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Inviato da avatar Antonella Loconsolo il 16-06-2014 alle 15:49

Capisco che fare una lunga dissertazione sul tema possa dare grande soddisfazione, resta il fatto che tutte le nazioni civili hanno leggi contro l'uso strumentale del corpo femminile nella pubblicità. O anche contro le pubblicità che vedono sempre e solo la donna che fa funzionare la lavatrice e l'aspirapolvere, che spruzza il detersivo sgrassatore.

Anche queste persone non girano questi spot perchè costrette.

Ciò non toglie che si possa migliorare il livello di civiltà del nostro Paese costringendo le aziende a non farlo, a non cadere nello stereotipo, a non coltivare sessismo e discriminazione. "Che c'entra il sedere col succo di frutta?", chiede a sua mamma la giovanissima Arianna nella fermata della metro. Ecco, che c'entra. Niente, dobbiamo dirlo ad Arianna e anche al suo fratellino, perchè crescano differenti e, se un giorno si occuperanno di marketing o di pubblicità, il loro primo pensiero non sia scegliere quale quarto di donna utilizzare (petto o coscia?) per pubblicizzare la qualsiasi.

Dignità della donna, la difendiamo insieme, perchè insieme ci viene tolta. E perchè su questa dignità negata, proprio in quanto donne, si è costruita una società oppressiva, che qui retribuisce meno le donne in quanto donne, le esclude dal mondo del lavoro, le lascia ai soli livelli più bassi della carriera, altrove le condanna ad una vita di stenti, alla schiavitù, alla subordinazione.

Lo so, un sedere, un succo di frutta, che vuoi che siano. Sono solo un fatto di principio, un piccolissimo anello di una lunghissima catena di azioni che devono essere compiute per veder nascere una società migliore.

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