattere il governo di Bashar al-Assad. Le parole del Ministro dell'Interno tunisino Lotfi Ben Jeddou testimoniano una realtà agghiacciante: «Ogni donna ha avuto rapporti sessuali con venti, trenta uomini, tornando a casa incinte».
La pratica della jihad sessuale, che consente di avere rapporti carnali al di fuori del matrimonio, non esiste nei paesi arabi ma, per i salafiti, è considerata come una forma legittima di Guerra Santa. Da sottolineare l’abilità di uno sceicco saudita che, resosi conto della non ammissibilità, dal punto di vista religioso, dei rapporti sessuali dei mercenari islamisti, lontani dalla famiglia e dalle proprie mogli, nei mesi scorsi ha emesso una fatwa ammettendo di fatto lo stupro di donne e ragazzine. Il tutto con la giustificazione che tale speciale permesso ha l’obiettivo «rafforzare il coraggio e accrescere le capacità e la morale durante il combattimento». Con tanto di paradiso assicurato alle povere ragazze. Senza minimamente considerare che queste sono praticamente costrette in schiavitù, vendute al primo offerente come merce di scambio per soddisfare qualsiasi bisogno dei ribelli siriani. Dietro la giustificazione religiosa sulla quale si è fatto astutamente leva, dunque, si nasconde una mera prostituzione legittimata. E queste donne, che nel migliore dei casi metteranno al mondo dei bambini dei quali non conoscono il padre, sono destinate a restare sole e a essere considerate quasi come una piaga per una società che, soprattutto nelle zone rurali, le considera alla stregua di prostitute perché madri senza compagno. Risulta strano parlare in questi termini della Tunisia, sicuramente non tra i più retrogradi tra i paesi arabi. Facendo un salto all'indietro nel tempo sapremmo che le giovani vestivano alla moda come le loro coetanee di Londra e Parigi.
Passando in rassegna fotografie e immagini dei lontani anni '20 vedremmo addirittura che nessuna donna portava il velo, così come le studentesse degli anni '80 che hanno tutte quante il capo scoperto. Solo negli anni '90, con l’avvento dei movimenti integralisti, è iniziato quel processo di imbarbarimento che ha portato il paese ad arretrare culturalmente e a creare terreno fertile per l’attecchimento del fondamentalismo islamico, culminato nella presa di potere dei Fratelli Musulmani. Il velo è diventato il simbolo che contraddistingue la parte più fanatica dell’Islam.
Sembrerà strano, ma è nei paesi occidentali che l’Islam estremista trova maggior terreno fertile. Si tende, con la scusa della tolleranza, a lasciare spazio alle comunità musulmane giustificandone mostruosità che vengono messe a tacere proprio per non creare un conflitto che sfoci nell’intolleranza. Ma qualcosa sta cambiando: l’Europa multietnica sta tornando sui suoi passi. Il cambiamento di rotta ha origine proprio da chi, affiancandosi a coloro che si sono meravigliati della foto che ritrae due giovani intenti a scambiarsi un bacio in una strada egiziana, ignora che trattavasi, fino a qualche anno fa, di pura normalità.
Allegati (1)
Articolo pubblicato da liberoquotidiano.it il 24/09/2013: "Tutte le schiave costrette a prostituirsi nel nome di Allah"
Un'ulteriore prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che in ogni parte del mondo, ed in ogni tempo, le donne sono oggetto di violenza da parte degli uomini.
Riprendendo l'ultima parte dell'articolo:
" Sembrerà...
Un'ulteriore prova, se ancora ce ne fosse bisogno, che in ogni parte del mondo, ed in ogni tempo, le donne sono oggetto di violenza da parte degli uomini.
Riprendendo l'ultima parte dell'articolo:
"Sembrerà strano, ma è nei paesi occidentali che l’Islam estremista trova maggior terreno fertile. Si tende, con la scusa della tolleranza, a lasciare spazio alle comunità musulmane giustificandone mostruosità che vengono messe a tacere proprio per non creare un conflitto che sfoci nell’intolleranza. Ma qualcosa sta cambiando: l’Europa multietnica sta tornando sui suoi passi. Il cambiamento di rotta ha origine proprio da chi, affiancandosi a coloro che si sono meravigliati della foto che ritrae due giovani intenti a scambiarsi un bacio in una strada egiziana, ignora che trattavasi, fino a qualche anno fa, di pura normalità.",
le comunità musulmane non sono composte, e per fortuna, solo da estremisti, così come, sempre per fortuna, non lo sono le comunità cattoliche. Quanto a giustificare le mostrusità, non capisco chi giustificherebbe cosa.
Quali sono le mostruosità che si tenderebbe a giustificare? Le donne almeno, le mostruosità commesse sulla propria pelle le combattano e sono anche unite nel farlo.
Tanto per fare un esempio, il l 20 dicembre dell'anno scorso, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione sulla messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili. La risoluzione era stata depositata proprio dal gruppo dei Paesi africani.
Salve,
non credo che nessuno metta in dubbio che le donne sono da sempre oggetto di violenza (almeno + degli uomini..), purtroppo è così.
Detto questo, che si fa? si va a bussare a Letta (forse... visto che...
Salve,
non credo che nessuno metta in dubbio che le donne sono da sempre oggetto di violenza (almeno + degli uomini..), purtroppo è così.
Detto questo, che si fa? si va a bussare a Letta (forse... visto che non si sa cosa succede in queste ore.. ) e si chiede di formulare un decreto immediato per rendere illegare l'utilizzo dell'immagine femminile nelle pubblicità? sperando che questo davvero riduca in qualche modo le violenze sulle donne?
Insomma per la difesa della libertà della donna combatterete contro la cultura maschilista nordafricana e islamista, sì o no ??
Se no, la donna deve stare tre passi dietro all'uomo, in compenso non viene...
Insomma per la difesa della libertà della donna combatterete contro la cultura maschilista nordafricana e islamista, sì o no ??
