Elezioni Milano 2011: sui giornali e in rete (dal 13 dicembre 2010 al 31 gennaio 2011)

Le parole di La Russa "i ruoli non si assegnano ai partiti ma alle persone", nella discussione su chi mai potrebbe essere il vicesindaco, mi hanno indotto ad una riflessione.

Secondo lui: vittoria annunciata del centrodestra e vicesindaco...si vedrà.

Secondo me: quando mai è stato assegnato un ruolo (qualunque esso fosse) ad una persona senza che il partito avesse ampiamente designato la stessa?

Berlusconi ha designato il Moratti bis, alle primarie il PD aveva designato Boeri, la Lega vuol mettere la trota a Milano!!!!!!

D'accordo, Milano è una città sull'acqua, ma francamente questa mi sembra una bufala giornalistica non degna nemmeno di attenzione o di riflessione.

Ancora secondo me: non sarebbe molto meglio enunciare chiari programmi o progetti, garantendo i cittadini, che saranno rispettati, IN CASO DI ELEZIONE?

Tutte queste chiacchiere anzitempo, le paragono ai famigerati exit-poll che prosperano ad ogni tornata elettorale!

Mala tempora currunt (per chi avesse dimenticato il latino: che tempi maledetti!)

Cecilia Bonatti

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_dicembre_15/berlusconi-fiducia-moratti-pdl-lega-18178829640.shtml

Gli effetti della sofferta fiducia al governo incidono anche sulla politica milanese.

Berlusconi: confermiamo fiducia alla Moratti da parte di Pdl e Lega

Il sindaco: l'appello ai moderati è un segnale importante. De Corato: nessuna alleanza con Fli

MILANO - Silvio Berlusconi: «Il problema per il sindaco di Milano non si pone: confermiamo la fiducia a Letizia Moratti che gode anche della stima della Lega». Nel giorno della sofferta fiducia alla Camera, il premier incorona nuovamente la Moratti, assicurando l'appoggio della Lega. E il sindaco uscente, ringrazia. E rilancia: «Felice per l'esito del voto. L'appello che Berlusconi ha rivolto ai moderati è un segnale importante. Un invito di grande saggezza che anche Milano sono convinta saprà cogliere».

Parlano i protagonisti. Ma al di là delle buone intenzioni, per una fetta del Pdl è il momento del redde rationem. Il vicesindaco, Riccardo De Corato, sbatte la porta in faccia ai futuristi di Gianfranco Fini e detta le condizioni all'Udc, nonostante la Moratti abbia sempre lavorato per allargare la maggioranza al Fli e agli uomini di Casini (attualmente in giunta). «Quanto è successo alla Camera - attacca il vicesindaco - deve determinare anche qualche reazione sulla partita delle amministrative di Milano. Perché è evidente che Fli è ormai irrecuperabile e sono stucchevoli le manovre di riavvicinamento. Mentre sull'Udc la porta è socchiusa, ma non si può tenere a vita i piedi in due scarpe».

E se non fosse stato sufficientemente chiaro, De Corato rincara la dose: «Dopo il veleno che è stato gettato sul Pdl e su Berlusconi, puntare ancora a una coalizione allargata del centrodestra ai futuristi sarebbe un salto all'indietro. Con il partito di Casini condividiamo valori e continuiamo a lavorare insieme, ma per il futuro non c'è più tempo per tentennamenti democristiani da prima Repubblica, serve chiarezza: si sta di qua o di là». Un messaggio ai finiani, ma anche al sindaco Moratti che ha sempre insistito sull'allargamento della coalizione ai futuristi. Romano La Russa, coordinatore provinciale del Pdl, va ancora più in là e chiede ai finiani di «ritirarsi dalla politica». «Ora mi aspetto un gesto di dignità e responsabilità da parte di altri transfughi, che pensavano di poter dettare legge e condizioni alla coalizione di maggioranza e - soprattutto - condizionare le elezioni di Milano: mi attendo il loro ritiro dalla politica».

Meno tranchant, il coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà. Ma la sostanza non cambia: «Se il Fli, pur uscendo dal governo lo avesse sostenuto, adesso sarebbe più facile mantenere un rapporto. Oggi come oggi, dopo che si sono schierati con l'opposizione, è tutto molto più difficile. Se in un prossimo futuro ci sarà un ripensamento di Fli e Udc nei confronti del governo si riapre la partita su Milano. Altrimenti niente». Podestà è molto scettico anche sulla nascita di un Terzo Polo. «Mi sembra non ci sia spazio per un Terzo Polo - continua il coordinatore regionale - Potrebbero fare un'operazione di disturbo e costringere la Moratti al ballottaggio. Ma non avrebbe nessun senso se non quello di dare una mano al centrosinistra che si schiera con un candidato della sinistra. L'elettorato non li seguirebbe».

Replica il coordinatore di Fli, lombardo, Giuseppe Valditara: «A questo punto Letizia Moratti deve dirci cosa vuole fare. Perché altrimenti rischia il ballottaggio». Parole dure. Come parole dure sono quelle rivolti ai suoi ex colleghi del Pdl: «I veri responsabili della spaccatura del centrodestra sono usciti allo scoperto e sono quelli che hanno indotto Berlusconi a espellere Fini dal Pdl e a radicalizzare lo scontro. Sappiamo benissimo che gli ex colonnelli e i loro portaborse sono i principali responsabili del fallimento del Pdl».

E sul Terzo Polo taglia corto: «Noi siamo interessati a un nuovo centrodestra. Dopo l'espulsione, anche a livello milanese, da parte dei larussiani, credo che si rafforzi definitivamente la prospettiva di un nuovo centrodestra che prescinda da chi ha perso l'appuntamento con la storia. Non è pensabile che una città moderata, riformista e liberale come Milano possa essere agli ordini di politici reazionari e post fascisti». «L'ipotesi di un nuovo Polo non è affatto tramontato - attacca il responsabile cittadino dell'Udc, Pasquale Salvatore - E se nascerà un nuovo polo saremo noi i primi a far chiarezza anche a proposito della nostra presenza in giunta. L'Udc ha sempre tenuto aperto il dialogo con la Moratti e lo continueremo a fare».

Maurizio Giannattasio
15 dicembre 2010

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_dicembre_17/podesta-palmeri-moratti-fli-dimissioni-18195743307.shtml

palazzo marino - Il presidente del consiglio comunale: richiesta di una minoranza

Podestà: ora Palmeri deve dare le dimissioni. Il sindaco: aspettiamo

Il Pdl: serve un chiarimento politico dal Fli

MILANO - «Sono certa che se farà prevalere il suo ruolo istituzionale rispetto al suo ruolo politico non si creeranno problemi. E credo che questo sia interesse di tutti, di tutte le parti politiche, che in maniera responsabile devono guardare all'interesse della città». Letizia Moratti usa toni soft e concilianti. Contro Manfredi Palmeri, il presidente dell'aula di Palazzo Marino eletto con i voti del Pdl e passato in forza a Fli, non è il caso di andare alla guerra. Di tutt'altro avviso invece Guido Podestà, il presidente della Provincia nonché coordinatore regionale del Pdl: «Sarebbe più opportuno se Palmeri si dimettesse».

Un caso Fini in sedicesimo. Il presidente del Coniglio comunale che migra verso i lidi futuristi, le polemiche, la richieste di dimissioni, i falchi su entrambi i fronti. In mezzo, Letizia Moratti. Che alla speranza di un recupero dei finiani nello schieramento che sosterrà la sua corsa a sindaco non ha mai rinunciato. Mercoledì lo schema si è arricchito di una novità: i consiglieri di Fli hanno votato con l'opposizione un emendamento al bilancio mandando sotto la maggioranza. «D'ora in poi - ha avvertito la finiana Barbara Ciabò - non garantiremo più numero legale e voto sulle delibere». Ieri l'ultima scossa, con Palmeri che vota di nuovo con il centrosinistra e la maggioranza che si salva per un soffio.

Benzina sul fuoco. Il capogruppo pidiellino Giulio Gallera (che giovedì però ha «disertato» l'aula di Consiglio) pretende chiarimenti. «Anche perché la questione potrebbe avere dei profili di illegittimità. Da regolamento nell'ufficio di presidenza devono sedere tre rappresentanti di maggioranza e due di opposizione. Se Fli non fa più parte delle forze che sostengono il sindaco e la giunta deve dirlo chiaramente. A quel punto bisognerà rivedere anche gli assetti istituzionali del Consiglio». A quel punto, lascia intendere Gallera, il Pdl di Palazzo Marino tornerà alla carica per le dimissioni di Palmeri dallo scranno più alto dell'aula. Milano come Roma. Le dimissioni? «Il presidente della Provincia e il capogruppo del Pdl prendano atto che la loro è una posizione minoritaria», replica Palmeri: «I più saggi, infatti, mi chiedono di fare l'esatto contrario per serietà e coscienza, e per non essere io ad aggiungere nuove difficoltà a quelle evidenti che la maggioranza ha già». «È una piccola e assurda vendetta», aggiunge Tiziana Maiolo (Fli): «Manfredi ha sempre dimostrato di essere super-partes».

Si litiga su Palmeri e si discute di terzo polo. «È un'aggregazione transitoria, sono molte di più le cose che li dividono rispetto a quelle che li uniscono», taglia corto Guido Podestà. Che invece apre un piccolissimo spiraglio all'ipotesi di un vicesindaco targato Lega: «Non sarebbe uno scandalo, anche se Milano ha un numero due molto forte e amato come De Corato».

Andrea Senesi
17 dicembre 2010

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/12/18/news/lista_unica_l_ultimatum_di_boeri_una_risposta_entro_met_gennaio-10373118/

POLITICA

Lista unica, l'ultimatum di Boeri
«Una risposta entro metà gennaio»

L'architetto sconfitto alle primarie del centrosinistra: "Allarghiamo il consenso o non arriveremo al ballottaggio". A fine febbraio lancerà col Pd il suo progetto per Milano: "Pisapia è d'accordo"

di STEFANO ROSSI

Stefano Boeri non alza la voce, ma fa arrivare un messaggio forte e chiaro. Anche al Pd milanese, che lo ha sostenuto alle primarie del centrosinistra con un fervore giudicato esagerato da alcuni (Walter Veltroni, per dirne uno) e non lo ha abbandonato dopo la sconfitta. In un incontro pubblico allo Spazio Forma, davanti a un centinaio di persone, l’architetto ha fissato alcuni punti che ritiene imprescindibili. Il primo, è la lista civica unitaria a sostegno di Giuliano Pisapia e guidata dagli altri candidati alle primarie: «È necessaria per ampliare la base elettorale, altrimenti i partiti del centrosinistra, tutti insieme, non ce la fanno nemmeno a portare Pisapia al ballottaggio. Lo dico al Pd, a Sel, a tutti: la difesa del proprio orticello non serve a niente. Si deve dialogare con chiunque in questo momento sia all’opposizione della Moratti, inclusi Udc e Fli».

Parole nette, cui segue una scadenza precisa: «Entro il 15 gennaio voglio sapere se la lista civica unitaria si fa. I partiti e i candidati mi dicano sì o no. Se sarà no, proseguirò comunque il mio impegno politico in altro modo. Come, ancora non lo so». Valerio Onida si è già sfilato dal progetto di Boeri. Due giorni fa si è detto disponibile a «discutere di una lista civica con gli altri soggetti della coalizione, purché allarghi il consenso». Ma chiarisce: «Non è affatto detto che la prospettiva sia la lista unica. Mi preme solo che non ci siano liste contro il Pd o per portare via voti a qualcuno».

La strada, dunque, appare ancora lunga e le reciproche diffidenze spiegano bene la perdita di slancio seguita alle primarie. Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Comune, allo Spazio Forma ha rilanciato la lista civica unitaria. Piena sintonia, dunque, con Boeri, che nel frattempo traccia un percorso personale, centrato sulla nascita del laboratorio «Cambiamo città, restiamo a Milano», aperto ad ampio raggio alla società civile.

Le tappe sono già definite. A gennaio ci sarà l’assemblea degli iscritti, il 23 e 24 gennaio verrà presentato, con il Pd, il «progetto per la città» elaborato a partire dal programma delle primarie. Fra i punti certi, Ecopass da trasformare in congestion charge, salvaguardia delle aree agricole, diverso rapporto con l’hinterland: «E un atteggiamento diverso sul Pgt — dice ancora l’architetto — Non possiamo limitarci all’ostruzionismo, dobbiamo proporre un piano urbanistico alternativo». Nessun pericolo di sovrapposizione con le iniziative programmatiche di Pisapia: «È tutto fatto in accordo con Giuliano», spiega Boeri. E poi c’è quella scadenza di metà gennaio, che dovrà per forza cambiare qualcosa nella marcia finora non irresistibile della coalizione.

(18 dicembre 2010)

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_dicembre_21/magdi-allam-lista-civica-io-amo-milano-181118676958.shtml

nuova lista alle comunali - l'incontro con la Moratti

Magdi Allam lancia «Io amo Milano»

Gemmazione del movimento «Io amo l'Italia». «Contrario a ogni lista islamica e alla costruzione di una moschea»

MILANO - Madgi Cristiano Allam lancia la sua lista alle comunali di Milano e annuncia che «Io Amo Milano», gemmazione del suo movimento «Io Amo l'Italia» si batterà perché non sia mai autorizzata la costruzione di una moschea sotto la Madonnina. «Siamo disposti ad accogliere i musulmani come persone, purché rispettino le nostre leggi - ha affermato Allam - ma siamo contrari alla presenza a Milano di moschee perché sono luoghi dove si alimenta un'ideologia che istiga all'odio e alla violazione dei diritti umani fondamentali». Contrario anche a una lista islamica «in qualsiasi forma si presenti».