Se no, la donna deve stare tre passi dietro all'uomo, in compenso non viene rivelato il suo copro, coperto da testa ai piedi da una tunica a prova di tentazione.
Possiamo pensare una tunica per tutte le donne o solo meno spreco di cmq di pelle ??
vi segnalo questo articolo di oggi sulla delibera del Comune di giugno:
http://www.arcipelagomilano.org/archives/27432
DONNE, PUBBLICITÀ, NORMALITÀ: L’INUTILE LEGGEREZZA DELLE PAROLE DI UNA DELIBERA
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vi segnalo questo articolo di oggi sulla delibera del Comune di giugno:
Donne, pubblicità, normalità Nell'articolo segnalato, firmato da alcune donne dei tavoli, in cui si stigmatizza come nella delibera di Giunta contro la pubblicità sessista ci sia un punto che può dare adito a...
Donne, pubblicità, normalità
Nell'articolo segnalato, firmato da alcune donne dei tavoli, in cui si stigmatizza come nella delibera di Giunta contro la pubblicità sessista ci sia un punto che può dare adito a forme di censure e comunque non certo "progressista". Concordo in toto con questa denuncia che però più o meno velatamente accusa me e Marilisa D'Amico di non aver impedito che passasse quella clausola. Non per alimentare polemiche (anche se le autrici dell'articolo mi conoscono, possiedono il numero del mio telefono e la mia mail) per chiarire la verità dei fatti, assieme a Marilisa D'Amico abbiamo inviato al direttore di Arcipelagomilano il pezzo che trovate allegato. Colgo l'occasione per ringraziare le donne dei tavoli per avere ripreso "alla grande" i loro lavori. A proposito vi chiedo di suggerirmi quali vi sembrano le urgenze più impellenti per le donne della nostra città in modo da organizzare in maniera adeguata la prossima assemblea delle Donne di Sala Alessi che sarà TUTTA dedicata agli interventi del pubblico. Questa volta i Tavoli parleranno solo attraverso testi scritti. Quindi a voi proporre, chiedere, denunciare, e magari dar vita a nuovi tavoli. Far diventare Milano "La città delle Donne" non deve restare un'utopia buona per un programma elettorale. Noi ci abbiamo creduto, ci crediamo e non demordiamo!. Attendo suggerimenti vostri, delle vostre amiche, delle nonne, delle zie, delle nipoti! Non sono tempi in cui possiamo permetterci di vivere "in pace" il nostro "privato". La storia ci viene addosso a Lampedusa, in Val di Susa, nella mancanza di lavoro, nel precariato, nella violenza contro tutte e tutti i/le non "conformi". Sperando di ricevere molte risposte vi assicuro che la Commissione PariOpportunità è sempre aperta e a vostra disposizione. A presto! Anita
Allegati (1)
Pezzo di Anita Sonego e Marilisa D'Amico inviato al direttore di Arcipelagomilano
Mi riaggancio a questa discussione anche se sono un po' OT.
Si fa un gran parlare di pubblicità sessiste, e molto si è detto, tra i punti che io stesso ho messo in rilievo c'è l'errore di non considerare lo...
Mi riaggancio a questa discussione anche se sono un po' OT.
Si fa un gran parlare di pubblicità sessiste, e molto si è detto, tra i punti che io stesso ho messo in rilievo c'è l'errore di non considerare lo strumento pubblicitario, e i suoi effetti diseducativi, nell'insieme di tutti i valori che va a distruggere.
Recentemente in città erano affissi manifesti che recitavano: "la libertà ha un prezzo: 10 euro; iscriviti al partito XXX".
Ebbene qualcuno potrebbe sostenere che è una provocazione, ma tutta questa discussione sta qui a dimostrare che quando si tratta di pubblicità esposta e visibile a tutti tutti i giorni non bisogna sottovalutare l'effetto sociale che un messaggio distorto può dare.
Il corpo nudo di una donna, che trenta anni fa poteva risultare una provocazione, oggi è la normalità, o peggio la necessità, in un messaggio rivolto al pubblico.
Calpestare valori come la libertà, la dignità, l'onestà, l'educazione, ecc. nei messaggi pubblicitari a lungo andare crea un effetto di assuefazione e di distorsione della realtà a livello sociale con conseguenze catastrofiche.
Una regolamentazione cittadina della pubblicità, se si vuol fare, dovrebbe riportare al centro il buon senso e il buon esempio, perché purtroppo "Tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge è permesso" (il sogno di uno che con la pubblicità ci ha sempre saputo fare) oggi è realtà e se ci perdiamo nel vietare questo o quello ci saranno sempre scappatoie e modi per far peggio in nome di una libertà da 10 euro.
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: DONNE. DOPO MILANO TUTTI I COMUNI ITALIANI UNITI CONTRO LE PUBBLICITÀ SESSISTE IN DIFESA DELLA DIGNITÀ FEMMINILE Zajczyk : “Il protocollo tra Anci e Iap è frutto...
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
DONNE. DOPO MILANO TUTTI I COMUNI ITALIANI UNITI CONTRO LE PUBBLICITÀ SESSISTE IN DIFESA DELLA DIGNITÀ FEMMINILE Zajczyk: “Il protocollo tra Anci e Iap è frutto anche dell'impegno della nostra Amministrazione seguito dalle altre città”
Milano, 8 marzo 2014 – Dopo Milano estendere ad altre città italiane nuovi modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini di violenza o che siano lesive della dignità della donna, nel rispetto delle pari opportunità. Questo l’obiettivo del protocollo firmato a Roma da Anci-Associazione nazionale dei Comuni italiani e Iap-Istituto di autodisciplina pubblicitaria: un primo passo importante in Italia contro la diffusione delle pubblicità sessiste.
“La firma del protocollo tra Anci e Iap - sottolinea la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Francesca Zajczyk, presente a Roma per la firma del documento in rappresentanza del Comune di Milano - è un importante passo avanti: rappresenta infatti uno strumento di sensibilizzazione, non coercitivo, nella gestione preventiva degli spazi e delle affissioni pubblicitarie a livello comunale, non soltanto su quelli di competenza diretta delle amministrazioni, ma anche su quelli dati in gestione a terzi. È un segnale non solo simbolico ma concreto per promuovere un processo di sensibilizzazione anche fra inserzionisti e pubblicitari”.