«Io amo l'Italia» comparirà nella scheda elettorale delle prossime comunali con il simbolo del tricolore crociato, ma il suo leader non ha ancora sciolto la riserva sul possibile accordo elettorale con Letizia Moratti. Proprio oggi Allam vedrà il sindaco e già in più occasioni ha dichiarato che la collocazione politica e ideale del suo movimento è il centrodestra. «Valuteremo assieme il da farsi» ha detto Allam richiamando l'importanza in questa fase esplorativa di chiarire i punti programmatici del movimento. Fra gli altri il sostegno all'economia sociale di mercato e alle micro e medie imprese, il tema della sicurezza e la difesa dei diritti inviolabili della persona.

Di certo, «Io Amo Milano» sarà una lista in contrapposizione all'Udc, partito per il quale Allam è stato eletto da indipendente al Parlamento europeo. «Non condivido la strategia nazionale dell'Udc - ha affermato Allam, sancendo il suo strappo con i centristi - che a seconda della convenienza del momento sta un po' a destra e un po' a sinistra. Né approvo l'idea di dar vita a un nuovo contenitore politico dove i cattolici convivono accanto a relativisti e laicisti».

Redazione Cronaca di Milano
21 dicembre 2010


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/10_dicembre_21/moratti-vicino-magdi-181121692224.shtml

«Un terreno comune sul pericolo del fondamentalismo»

Comunali, Moratti: «Con Allam valori condivisi. Avviato un percorso»

De Corato: «Un fatto positivo. Per motivi di sicurezza non verranno costruite nuove moschee»

MILANO - Sembra in discesa la strada che porterà al matrimonio politico tra Magdi Cristiano Allam e Letizia Moratti in vista della campagna elettorale per le comunali di Milano. Il sindaco uscente, in corsa per il bis, ha incontrato l'europarlamente dell'Udc che proprio lunedì ha presentato la lista «Io Amo Milano» per le prossime amministrative. «Abbiamo condiviso un percorso di collaborazione - ha affermato il sindaco Moratti durante il tradizionale scambio di auguri natalizi in municipio - che non nasce certo adesso, ma nasce dalla condivisione di valori. Ci rivedremo subito dopo le feste». Il sindaco Moratti si è detta in linea con la visione ideale dell'ex giornalista da anni noto per le sue prese di posizione antislamiche. «Condividiamo i valori - ha spiegato Letizia Moratti - della centralità della persona, della famiglia e di un bene comune che è fatto di un equilibrio fra diritti e doveri e non di buonismo». Del resto Letizia Moratti non si è detta così in dissenso con Magdi Cristiano Allam che lunedì aveva chiuso categoricamente alla nascita di moschee a Milano. «Io ho detto moschea sì - ha precisato Letizia Moratti - ma nel rispetto di un quadro di regole nazionali che al momento non ci sono».

«TERRENO CONDIVISO» - Regole che enumera un determinato Riccardo De Corato, vicesindaco di Milano: «In assenza di una normativa nazionale, moschee a Milano non ce ne saranno. Perchè senza regole, dai sermoni in italiano al registro degli imam, ai controlli da parte delle forze dell’ordine, alla stessa intesa tra Stato e comunità musulmana, al momento inesistente, non ci sono sufficienti garanzie. E noi dobbiamo sapere cosa si dice nella moschee, onde evitare, come e successo per viale Jenner, che diventino luoghi di reclutamento del fondamentalismo». «Finche la città sarà amministrata dal centrodestra, non ci sarà una moschea a Milano - ha ribadito De Corato -. La questione è di sicurezza. La Coreis di via Meda che la limita solo al problema urbanistico fa un passo più lungo della gamba ipotizzando una moschea nel 2012. Perchè lì c’è gia una struttura, frequentata da circa 200 fedeli». Ben venga dunque l'enfasi che la nuova formazione pone sulla questione sicurezza: «Il lavoro avviato con Magdi Allam per un accordo con la sua lista "Io amo Milano" a sostegno del sindaco Moratti è un fatto positivo. Anche perché c’è un terreno condiviso. Come sul pericolo che certi luoghi di culto possano rappresentare per Milano, a partire dall’istituto di viale Jenner che lo stesso Allam gia nel 2008 ha definito "la moschea piu inquisita e piu collusa con il terrorismo islamico internazionale in Italia"». «Le parole dell’europarlamentare che ieri ha ribadito il suo no alla moschea in città, in quanto in questi luoghi si alimenta un’ideologia che istiga all’odio e alla violazione dei diritti umani fondamentali, sono pertanto una conferma di una linea che ci trova uniti», ha detto il vice sindaco.

Redazione online
21 dicembre 2010

Da www.ilgiornale.it:

http://www.ilgiornale.it/milano/controesodo_fini_pdl_tornano_altri_tre_assessori/28-12-2010/articolo-id=496294-page=0-comments=1

martedì 28 dicembre 2010, 10:39

Controesodo da Fini al Pdl: tornano altri tre assessori (Palmeri replica a Lupi)

di Sabrina Cottone

Corsaro: «A questo punto il Fli lombardo vale meno dell’1,5%». Palmeri replica all’appello di Lupi: «Messaggi contraddittori». I ripensamenti in provincia di Varese, a Busto e Castellanza

Altri tre ritorni nel Pdl. Il luogo del controesodo è Varese, che aveva subito qualche fuoriuscita a causa dell’addio deluso di Luca Ferrazzi, che non era stato rieletto al Pirellone dopo essere stato ex assessore regionale di Alleanza nazionale. Insieme a lui erano andati via i tre assessori che adesso hanno ripreso la strada verso il Pdl (o quel che diventerà). Si tratta di Giuseppe Martignoni, assessore in Provincia di Varese e consigliere comunale a Gallarate, Luciano Lista, assessore del Comune di Busto Arsizio, e Giovanni Manelli, assessore del Comune di Castellanza.
Un nuovo segnale che l’appello al «senso di responsabilità» lanciato dal Pdl a livello nazionale si coniuga anche nelle realtà locali, nonostante qualche polemica e battibecco tra chi va, chi torna e chi è sempre rimasto. «A questo punto sono rimasti nel Fli solo Giuseppe Valditara e Cristiana Muscardini, se Futuro e libertà correrà da solo a Milano non raccoglierà più dell’1,5 per cento dei consensi» commenta il vicecoordinatore regionale del Pdl, Massimo Corsaro. Segue un appello a Luca Ferrazzi: «Sono convinto che lo stesso Luca Ferrazzi si stia chiedendo se vale la pena di continuare in un percorso così distante da quella che è la sua identità politica. Tutti coloro che sono passati di là si sono resi conti che i loro elettori per primi non condividono la scelta».
Un appello a serrare i ranghi e a costruire il futuro Pdl anche con gli esuli e gli ex alleati è arrivato anche da Maurizio Lupi. «Come è tornato Landi, speriamo che torni anche Palmeri. Ormai è evidente il fallimento del Fli» le parole del vicepresidente della Camera. Il presidente del consiglio comunale, Manfredi Palmeri, replica a stretto giro di posta: «Fermo restando che dal primo momento avevo detto della mia volontà positiva di dialogare ed evitare polemiche, prendo atto che dal Pdl arrivano messaggi di diversa natura e pure contraddittori: non mi faccio ammaliare da quelli positivi, non mi faccio intimidire quelli negativi». E ancora: «Certo è che non si può pensare di tendere la mano a chi si vuole colpire e viceversa... L’importante è che non siano danneggiate l’istituzione e la sua funzione, nell’interesse dei cittadini».
L’allusione, piuttosto esplicita, è alla richiesta di dimissioni da presidente del consiglio comunale arrivata dal coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà, ma anche ai frequenti attacchi del capogruppo del Pdl a Palazzo Marino, Giulio Gallera. Palmeri ha più volte rivendicato di non aver lasciato il partito con cui si era candidato a Palazzo Marino, perché nel 2006 era stato eletto sotto il simbolo di Forza Italia. L’«attenuante» vale anche per l’assessore Giampaolo Landi di Chiavenna, voluto in giunta da An e tra i primi a passare con Fini, ma che ha fatto rapidamente marcia indietro.

Fa bene il Pdl a non voler scontentare nessuno; io di vicesindaci ne farei tre, uno anche per Magdi Allam che tanto piace; rom, musulmani, donne, gay, bambini, nonni, giovani, precari (siete voi che non volete lavorare, ditela tutta, pelandrùn) tremate pure, a partire da ora. A Milano si fanno gli affari.

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/01/06/news/moratti_ha_fallito_sullo_smog_il_futuro_di_bici_bus_e_metr-10925044/

L'INTERVISTA

«Moratti ha fallito sullo smog il futuro è di bici, bus e metrò»

Il candidato sindaco Pisapia attacca: "Le poche cose fatte dal primo cittadino sull'inquinamento sono state contrastate dalla sua maggioranza". "La lista civica unitaria? Aspettiamo il terzo polo"
di STEFANO ROSSI

Giuliano Pisapia, candidato sindaco per il centrosinistra, fra i tanti temi in agenda per il 2011 c’è una presenza fissa: l’inquinamento. Il 2010 è andato discretamente grazie a una piovosità sopra la media del 37 per cento. Dipendiamo, però, sempre dal meteo.
«E dagli errori del centrodestra. Le poche cose fatte dal sindaco sull’inquinamento sono state contrastate dalla sua stessa maggioranza. Penso soprattutto all’Ecopass. Quando non si sa cosa fare, diceva De Gasperi, si istituisce una commissione. È quanto è accaduto sull’Ecopass, per di più tenendo nascosti i risultati del suo lavoro. Invece i cittadini vanno ascoltati: per questo i cinque referendum sull’ambiente vanno convocati al più presto, superando il boicottaggio del centrodestra».

Di quali scelte parla?
«L’Ecopass deve diventare una vera congestion charge, nella quale pagano tutti, in modo da limitare il traffico privato. Ma va rafforzato il servizio pubblico. Bisogna controllare Atm su frequenza e regolarità delle corse, ci vogliono più mezzi di notte e nel weekend. E penso a corsie ciclabili, più che a piste ciclabili».

Qual è la differenza?
«Le corsie ciclabili sono parti di marciapiede riservate alle bici, in senso opposto alle auto. All’epoca di Albertini il consiglio comunale approvò all’unanimità una mozione che individuava 80 marciapiedi adatti. Ad esempio in corso Buenos Aires».

Che però ha un forte traffico di pedoni.
«È un sistema che in molte città, come Parigi e Copenhagen, funziona. Il punto è rendere più facile e meno rischioso l’utilizzo di mezzi alternativi all’auto: bici, motorini e mezzi pubblici, per i quali vanno aumentate le corsie riservate. Si risparmiano tempo, soldi e stress».

Programmi ambiziosi.
«Basta un mandato per rendere il traffico più ecosostenibile. Non sono state fatte nemmeno le piccole cose: ad esempio, un biglietto giornaliero per i giovani valido su tutta la rete di trasporto pubblico incluso il bike sharing, a sua volta è da ampliare».

Ora dirà che l’integrazione tariffaria con il bike sharing in Europa esiste già.
«Da vent’anni. Le idee ci sono, ma occorre ascoltare. Il rettore del Politecnico propone di trasformare Città Studi in un campus pedonalizzato. Sono d’accordo, purché si ragioni di più isole in un programma di interventi coordinati. Lo esige anche la limitatezza delle risorse disponibili».

Su traffico e inquinamento incide anche l’urbanistica. Cosa dice del Pgt?
«Spero che oltre 4.000 osservazioni lo migliorino. Va modificato profondamente: così com’è non è al servizio della città ma degli immobiliaristi. Basta con il consumo di suolo, ricostruiamo dove si è già edificato difendendo verde e aree agricole. Vanno ristrutturate 5.000 case popolari inutilizzate che oggi per il Comune sono solo una spesa, da assegnare a giovani coppie, studenti fuori sede, ceto medio in crisi. L’housing sociale ipotizzato dalla Moratti riduce gli affitti solo del 5 per cento, invece ci vuole un calmiere reale».

Anche perché la crisi continua.
«Il welfare metropolitano ci sarebbe già se la Moratti non bloccasse la fondazione che dispone di milioni di euro. Il Comune potrebbe mediare in molte situazioni, ad esempio chiarendo che la destinazione d’uso per l’industria non cambia quando un imprenditore smantella una fabbrica perché gli conviene di più lo sfruttamento immobiliare. E potrebbe garantire forme di microcredito per l’imprenditoria giovanile, mettendo a disposizione migliaia di locali degradati e chiusi da affittare a basso costo alle aziende nascenti di italiani e stranieri».

Anche stranieri?
«Gli immigrati imprenditori creano ricchezza e occupazione. Le ordinanze nei quartieri spengono le luci ma non risolvono problemi di cui in vent’anni il centrodestra non è mai venuto a capo. Le pattuglie con i lampeggianti sono l’ultima trovata elettorale, perché servono solo a mettere in allarme i delinquenti. Né vorrei trasformare i vigili in Rambo, come la Moratti».