Il percorso, promosso con forza e determinazione dal Comune di Milano, attraverso la delibera del 28 giugno 2013 e dalla rete di Comuni attivata nei mesi successivi, vede una sua importante concretizzazione con questo protocollo. Un atto che, nell'auspicare la revisione dei regolamenti comunali in materia di affissioni, richiama l'attenzione su un processo preventivo all’autorizzazione di affissione. La delegata alle Pari Opportunità di Anci Alessia De Paulis, al termine della firma del Protocollo, ha riconosciuto il ruolo fondamentale avuto dal Comune di Milano nel dare un impulso determinante a questo percorso.
Con la firma del protocollo, Anci e Iap si impegnano a collaborare affinché gli operatori di pubblicità e i loro utenti adottino modelli di comunicazione commerciale che non contengano immagini o rappresentazioni di violenza contro le donne o che incitino ad atti di violenza, che tutelino la dignità femminile, rispettando il principio di pari opportunità e diffondendo valori positivi. Modelli, inoltre, che siano attenti alla rappresentazione dei generi, rispettosi delle identità di donne e uomini e coerenti con l'evoluzione dei ruoli nella società, evitando il ricorso a stereotipi di genere. Per conseguire questi obiettivi l’Anci invita tutti i Comuni a regolamentare in tal senso la disciplina della pubblicità e delle pubbliche affissioni, e a trasmettere allo Iap, anche su segnalazione dei cittadini, le comunicazioni commerciali che ritengano lesive della dignità della donna, che contengano immagini o rappresentazioni di violenza o incitino ad atti di violenza. Inoltre, l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria si impegna a verificare con la massima celerità le segnalazioni dei Comuni utilizzando, ove possibile, l’ingiunzione di desistenza, per inibire nel più breve tempo possibile le comunicazioni commerciali contrarie al Codice. Infine, Anci e Iap hanno deciso che, per perseguire gli obiettivi del protocollo, sarà costituito un comitato composto da tre rappresentanti dell’Anci e da tre rappresentanti dello Iap.
Il Comune di Milano ha aperto una nuova casella di posta elettronica ( manifestioffensivi@comune.milano.it ) alla quale le cittadine e i cittadini possono segnalare le pubblicità che non rispettano il corpo della donna e la sua dignità.
Qui siamo all'oscurantismo
Tra l'altro, la realtà circolante ha di molto superato i livelli di un peraltro ampio slip (sembra un ciripà) forse, per alcuni, conturbante per il suo essere a pois.
"Fermati...
Qui siamo all'oscurantismo
Tra l'altro, la realtà circolante ha di molto superato i livelli di un peraltro ampio slip (sembra un ciripà) forse, per alcuni, conturbante per il suo essere a pois.
"Fermati Otello è un gruppo di volontari che nasce con lo scopo di sensibilizzare i cittadini sul tema della violenza sulle donne", spiega, sulla loro pagina Facebook, chi sono quelli che hanno chiesto al Comune di rimuovere la pubblicità che trovano "offensiva della dignità femminile".
Credo le donne sappiano benissimo dove sta la loro dignità (non certamente in un'immagine che si parte da quella e si finisce al burka, per evitare alle donne di essere aggredite, naturalmente).
Pubblicità volgare nel metrò Il Comune: «Lunedì l’ingiunzione»
A segnalare la réclame offensiva della dignità femminile il gruppo FermatiOtello!. La delegata per le Pari opportunità: «Coinvolto l’istituto di autodisciplina» di Redazione Milano online
Di questa vicenda si stanno già occupando Patrizia Quartieri e Francesca Zajczyk, ma ho voluto ugualmente scrivere alla ditta, tanto stanotte di dormire non era cosa... Spett. ditta Sant’ANNA, sono veramente...
Di questa vicenda si stanno già occupando Patrizia Quartieri e Francesca Zajczyk, ma ho voluto ugualmente scrivere alla ditta, tanto stanotte di dormire non era cosa... Spett. ditta Sant’ANNA, sono veramente depressa del fatto che, ancora nel 2014, un pubblicitario, immagino pagato per fare il proprio mestiere, non trovi di meglio, per propagandare un succo di frutta, che utilizzare il sedere di una ragazza. Non è per il sedere in sé, se ad essere pubblicizzata fosse una linea di mutande a pois non ci vedrei nulla di strano. Vi prego, non mi etichettate come bacchettona. Sogno un Paese dove si possano pubblicizzare i preservativi e le loro modalità di utilizzo alla luce del sole, in modo che possa capirlo anche un/una adolescente, e non mostrando una scatola chiusa o con messaggi allusivi però riservati alle proiezioni nelle sale cinematografiche dalle 10 di sera in poi. Tuttavia mi ostino testardamente a pensare che un sedere non sia adatto a pubblicizzare un succo di frutta, se non per esaltarne le proprietà lassative. Sono stufa di vivere in un Paese in cui il silicone si vende mostrando donne discinte, lo yoghurt mostrando tette, le automobili corredandole di donne in abiti fascianti sdraiate sopra, nemmeno fossero polene delle navi. So che altri vi hanno scritto, e avete dato risposte pilatesche. Non fatelo. Immaginate di vivere in Spagna, in Francia, in Germania, in un Paese nordico qualsiasi. La vostra campagna sarebbe sanzionata, multata, non ammessa a seconda di quale Paese si tratti. Certo, da noi siamo, come per molte altre cose che riguardano le donne, alla preistoria. Però se solo vi sforzaste un pelino, ma proprio appena appena, potreste fare di più. Cordiali saluti, Antonella Loconsolo
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: PUBBLICITÀ. IL COMUNE CHIEDE AD ATM RIMOZIONE MANIFESTI CHE OFFENDONO DIGNITÀ DELLE DONNE Milano, 15 giugno 2014 - In seguito alla diffusione sui tram e i bus...
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
PUBBLICITÀ. IL COMUNE CHIEDE AD ATM RIMOZIONE MANIFESTI CHE OFFENDONO DIGNITÀ DELLE DONNE
Milano, 15 giugno 2014 - In seguito alla diffusione sui tram e i bus cittadini di una pubblicità offensiva della dignità delle donne e palesemente in contrasto con la delibera approvata dalla Giunta il 28 giugno 2013, il Comune si è immediatamente attivato sia coinvolgendo lo IAP (Istituto Autodisciplina Pubblicitaria), che domattina renderà nota la propria decisione in merito, sia chiedendo con forza ad Atm di rimuovere i manifesti.
La Vice Sindaco Ada Lucia De Cesaris, la Delegata per le Pari Opportunità Francesca Zajczyk e la Presidente della Commissione Pari Opportunità Anita Sonego hanno infatti dichiarato: “Chiediamo con forza ad Atm di rimuovere i manifesti che offendono non solo le donne ma l’intera città. Chiediamo altresì ad Atm di porre maggiore attenzione ai contenuti della delibera, che comunque li riguarda in quanto azienda partecipata del Comune di Milano, e in particolare al punto 4 della delibera stessa che recita ‘(…) non è l’esposizione del corpo nudo di per sé a rendere il messaggio pubblicitario contrario a tale criterio, ma lo diventa nel momento in cui (…) non è presente alcuna correlazione tra l’immagine femminile e il prodotto sponsorizzato e commercializzato’. La speranza – hanno proseguito la Vice Sindaco De Cesaris, la Delegata Zajczyk e la Presidente Sonego – è che da questo episodio Atm tragga la consapevolezza di dover applicare anche alla propria società i criteri indicati nella delibera comunale, rifiutando pubblicità che usino impropriamente il corpo della donna e adeguandosi in questo modo alle altre aziende che già hanno seguito le indicazioni della delibera; tanto è vero che in un anno dall’approvazione della delibera nes sun’altra segnalazione è pervenuta all’ufficio comunale preposto”
E' arrivata la risposta! GENTILE Antonella, l’intenzione era diversa da ciò che poi è risultato e ce ne dispiace. La campagna verrà comunque sospesa a scanso di equivoci. Gianluca Buzzegoli Servizio Consumatori...
E' arrivata la risposta! GENTILE Antonella, l’intenzione era diversa da ciò che poi è risultato e ce ne dispiace. La campagna verrà comunque sospesa a scanso di equivoci.
avevo scritto loro: Spett. ditta Sant’ANNA, sono veramente depressa del fatto che, ancora nel 2014, un pubblicitario, immagino pagato per fare il proprio mestiere, non trovi di meglio, per propagandare un succo di frutta, che utilizzare il sedere di una ragazza. Non è per il sedere in sé, se ad essere pubblicizzata fosse una linea di mutande a pois non ci vedrei nulla di strano. Vi prego, non mi etichettate come bacchettona. Sogno un Paese dove si possano pubblicizzare i preservativi e le loro modalità di utilizzo alla luce del sole, in modo che possa capirlo anche un/una adolescente, e non mostrando una scatola chiusa o con messaggi allusivi però riservati alle proiezioni nelle sale cinematografiche dalle 10 di sera in poi. Tuttavia mi ostino testardamente a pensare che un sedere non sia adatto a pubblicizzare un succo di frutta, se non per esaltarne le proprietà lassative. Sono stufa di vivere in un Paese in cui il silicone si vende mostrando donne discinte, lo yoghurt mostrando tette, le automobili corredandole di donne in abiti fascianti sdraiate sopra, nemmeno fossero polene delle navi. So che altri vi hanno scritto, e avete dato risposte pilatesche. Non fatelo. Immaginate di vivere in Spagna, in Francia, in Germania, in un Paese nordico qualsiasi. La vostra campagna sarebbe sanzionata, multata, non ammessa a seconda di quale Paese si tratti. Certo, da noi siamo, come per molte altre cose che riguardano le donne, alla preistoria. Però se solo vi sforzaste un pelino, ma proprio appena appena, potreste fare di più. Cordiali saluti, Antonella Loconsolo
So che le donne sono un altro universo, molto difficile da capire per noi uomini, ma vorrei capire alcune cose e quindi faccio alcune domande:
Cos'è secondo voi la dignità?
Dove si trova questa dignità?
In...
So che le donne sono un altro universo, molto difficile da capire per noi uomini, ma vorrei capire alcune cose e quindi faccio alcune domande:
Cos'è secondo voi la dignità?
Dove si trova questa dignità?
In che modo è possibile lederla?
Da alcuni discorsi (che purtroppo influenzano fortemente la vostra vita sociale, il vostro modo di ragionare e le priorità su cui intervenire) mi sembra che la dignità per voi sia una qualità naturale. Ogni donna alla nascita riceve una certa quantità di dignità che deve difendere dagli attacchi esterni. Per qualche oscuro motivo questa dignità non è personale ma solidale con quella delle altre donne, per cui se una donna mostra il sedere su una pubblicità non è la sua dignità personale a risentirne (anzi, le modelle traggono un forte beneficio e non solo economico dall'aver raggiunto fama e popolarità sfruttando il proprio corpo) ma la dignità di ogni singola donna. Quindi la dignità funziona diversamente da quella degli uomini che va conquistata a livello personale giorno per giorno. Un'altra cosa curiosa è che oggigiorno ben poche donne sono "costrette" a vendere il proprio corpo in ambito pubblicitario. Non so se il sedere in oggetto è di un'extracomunitaria obbligata dai suoi aguzzini a farsi fotografare per fare la pubblicità, mi sembra strano. Tante donne sognano di diventare modelle, si truccano, arrivano a sottoporsi a costosi interventi chirurgici per modificare il proprio aspetto, a volte proprio per poter fare da modelle per queste pubblicità. Quasi tutte girano per le strade mezze svestite, mettendo in mostra ogni parte che possa risultare attraente ed eccitante per un uomo (ma attenzione, se provi a toccare o commentare la reazione è violenta e passi per un cafone) salvo poi dire che pensiamo solo a "quello"...