L’Expo?
«Dev’essere una manifestazione diffusa, che oltre al sito espositivo si serva di altre strutture: gli hangar di viale Sarca, i capannoni ex Ansaldo, il velodromo Vigorelli, la fondazione Pomodoro, il Museo della scienza e della tecnologia. Come Torino con l’Olimpiade invernale, Milano deve diventare più bella grazie all’Expo e tornare ad essere un punto di riferimento internazionale».

Il suo programma pare definito ma come va con i partiti? Si farà la lista civica unitaria?
«Per la redazione del programma, oltre agli undici tavoli tematici che partiranno dalla prossima settimana, si sono proposte già oltre 300 persone. Il 15 febbraio lo presenteremo. La coalizione si è allargata all’Idv, ma per la lista civica dovremo aspettare che ci sia più chiarezza sul progetto di terzo polo».

(06 gennaio 2011)

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/01/10/news/crollano_i_consensi_della_moratti_meno_cinque_punti_rispetto_al_2009-11068417/

IL CASO

Crollano i consensi della Moratti meno cinque punti rispetto al 2009

Il sondaggio Ipr-Sole 24 Ore dà il gradimento al 50 per cento: il più basso fra i sindaci delle grandi città del Nord. Pisapia: "Milano ha voglia di cambiare". Il Pdl: "E' solo una conseguenza della crisi"
di TERESA MONESTIROLI

Per il centrodestra la colpa è della crisi economica che ha pesato più nelle metropoli che nelle piccole città, per il centrosinistra invece si tratta solo di incapacità di governo. Comunque la si veda, però, il dato è incontrovertibile: il sindaco Moratti ha perso consenso. A dirlo è il “Governance poll 2010” del Sole 24 Ore, l’annuale classifica realizzata da Ipr Marketing che mette in fila tutti gli amministratori italiani (sindaci, presidenti di Provincia e governatori) secondo il gradimento dei loro cittadini.

Nel 2010 Letizia Moratti si piazza al 73° posto, a pari merito con Gianni Alemanno, primo cittadino di Roma, con il 50 per cento dei consensi, cinque punti meno rispetto al 2009, due più in basso del risultato elettorale del 2006. Un dato non eclatante, soprattutto se confrontato con quello degli altri sindaci. Per calo di consensi, infatti, Milano viene dopo solo Barletta, dove Nicola Maffei ha perso 11 punti in un anno, Taranto con il calo di 7,5 punti di Ippazio Stefàno e Verona, con Flavio Tosi che scende di 5,3. Ma c’è da dire che tutti e tre i recordman negativi sono ben più in alto, nella classifica generale, rispetto alla Moratti. Tosi si piazza addirittura al 3° posto, tra i più amati dietro solo a Matteo Renzi (primo col 67 per cento) e Sergio Chiamparino (secondo col 66 per cento).

«Il risultato del sondaggio si commenta da sé — dice Giuliano Pisapia, lo sfidante della Moratti per il centrosinistra — Il sindaco ha da tempo iniziato la sua campagna elettorale tappezzando la città di manifesti dove si rivendicano risultati che, evidentemente, la gente non ha colto. Questa è l’ulteriore conferma che Milano ha voglia di cambiare». Per l’opposizione la politica di Letizia Moratti, fatta di annunci seguiti spesso da repentini retromarcia, sta mostrando la corda e aprendo un varco nel consenso degli elettori. Se il capogruppo pdl Giulio Gallera dà ai risultati un’interpretazione positiva  «il consenso è del 50 per cento e questo dimostra che è possibile vincere al primo turno», il capogruppo pd Pierfrancesco Majorino, al contrario, legge un possibile segnale di cambiamento: «Un calo di cinque punti dimostra che la partita è aperta».

D’altronde, stando sempre a Ipr Marketing, a soffrire del calo non è il Pdl ma proprio lei, la prima donna di Milano, visto che il suo grande rivale, il governatore Roberto Formigoni, resta al quarto posto; non è lo stesso per Guido Podestà, presidente della Provincia, che invece porta a casa un triste 98° posto. Eppure il partito la difende, con l’europarlamentare Carlo Fidanza che spiega: «Questi dati mi sorprendono. In questi mesi, girando la città, ho avuto la sensazione opposta. Forse il problema è stata la crisi: a pagarne il prezzo più alto sono state le metropoli». E Gallera che aggiunge: «Il sondaggio è stato fatto in un momento di forti polemiche sull’Expo e quando il sindaco non aveva ancora iniziato a essere più presente in città. Oggi il risultato sarebbe migliore».

Ed è proprio lo scarso rapporto con i cittadini il tallone d’Achille del sindaco secondo Tiziana Maiolo, suo ex assessore, che dice: «I cittadini l’hanno sempre percepita come lontana, questo è stato un grosso errore». Mentre per un altro ex della giunta, Edoardo Croci, lo sbaglio più grave è stato «non avere il coraggio di fare scelte difficili. I milanesi si aspettano una disegno di sviluppo che migliori la qualità della vita, e questo è mancato». Critiche anche dalla Lega, con il segretario provinciale Igor Iezzi che tira la sua stilettata: «Il sondaggio dimostra che avevamo ragione noi: il sindaco dove stare più tra la gente e imitare Tosi che, guarda caso, è terzo in classifica».

(10 gennaio 2011)

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_12/liste-civiche-comunali-moratti-berlusconi-181239846006.shtml

Confronto su quoziente familiare, tariffe, Ecopass e incentivi alle imprese

Liste civiche alle Comunali
Vertice Moratti-Berlusconi

Il sindaco punta su Terzi e la Moioli, ma il Pdl è diviso. Lega e Udc: finora nessuno ha chiesto il nostro parere

MILANO - Vertice ad Arcore per parlare di liste, programma e campagna elettorale. Già la prossima settimana, probabilmente lunedì, il sindaco assieme ai vertici del Pdl incontrerà il presidente Silvio Berlusconi per illustrargli le linee guida, fin qui definite, del lavoro che proseguirà fino all'8 maggio. Al presidente sarà posto anche il tema delle liste civiche: il sindaco insiste per allargare il consenso attraverso l'appoggio di formazioni autonome. I leader lombardi e milanesi del partito temono che queste liste finiscano soltanto con il togliere voti al Pdl, facendo un regalo alla Lega che vedrebbe ridotto il distacco dal principale alleato. Ma la Moratti pare irremovibile e punta soprattutto sul ruolo di «trascinatori» che potrebbero avere gli assessori uscenti Mariolina Moioli e Giovanni Terzi (ma chi dei due, eventualmente, farebbe il capolista?). «È un punto - ammette il coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà - su cui stiamo ancora discutendo e per questo sarà molto utile confrontarci con il presidente Berlusconi».

Nel frattempo, la Moratti ha chiesto a tutti gli assessori di indicare tre punti programmatici per lo sviluppo del proprio settore. Venerdì mattina, dopo la riunione di giunta, si terrà un vertice per fare una sintesi rispetto alle indicazioni che stanno arrivando e che andranno a costituire parte integrante del programma elettorale. Non solo. Ai gruppi consiliari è stato sollecitato un supporto analogo, anche alla luce di quanto era emerso durante il seminario di maggioranza che si era svolto lo scorso maggio al Museo della Scienza e della Tecnologia. E così, tra i quindici punti indicati dal Pdl figurano la richiesta del quoziente familiare per definire le tariffe comunali, come anche il via libera alla prosecuzione di Ecopass, passando però alla congestion charge e incentivando le politiche di mobilità alternativa (bike sharing e car sharing); o l'attivazione di incentivi per riportare i negozi in centro.

Non risultano pervenute però le proposte di Udc e Lega. Il capogruppo dell'Udc, Pasquale Salvatore, spiega che «non ci è stato chiesto nulla esplicitamente e in tempi recenti. Ma avevamo già precisato al sindaco che, prima di discutere di programmi, avremmo dovuto capire quale percorso politico intende fare il nostro partito confrontandoci con i vertici nazionali». E la Lega? «Noi - risponde il capogruppo Matteo Salvini - abbiamo cinque o sei gruppi al lavoro sul programma elettorale. Auspichiamo che entro fine gennaio il sindaco convochi una giornata di lavoro che coinvolga tutti i partiti, gli assessori e i consiglieri perché su alcune questioni dobbiamo ancora confrontarci». Sulle alleanze, è tranquillo il presidente Guido Podestà: «A livello nazionale si sta andando verso una convergenza con l'Udc che ci porterebbe a confermare l'alleanza attuale. A quel punto, credo che anche gli amici di Fli si vedrebbero in qualche modo costretti a collaborare con noi». Quanto invece alla Lega, «non ci sono problemi. Stanno facendo una negoziazione, ma non ci sono davvero problemi».

Elisabetta Soglio
12 gennaio 2011

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_17/comune-terzo-polo-bossi-moratti-181270764713.shtml

Verso il voto - Pezzotta: obiettivo superare i lumbard

Comune, al via il terzo polo
E Bossi frena sulla Moratti

Martedì Casini a Milano. Il senatur: giochi ancora aperti. Mattioli lascia l'Api e passa all'Udc

MILANO - «Vediamo, dobbiamo ancora parlare con Berlusconi». Ancora uno stop, un'altra frenata firmata Umberto Bossi. Il via libera ufficiale del Carroccio alla corsa di Letizia Moratti è ancora sospesa, il capo lumbard dovrà discuterne con il premier. Dieci giorni fa, stessa cartolina e stesso messaggio: «La candidatura di Letizia? È ancora tutta da decidere». Chiara la strategia della Lega: alzare il prezzo sul via libera alla Moratti per avere più capacità di manovra nella formazione della prossima giunta. Da Palazzo Marino tutti si dicono sicuri: l'obiettivo del Carroccio rimane la poltrona di vicesindaco, oltre ad un paio di assessorati «pesanti».

Settimana decisiva in chiave alleanze per Letizia Moratti. Accanto alle fibrillazioni leghiste, rimane da sciogliere il nodo del rapporto con Udc e Fli, ancora formalmente in maggioranza, ma pronti, prontissimi a costruire il nuovo Polo della Nazione. E sempre di alleanze discute lunedì pomeriggio il tavolo Lombardia, il «caminetto» del Pdl riunito a Palazzo Isimbardi. Attesi Guido Podestà, Roberto Formigoni, Ignazio La Russa e un buon numero di ministri e sottosegretari lombardi. Il terzo polo in cerca di candidato. Martedì a Milano arriverà il leader Udc Pier Ferdinando Casini, che al Savini pranzerà con Adolfo Urso, Bruno Tabacci e i maggiorenti locali dei tre partiti. In attesa del nome, l'identikit: «Una personalità esterna ai partiti, capace di parlare con il mondo delle professioni, deluso da Letizia Moratti e lontano dal vendolismo di Pisapia».

La rosa è ristretta a quattro o cinque nomi: Salvatore Carrubba, Stefano Zecchi, Edoardo Croci, Roberto Mazzotta. Negli ultimi giorni qualche sondaggio è stato fatto anche su Umberto Ambrosoli, che pure era stato sostenitore di Valerio Onida alle primarie del centrosinistra. Ma l'arrivo di Casini a Milano difficilmente servirà a sciogliere la riserva sul nome dello sfidante della Moratti e di Pisapia. Il progetto, però, ormai è in piedi. E vuole andare lontano. Savino Pezzotta, coordinatore regionale dell'Udc, indica un obiettivo chiaro: superare in termini di consensi, nella capitale del nord, la Lega. Il candidato? «È presto. Per ora stiamo pensando alla Milano che vogliamo. In questa città serve uno scatto nuovo, la giunta Moratti è logora».

Martedì sarà invece un giorno decisivo per conoscere il destino dell'unico assessore centrista di Palazzo Marino. Dall'incontro di Casini con i vertici regionali è attesa un'indicazione chiara a Gianni Verga, titolare delle deleghe alla casa. In attesa del nome forte da gettare nella mischia, i centristi possono festeggiare un nuovo arrivo. È Alberto Mattioli, ex vicepresidente della Provincia ai tempi di Penati, transitato per una breve stagione anche dalle parti di Rutelli. Oggi ufficializzerà il nuovo approdo. E Fli? «Domani nascerà il nuovo centrodestra milanese. Moderato, riformista, liberale», dice il coordinatore regionale Giuseppe Valditara. Manfredi Palmeri, coordinatore dei «futuristi» milanesi, guarda oltreoceano: «Dall'ultima settimana di gennaio scatteranno i primi Fli-party organizzati dai cittadini, la declinazione ambrosiana dei Tea party americani».