Vien da pensare che la dignità di una donna risieda nel fisico, una cosa abbastanza triste, tanto più che con la computer grafica posso rendere attraente qualunque cosa: posso dare a due barbabietole la forma di un sedere e cambiare il loro colore in rosa, a quel punto ho leso la loro dignità?
Altro punto oscuro è il fatto che tutti i pubblicitari sono uomini perversi e le loro pubblicità sono per catturare l'attenzione di altri uomini perversi...
Uno yogurt?
Un prodotto efferrivamente da macho.
Infatti quando si deve pubblicizzare un rasoio elettrico c'è sempre una bella donna in mostra, mica il modello con la barbetta e i muscolazzi... vero?
Non è che l'immagine femminile delle pubblicità è rivolta alle donne? Al loro senso di "vorrei ma non posso"?
Ricapitolando: donne che mettono il proprio corpo in cima alla scala dei valori e poi lo vendono per ricavarne fama e profitto ad aziende che producono prodotti per donne e che hanno verificato che i prodotti accompagnati da immagini osé vendono di più perché solleticano l'immaginario femminile. Da ciò nascono proteste di donne che sentono offesa la propria dignità (da loro stesse) riunite in associazioni di donne che lottano per la pari dignità delle donne nei confronti degli uomini. Ovviamente la colpa è nostra. Potrebbe essere altrimenti?
Capisco che fare una lunga dissertazione sul tema possa dare grande soddisfazione, resta il fatto che tutte le nazioni civili hanno leggi contro l'uso strumentale del corpo femminile nella pubblicità. O anche...
Capisco che fare una lunga dissertazione sul tema possa dare grande soddisfazione, resta il fatto che tutte le nazioni civili hanno leggi contro l'uso strumentale del corpo femminile nella pubblicità. O anche contro le pubblicità che vedono sempre e solo la donna che fa funzionare la lavatrice e l'aspirapolvere, che spruzza il detersivo sgrassatore.
Anche queste persone non girano questi spot perchè costrette.
Ciò non toglie che si possa migliorare il livello di civiltà del nostro Paese costringendo le aziende a non farlo, a non cadere nello stereotipo, a non coltivare sessismo e discriminazione. "Che c'entra il sedere col succo di frutta?", chiede a sua mamma la giovanissima Arianna nella fermata della metro. Ecco, che c'entra. Niente, dobbiamo dirlo ad Arianna e anche al suo fratellino, perchè crescano differenti e, se un giorno si occuperanno di marketing o di pubblicità, il loro primo pensiero non sia scegliere quale quarto di donna utilizzare (petto o coscia?) per pubblicizzare la qualsiasi.
Dignità della donna, la difendiamo insieme, perchè insieme ci viene tolta. E perchè su questa dignità negata, proprio in quanto donne, si è costruita una società oppressiva, che qui retribuisce meno le donne in quanto donne, le esclude dal mondo del lavoro, le lascia ai soli livelli più bassi della carriera, altrove le condanna ad una vita di stenti, alla schiavitù, alla subordinazione.
Lo so, un sedere, un succo di frutta, che vuoi che siano. Sono solo un fatto di principio, un piccolissimo anello di una lunghissima catena di azioni che devono essere compiute per veder nascere una società migliore.
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano: PUBBLICITÀ. COMUNE: “DECISIONE DEL GIURÌ E COMPORTAMENTO DELLA SOCIETÀ SONO LA MIGLIORE RISPOSTA ALLE POLEMICHE” Milano, 16 giugno 2014 – “Dopo la segnalazione...
Dall'Ufficio Stampa del Comune di Milano:
PUBBLICITÀ. COMUNE: “DECISIONE DEL GIURÌ E COMPORTAMENTO DELLA SOCIETÀ SONO LA MIGLIORE RISPOSTA ALLE POLEMICHE”
Milano, 16 giugno 2014 – “Dopo la segnalazione del Comune di Milano, il Comitato di Controllo dello Iap-Istituto Autodisciplina pubblicitaria è intervenuto con un provvedimento di ‘ingiunzione di desistenza’ nei confronti del messaggio pubblicitario comparso nei giorni scorsi su tram e autobus di Milano. Lo Iap, infatti, ha ritenuto tale messaggio ‘in contrasto con l’art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione commerciale, stante la mercificazione del corpo femminile e la conseguente lesione della dignità della persona”. Lo rende noto il Comune di Milano.
“Il provvedimento del Giurì dimostra che la nostra segnalazione era fondata e che quella pubblicità ‘sfrutta’ per fini commerciali il corpo delle donne offendendo la dignità delle persone – hanno dichiarato la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e la Delegata del Sindaco per le Pari Opportunità Francesca Zajczyk –. Ringraziamo lo Iap e accogliamo con favore il comportamento della società, che si è subito scusata comunicando la volontà di sospendere la campagna pubblicitaria. La decisione del Giurì e quella della società sono la migliore risposta alle polemiche di queste ore”.
Arriva l'ingiunzione
Ad effetto pubblicitario comunque ottenuto (anzi, amplificato), via il sederino a pois dalla metropolitana.
Risparmierà il committente (che non dovrà pagare per tutto il periodo...
Arriva l'ingiunzione
Ad effetto pubblicitario comunque ottenuto (anzi, amplificato), via il sederino a pois dalla metropolitana.
Risparmierà il committente (che non dovrà pagare per tutto il periodo previsto).
Chissà se indignano chi si indigna anche quelle ragazzine che vanno avanti e indietro nel piazzale della stazione centrale portando sulle spalle un cartellone, a mo' di "donne sandwich".
guardiamo anche questo per favore... http://www.corriere.it/esteri/14_giugno_22/a-morte-sposa-bambina-che-si-era-ribellata-marito-7ff9179c-f9da-11e3-88df-379dc8923ae4.shtml
A morte la sposa bambina che si...