Andrea Senesi
17 gennaio 2011


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_17/verso-amministrative-primavera-181275008357.shtml

Manovre in corso per definire le alleanze in vista delle amministrative di primavera

La lista Bonino-Pannella sosterrà Pisapia

Sindaco Milano, l'Udc resta in giunta. Verso candidato terzo polo. La Gelmini: «Il nostro candidato è la Moratti»

MILANO - Manovre in corso per definire le alleanze in vista delle amministrative di primavera. La lista dei Radicali di Marco Pannella ed Emma Bonino si presenterà alle comunali di Milano come forza alleata del candidato sindaco del centrosinistra Giuliano Pisapia «per una grande riscossa democratica - si legge in un comunicato congiunto - della legalità, della tolleranza, della laicità». Ad annunciare l'ingresso nella coalizione avversaria a Letizia Moratti sono stati la stessa Emma Bonino e Marco Cappato che guiderà la lista Radicale alle prossime amministrative, in vista di «un'alternativa democratica fondata sul rispetto delle regole, federalista, europea e cosmopolita, della democrazia diretta ed ecologista, della pubblicità e trasparenza di ogni aspetto della vita istituzionale e dalla valorizzazione degli strumenti di iniziativa popolare». L'alleanza tra i Radicali e Giuliano Pisapia si è costruita in primo luogo sulla adesione del candidato sindaco ai cinque referendum per l'ambiente promossi anche dai Radicali e sul suo impegno per dare vita al Comune di Milano all'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati. «Non siamo rassegnati a una visione di città abitata dai fantasmi della paura e della chiusura, dove l'ideale federalista è ripiegato in un localismo incapace di investire nel futuro, dove i comitati d'affari occupano e spogliano il territorio, trasformando la straordinaria occasione internazionale dell'Expo in ordinaria opportunità di arricchimenti e privilegio per le cordate partitiche e parastatali», si legge in una dichiarazione congiunta. «A partire dalla nostra storia comune su tante battaglie a favore degli "ultimi" nelle carceri, nelle aule dei tribunali, vogliamo costruire - concludono Bonino, Cappato e Pisapia - un progetto dove i cittadini milanesi possano ritrovare e vivere una realtà sociale ed istituzionale al servizio di tutti e del bene comune, invece che di pochi elitari interessi corporativi. Per tutte queste ragioni abbiamo concordato la presentazione della Lista Bonino-Pannella a sostegno di Giuliano Pisapia come candidato Sindaco di Milano».

IL CENTRO - Nella stessa giornata, l'Udc fa invece sapere che ha l'intenzione di restare nella giunta di Letizia Moratti fino alla fine del mandato, ma poi alle elezioni si presenterà con Fli e Api. Nei giorni scorsi, la Lega aveva sollevato il caso dell'assessore alla casa Giovanni Verga: l'accusa del Carroccio era di rimanere nella squadra di governo pur preparando già una strada alternativa in vista delle prossime elezioni. Ma il coordinatore cittadino Pasquale Salvatore, nel corso di una conferenza stampa convocata per annunciare l'ingresso nel partito di Alberto Mattioli, ha ribadito che Verga resterà in giunta fino alla fine del mandato. Salvatore, insieme al coordinatore regionale, Savino Pezzotta, sul fronte delle alleanze con Fli e Api, ha fatto notare che quello messo a punto da Gianfranco Fini, Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli «è un progetto politico che riguarda tutto il territorio nazionale come alternativa al bipolarismo». Sembra prendere sempre più piede, quindi, la presenza alle amministrative milanesi del cosiddetto terzo polo con un proprio candidato sindaco, il cui identikit viene tracciato come quello di una persona che abbia «profilo civico e che sappia parlare all'ala moderata della città». Martedì intanto l’incontro del leader Udc Pierferdinando Casini con i vertici regionali dell'Udc e le delegazioni di Fli e di Api. Nulla di pervenuto sul fronte ballottaggio: qualora Letizia Moratti e Giuliano Pisapia, rispettivamente candidati del centro destra e del centrosinistra, dovessero trovarsi faccia a faccia al secondo turno, l'Udc preferisce rimandare la questione. Se non altro, hanno fatto notare i dirigenti locali, perchè «il quadro può cambiare. Non sappiamo se ci saranno soltanto elezioni amministrative o anche quelle politiche».

GELMINI: IL NOSTRO CANDIDATO E' LA MORATTI - E mentre l'auspicio del Pdl lombardo è di «ricompattarsi» con l'Udc e Fli, i vertici fanno sapere che se questo non dovesse avvenire non sarà un problema. «Siamo convinti che possiamo vincere anche così» ha assicurato il coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà, al termine di una riunione a Palazzo Isimbardi. Il ministro Mariastella Gelmini, lunedì al Pirellone per l'accordo di programma sulla ricerca, ha parlato anche delle prossime amministrative, rispondendo a distanza al leader della Lega Nord, che domenica aveva sottolineato come l'accordo sul candidato sindaco a Milano, di fatto, non sia ancora stato trovato. «Il candidato sindaco di Milano per noi è Letizia Moratti, come già indicato da Silvio Berlusconi. Prendiamo atto delle affermazioni di Umberto Bossi ma credo che anche su questo punto, come su molti altri, lo stesso Bossi e Berlusconi troveranno un accordo». La Gelmini ha anche parlato delle liste civiche che a Milano sosterranno proprio Letizia Moratti. «L'alleanza Pdl-Lega è già molto forte - ha detto - e potrebbe anche bastare. Tuttavia è aperta anche questa ipotesi che non ci vede contrari». A guidare la lista civica ci potrebbero essere due candidati: l'assessore alla famiglia Mariolina Moioli e quello alle attività produttive, Giovanni Terzi. Mentre Terzi è in forza al Pdl, la Moioli è legata al mondo cattolico e per questo, ha sottolineato la Gelmini, «condivido quest'ultima indicazione».

Redazione online
17 gennaio 2011

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_19/verga-moratti-rimetto-deleghe-181286191924.shtml

Incontro tra Casini, Valditara e Tabacci: entro quindici giorni il nostro candidato

L'assessore Verga alla Moratti «Rimetto le deleghe, decidi tu»

Il sindaco: «Il mio desiderio è che resti nella giunta, spero che rimanga». Udc al voto con il terzo polo

MILANO - Il terzo polo nasce nel cuore della città, davanti ad un piatto di risotto giallo fumante servito nel ristorante storico della Galleria. Martedì, attorno a un tavolo del Savini, gli onorevoli Pier Ferdinando Casini, Giuseppe Valditara e Bruno Tabacci, alla guida delle delegazioni di Udc, Fli e Api, hanno definito le tappe del lavoro che porterà alla definizione di una lista unitaria per le amministrative e alla individuazione del candidato sindaco. Un segnale reso ancora più chiaro dalla decisione annunciata nel pomeriggio da Casini: «L'assessore Gianni Verga si dimette. Riteniamo giusto che sia il sindaco a decidere dell'opportunità della sua permanenza in giunta». La strada è segnata. Lunedì prossimo si riunirà il coordinamento del Polo della Nazione e nel giro di un paio di settimane, prima comunque del congresso di Fli (fissato all'11 febbraio) si annuncerà il nome del candidato sindaco.