A morte la sposa bambina che si era ribellata al marito
Costretta alle nozze a 14 anni, l’ha ucciso a 17. La sentenza rischia di essere eseguita immediatamente di Viviana Mazza
Delara Darabi arrestata a 17 anni per omicidio, impiccata a 23. Non servirono le critiche straniere
A 14 anni è diventata moglie, a 15 anni madre, a 17 anni omicida. Razieh Ebrahimi, che di anni oggi ne ha 21, ha confessato di aver ucciso l’uomo che era stata costretta a sposare, ed ha un appuntamento col patibolo in Iran.
Per salvarla si sono mobilitate molte organizzazioni internazionali per i diritti umani, tra cui «Human Rights Watch» e «Amnesty International», ma la donna potrebbe essere impiccata questa settimana.
Razieh è stata data in sposa per volere del padre a un vicino di casa che faceva l’insegnante. Per tre anni - ha raccontato la donna - l’ha picchiata e insultata, finché una sera dopo l’ennesimo litigio seguito dalle botte, lei ha deciso di reagire. «Non ho chiuso occhio quella notte - ha raccontato al quotidiano iraniano Shargh -e al mattino mi sono ritrovata seduta a guardarlo dormire. Pensavo a quello che mi aveva fatto, a tutte le umiliazioni: ogni singolo evento mi è passato di fronte agli occhi come in un film. Quella mattina ho preso la pistola e gli ho sparato». Non ha confessato subito: all’inizio ha sepolto il cadavere in giardino e denunciato la sua scomparsa alla polizia. E’ stato il padre di Razieh a scoprire la verità e a denunciarla. La sua storia getta luce su due gravi questioni. La prima è il fenomeno delle spose bambine (un problema non solo in Iran). Nella Repubblica Islamica, l’età minima per il matrimonio è di 13 anni per le femmine e di 15 per i maschi (ma anche meno se c’è il consenso dei tutori e del tribunale). Il caso di Razieh non è unico e, secondo l’avvocata iraniana Shadi Sadr, è un atto di disperazione: «Donne come Razieh vengono in pratica stuprate sotto il pretesto del matrimonio. Per venirne fuori, alla fine, uccidono se stesse o il marito».
La seconda questione è quella delle esecuzioni per crimini commessi prima dei 18 anni: una violazione della Convenzione sui diritti dell’Infanzia. L’Iran l’ha ratificata ma continua a punire come adulti i bambini a partire dai 15 anni e le bambine dai 9. Negli ultimi 5 anni è successo solo in Iran, Yemen, Sudan, Arabia Saudita e per mano di Hamas a Gaza.
Nel maggio dell’anno scorso, Razieh Ebrahimi ha già rischiato di finire impiccata, ma quando i carcerieri sono andata a prenderla e ha raccontato di essere stata arrestata a 17 anni, l’hanno riportata indietro. L’avvocato ha cercato di far riaprire il caso, in nome di recenti emendamenti al codice penale (che prevedono che il giudice possa valutare la capacità del minorenne di capire le conseguenze delle proprie azioni), ma la Corte Suprema ha rifiutato. La campagna internazionale in suo favore si è fatta più intensa negli ultimi giorni. E anche all’interno dell’Iran, la società civile è sempre più attiva contro la pena capitale. Una via per salvarla consisterebbe nell’ottenere il perdono dei parenti della vittima: possono accettare del denaro in cambio della vita del condannato. Lo scorso aprile, ad esempio, una madre ha perdonato l’assassino del figlio quando aveva già il cappio al collo: un gesto che ha ispirato altri. Ma nel caso di Razieh, questa possibilità pare al momento fuori discussione.
Caro Roberto, questo commento l'ho approvato, ma c'entra poco con l'oggetto di questa discussione... se vuoi sensibilizzare i milanesi (in particolare gli amministratori della città) su ciò che, purtroppo,...
Caro Roberto, questo commento l'ho approvato, ma c'entra poco con l'oggetto di questa discussione... se vuoi sensibilizzare i milanesi (in particolare gli amministratori della città) su ciò che, purtroppo, accade alle donne nel resto del mondo, dovresti avviare una discussione dedicata all'organizzazione di iniziative milanesi per opporsi a queste cose... altrimenti il tutto c'entra poco con Milano e dintorni e quindi con partecipaMi.
ma quelle donne che hai visto coperte dal velo ci sono anche in Italia, esattamente a Milano, come le altre donne, quei corpi sono qui, quella mancanza di rispetto è anche qui, non devo cercare lontano, cerco a...
ma quelle donne che hai visto coperte dal velo ci sono anche in Italia, esattamente a Milano, come le altre donne, quei corpi sono qui, quella mancanza di rispetto è anche qui, non devo cercare lontano, cerco a Milano
Se rispetto della donna deve essere, parliamone completamente. No ??
no alle donne nude ma ... le vogliamo vestite così ??
La giunta si è data da fare, via i culetti dalla pubblicità, sì al sadomaso, che rispetta tutte le dignità.
Evviva !! ma sono sicuramente male lingue, sicuramente, ovvio che sono malelingue ....
«Erotismo...
La giunta si è data da fare, via i culetti dalla pubblicità, sì al sadomaso, che rispetta tutte le dignità.
Evviva !! ma sono sicuramente male lingue, sicuramente, ovvio che sono malelingue ....
«Erotismo lesbico, shibari e bdsm in sede istituzionale: fatto!» esultava Rita Pierantozzi, attivista per i diritti dei gay. .
Immaginate un lunedì sera qualunque. Uno di quelli in cui, complice la noia, si decide di uscire per partecipare a qualche attività promosso dal Comune. Nessuna sorpresa, di solito. A volte, invece, a Milano capita di incappare nella presentazione di “Nuda - Racconti Erotici”, l’ultimo gioiello editoriale gay-lesbo presentato alla Casa dei Diritti di via De Amicis. Per chi non sapesse, si tratta di un lussuoso palazzo in pieno centro che la giunta ha deciso di destinare - dopo aver speso migliaia di euro per i restauri - alle attività delle associazioni “arcobaleno”. «Un luogo», aveva detto l’assessore alle Politiche Sociali Pierfrancesco Majorino, «dove i diritti di tutti, contro ogni tipo di discriminazione, saranno tutelati e difesi e dove saranno realizzate attività culturali proposte dalla città». E invece ora si insegnano pratiche Bdsm.
Per chi non fosse al corrente del significato di questo acronimo, e speriamo sia la maggioranza dei lettori, per Bdsm si intende un insieme di pratiche sessuali basate sulla dominazione e la sottomissione. Quindi Bondage e Disciplina, Dominazione e Sottomissione, Sadismo e Masochismo. Da qui la sigla. Il tutto, ovviamente, è stato illustrato con una serie di esempi pratici, come si può vedere nelle immagini pubblicate a lato. Il tutto all’interno di un contesto pubblico.
Il librino, poche pagine pubblicate in versione ebook, è stato scritto da Michela Pagarini, scrittrice, milanese d'adozione, lesbica «militante e orgogliosa» che ha raccolto tra le sue pagine «trentuno istantanee di erotismo lesbico dove gli elementi tradizionali dell'eros incontrano gli assi portanti del Bdsm». «Erotismo lesbico, shibari e bdsm in sede istituzionale: fatto!» esultava Rita Pierantozzi, attivista per i diritti dei gay. Perché la presentazione del volumetto era solo un punto di partenza per arrivare invece poi a discutere di «pratiche Bdsm, dei loro significati, personali e politici». A chiudere, «un assaggio di performance di shibari», una versione del bondage che consiste nel legare il proprio partner per piacere con corde giapponesi. Una pratica erotica antica, complessa e che, troppo spesso, ha portato i “giocatori” a un livello di perversione tale da condurre il partner legato alla morte per asfissia. Un dialogo aperto che ha inorridito gli esponenti della destra milanese che gridano allo scandalo.
«Il diritto alla decenza chi lo tutela? E il diritto al buon gusto chi lo tutela? E il diritto dei minori chi lo tutela? E perché no il diritto dei cattolici chi lo tutela?» domanda Nicolò Mardegan, coordinatore pro tempore del Nuovo Centrodestra cittadino «Questi sono tutti i diritti che tuteleremo noi quando cacceremo Majorino e questa amministrazione dal Comune di Milano». «Apprendo con stupore questa notizia» continua Mardegan che sottolinea come, a questo punto, «il grave aumento delle tasse da parte della giunta Pisapia serve per sponsorizzare eventi pornografici». «I milanesi credo che a questo punto facciano il conto alla rovescia attendendo con ansia il giorno delle prossime elezioni cittadine, nel 2016» ha concluso il coordinatore pro tempore di Ncd.
Si dice «inorridita» da questo evento anche Irene Pasquinucci, consigliere di Zona 7 per il Nuovo Centrodestra. «Lo stesso rigurgito lo avrei avuto se la Casa dei Diritti del Comune di Milano avesse ospitato una serata sullo stesso tema in chiave etero» precisa Pasquinucci. «Mi sembra decisamente poco decente ospitare alla Casa dei Diritti un evento del genere, e farne pubblicità nell’home page del sito del Comune di Milano». Per la consigliera di zona di Ncd, infatti, «un conto è difendere e sostenere i diritti delle persone, un altro rappresentare in un luogo istituzionale un evento sadomaso. Non capisco assolutamente perché il sesso sadomaso-lesbico, la perfomance di bondage, la «frusta in mano», la «pratica del sesso intriso di dominazione e sofferenza e piacere abbiano trovato spazio in un luogo così decoroso? L’assessore Majorino deve a tutti i milanesi molte spiegazioni».
Ma sono d'accordo! Pisapia e la sua giunta sono dei demagoghi e falsi moralisti, tutto quello che fanno è per appoggiare questo o quello in funzione dei propri interessi personali.
Le mutande sul manifesto non...
Ma sono d'accordo! Pisapia e la sua giunta sono dei demagoghi e falsi moralisti, tutto quello che fanno è per appoggiare questo o quello in funzione dei propri interessi personali.
Le mutande sul manifesto non vanno bene, le lezioni sadomaso sì. Forse perchè la nota marca di acqua minerale non si sarà procacciata il favore di pisapia nei modi non noti ai +, ma che tutti ben si immaginano..
ma cosa vuoi, questa giunta è ...sinistra
http://www.milanotoday.it/politica/libro-erotico-casa-diritti-polemiche.html
Performance bondage alla Casa dei Diritti. L'assessore: "Mai più"
Polemiche dopo...
Performance bondage alla Casa dei Diritti. L'assessore: "Mai più"
Polemiche dopo la performance. Il Ncd: "Poco decente alla Casa dei Diritti". Majorino: "Doveva essere solo una presentazione di libro, organizzatori hanno sbagliato"
Redazione MilanoToday25 Giugno 2014
Pierfrancesco Majorino
E' polemica sulla presentazione di un libro alla Casa dei Diritti, nell'ambito della Pride Week. L'iniziativa (di lunedì 23 giugno) ha infatti provocato una durissima reazione del Nuovo centrodestra. Il libro è "Nuda. Racconti erotici" di Michela Pagarini. Ma il problema non è tanto il libro, quanto la performance di bondage alla fine della presentazione.Bondage, per chi non lo sapesse, è un insieme di pratiche erotiche di vario tipo, ma accomunate dal fatto che almeno uno dei partner viene (volontariamente) limitato nei suoi movimenti e/o nelle sue sensazioni.
"Ci sembra poco decente ospitare alla Casa dei Diritti un evento del genere", commenta Irene Pasquinucci, consigliera di zona 7 del Ncd, "e farne pubblicità nell'home page del sito del comune di Milano. Un conto è difendere e sostenere i diritti delle persone, un altro rappresentare in un luogo istituzionale un evento sadomaso".
Durissimo anche Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali, che attacca gli organizzatori: "La Casa dei Diritti non è, e non sarà mai, un luogo appropriato per ospitare iniziative come quelle di lunedì. Gli organizzatori ci avevano annunciato la semplice presentazione di un libro, mentre nello spazio comunale si è andato oltre con una performance non prevista", spiega in una nota.
"Gli organizzatori - continua - avevano l'obbligo di essere molto più chiari con noi. Da parte nostra, e quindi mia, vi è stata forse superficialità nel non aver verificato preventivamente il contenuto di quell'appuntamento. Episodi simili non si ripeteranno. Mentre andrà avanti, proprio in Casa dei Diritti, il percorso riguardante i servizi rivolti alla lotta alle discriminazioni e alle violenze".
Questo vuol dire:
essere orgogliosi di essere diversi (ma contemporaneamente non tollerare di essere trattati come diversi)
orgogliosi di essere vestiti male (o meglio di essere svestiti e mostrare quelle...
Questo vuol dire:
essere orgogliosi di essere diversi (ma contemporaneamente non tollerare di essere trattati come diversi)
orgogliosi di essere vestiti male (o meglio di essere svestiti e mostrare quelle parti del proprio corpo che possono dare fastidio ad altri o confondere i valori che alcuni genitori si ostinano ad insegnare ai propri figli)
orgogliosi di essere truccatissimi (ovvero non essere orgogliosi di ciò che si è ma della maschera artificiale con cui si vuole apparire)
Da parte mia massimo rispetto per i sentimenti delle persone, ma queste manifestazioni di "orgoglio" le eviterei volentieri.
Qui si parlava di ostentazione del corpo per ottenere qualcosa, il resto per ora non mi interessa: sessismo, parola assurda per dire che si usa il sesso.
Se una donna mosta il sedere in una publlicità, la...
Qui si parlava di ostentazione del corpo per ottenere qualcosa, il resto per ora non mi interessa: sessismo, parola assurda per dire che si usa il sesso.
Se una donna mosta il sedere in una publlicità, la giunta fa rimuovere la pubblicità da ATM, se un uomo o supposto tale, o donna, o supposta tale, si mostra seminuda, invece è orgoglio ??
Mah....
Qui è la giunta paragnosta, o supposta tale, oppure leggermente ipocrita: o no ??
Dilaganti espressioni
La stampa è piena di foto di Belén che fa compere in centro portandosi appresso un "lato b da urlo".
"Lato b da urlo" che "esibisce" sotto un paio di blue-jeans neri da farla...
Dilaganti espressioni
La stampa è piena di foto di Belén che fa compere in centro portandosi appresso un "lato b da urlo".
"Lato b da urlo" che "esibisce" sotto un paio di blue-jeans neri da farla sembrare (pur sempre bellissima) un taglialegna altoatesino (per rimarcare la sua evidente volontà di non provocare).
Premesso che non credo sia possibile - il "lato b da urlo" - non portarselo appresso e (almeno in certi movimenti) nasconderlo, mi domando quanta maleducata violenza contribuisca a diffondere questa maniera di "vedere" la donna ed alcune sue parti.
A partire da quell'"urlo", degenerazione del "fischio" di quando eravamo dei semplici pappagalli, dal quale poi si è passati al pizzicotto e così indietro, sino allo stupro ed al femminicidio.
l Moulin Rouge compie 115 anni
Lo storico locale che ha dato vita al can can apriva i battenti a Parigi il 6 ottobre del 1899
12:27 - Il 6 ottobre del 1899 apre a Parigi il Moulin Rouge, lo storico...
12:27 - Il 6 ottobre del 1899 apre a Parigi il Moulin Rouge, lo storico locale situato nel famoso quartiere a luci rosse di Pigalle. Il Moulin Rouge nacque sull'onda del successo del Moulin de la Galette, un ristorante danzante ricavato nel 1870 dentro un vecchio mulino a vento nella parte alta di Montmartre. Charles Ziedler e Joseph Oller, allora proprietari dell'Olympia pensarono di creare un cabaret sullo stesso stile del Moulin de la Galette a Pigalle, proprio ai piedi di Monmartre, e di costruirvi sopra un mulino ovviamente finto, vista la mancanza di vento in quella zona.
Il suo successo fu pressoché immediato, anche per il repertorio di danze e spettacoli, fra cui il celeberrimo can-can (nato dalla "quadriglia naturalistica"), assolutamente rivoluzionari per quei tempi, ma che furono ritenuti licenziosi dall'opinione pubblica e che ebbero, nel 1898, un ritrattista d'eccezione come Henry de Toulouse-Lautrec, assiduo frequentatore dei quartieri di Pigalle e Montmartre. Ancora oggi il Moulin Rouge è rimasto un'attrazione per molti turisti grazie alla sempre ricca offerta di spettacoli di intrattenimento e danza.
cosa facciamo lo censuriamo o lo sostituiamo con questa ??
Rimuovete quei cartelloni!
A nome di non si sa di chi hanno chiesto al Comune (che pare lunedi lo farà) di rimuovere quelle foto pericolose per il traffico.
"Il pericolo di Milano sono le buche, non i...
Rimuovete quei cartelloni!
A nome di non si sa di chi hanno chiesto al Comune (che pare lunedi lo farà) di rimuovere quelle foto pericolose per il traffico.
"Il pericolo di Milano sono le buche, non i cartelloni pubblicitari", il (sacrosanto) commento di Belén.
"Dopo le polemiche sollevate dai residenti, alle 8 di lunedì è stato rimosso il manifesto «della discordia»"
Ha prevalso la Milano bacchettona o la pragmatica Milano?...
"Dopo le polemiche sollevate dai residenti, alle 8 di lunedì è stato rimosso il manifesto «della discordia»"
Ha prevalso la Milano bacchettona o la pragmatica Milano?
Moratoria delle pubblicità lesive della Dignità della Donna Città libere dalla pubblicità offensiva poiché essa legittima e genera violenza sulle donne