Spiega Valditara: «Le nostre parole d'ordine sono sobrietà, onestà e laboriosità. Lavoreremo insieme per restituire a Milano il ruolo di capitale morale e per portare il Paese fuori da questa situazione imbarazzante e drammatica che stiamo vivendo». Più pesante l'onorevole udc Pierluigi Mantini: «Anche a non voler strumentalizzare l'indagine della magistratura, non possiamo non esprimere preoccupazione per questa Milano del bunga bunga». Ma il tema sono le amministrative e Tabacci è convinto che la partita sia aperta: «Vogliamo riunire e utilizzare tutti gli spiriti civici che si stanno materializzando su Milano e che dimostrano una certa insoddisfazione, ormai sempre più crescente, verso la giunta Moratti». «Si gioca sempre per vincere e comunque l'obiettivo è il ballottaggio», aggiunge Valditara.

In effetti, la corsa di un terzo candidato, «che avrà un profilo civico, moderato, fuori dai partiti», come puntualizza il capogruppo dell'Udc Pasquale Salvatore, darà problemi al centrodestra. Tra una chiacchiera e l'altra, durante il pranzo Casini confida di avere ricevuto una telefonata del sindaco. «Ma le sue avances - taglia corto la portavoce cittadina di Fli, Tiziana Maiolo - non servono a nulla e le forze politiche riformatrici troveranno la giusta rappresentanza nel prossimo governo della città». Adesso resta il problema della lista, se sarà dei partiti o civica. Casini ammette che «gli enti locali sono il terreno classico delle liste civiche, per cui anche se ci siamo incontrati tra partiti non escludiamo che questi facciano un passo indietro. È chiaro che la lista civica è un'ipotesi». In attesa di decisioni su questo fronte, il sindaco Letizia Moratti continua a lasciare aperta la porta all'Udc, anticipando la risposta che darà oggi all'assessore dimissionario: «Il mio desiderio è che Verga rimanga nella mia giunta». E poi: «Con gli elettori l'assessore ha sempre lavorato coerentemente per il programma elettorale e con le aspettative dei cittadini. Perciò spero rimanga». Oggi, si vedrà.

Elisabetta Soglio
19 gennaio 2011

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_20/nuova-sede-comitato-pisapia-officina-idee-181292946680.shtml

Centrosinistra - Nel Laboratorio anche Boeri: «L'importanza dell'unità»

Nuova sede del Comitato Pisapia
La sfida delle Officine per le Idee

Il Pd regionale lancia la campagna per la legalità coinvolgendo i circoli

MILANO - «Cambiare Milano si può». Giuliano Pisapia sorride ottimista, forte dell'incoraggiamento, dei riscontri, del lavoro che tanti in città stanno facendo per sostenere la sua candidatura a sindaco, alternativa a quella del centrodestra. Occasione per fare il punto della situazione è l'apertura della nuova sede elettorale del «Comitato PisapiaxMilano», in via Vigevano 43, dove ieri sera oltre cinquecento persone sono accorse per brindare all'inizio di questa nuova parte della campagna elettorale. Settecento i volontari che già sono al lavoro nelle Officine per le Idee e che segnano la riunificazione di tutti i candidati che si erano sfidati alle primarie dello scorso novembre: Stefano Boeri coordinerà il gruppo sullo Sviluppo urbano e il professor Valerio Onida quello su Legalità e giustizia.

La parola d'ordine è la stessa che ha dato il titolo al libro scritto dallo stesso Pisapia per raccontare, sotto forma di diario, l'esperienza delle primarie: «Cambiare Milano si può». Un resoconto minuzioso di pensieri, incontri, avvenimenti dal 7 giugno, giorno in cui un fan su Facebook invoca la sua discesa in campo, alla sera del 14 novembre, «quando, con la vittoria, ho capito che cominciava il gioco duro». Pisapia punta molto sul fatto che «costruiremo tutti insieme il programma, raccogliendo anzitutto gli apporti di Boeri, Onida e Sacerdoti, e dando un grande segnale di unità e partecipazione». Il «laboratorio» che farà sintesi delle proposte dei quattro candidati e le arricchirà con i contributi che giungeranno nel frattempo, ha già preso forma e verrà seguito da tre donne: Caterina Sarfatti, Anna Puccio e Barbara Randazzo. Il 26 febbraio prossimo verrà organizzato un grande evento durante il quale il programma di Pisapia e del centrosinistra verrà presentato alla città.

Nel frattempo, il Pd regionale lancia una campagna «per la legalità» che coinvolgerà tutti i circoli lombardi e riguarderà il tema della mafia. «La presenza delle mafie in Lombardia purtroppo non è né una novità né un fenomeno isolato», spiegano dal partito lanciando l'iniziativa provocatoriamente intitolata «La Padania non esiste, la mafia sì». «La Lombardia è purtroppo diventata l'epicentro delle nuove mafie - sottolinea il segretario regionale lombardo Maurizio Martina - e il rispetto delle regole è la precondizione per vivere bene nei territori». «Entro la fine di gennaio il Pd porterà in consiglio regionale la proposta di una legge in difesa della legalità», conclude il consigliere regionale Franco Mirabelli.

Elisabetta Soglio
20 gennaio 2011

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_24/terzo-polo-pressing-ambrosoli-181315992713.shtml

Resta sempre forte la candidatura di Carrubba. Marcora: parliamo ai cattolici delusi

Terzo polo, pressing su Ambrosoli. Oggi il vertice. Apre la nuova sede Fli

L'avvocato potrebbe essere inserito in una lista civica. E la Moratti incontra Berlusconi ad Arcore

MILANO - Il terzo polo decolla e intensifica il pressing su Umberto Ambrosoli. E questo pomeriggio, il sindaco Letizia Moratti, insieme ai vertici del Pdl, andrà ad Arcore per incontrare il premier Berlusconi e presentargli manifesti e slogan della campagna elettorale, facendo anche il punto sul tema delle liste civiche. Di certo, il centrodestra non può non tenere conto del fatto che la discesa in campo di un candidato di area moderata rende molto più traballante il progetto di una vittoria al primo turno.

Intanto, l'avvocato Ambrosoli, figlio di Giorgio, l'uomo che sfidò la mafia e fu fatto assassinare da Michele Sindona, è corteggiato dai vertici locali e nazionali di Fli, Udc e Api. Il suo nome, insieme a quelli dell'editorialista Salvatore Carrubba, del filosofo Stefano Zecchi e dell'ex assessore Edoardo Croci è stato fatto anche al tavolo del Savini, dove martedì scorso Pier Ferdinando Casini ha benedetto, accanto al senatore Giuseppe Valditara (Fli), all'onorevole Bruno Tabacci (Api), all'onorevole Daniela Melchiorre (liberaldemocratici) e ai vertici locali dei tre partiti, la nascita del Polo della Nazione che correrà autonomamente.
Dalle indiscrezioni trapelate, tuttavia, Ambrosoli potrebbe al massimo accettare di essere inserito in una lista civica a sostegno di un candidato sindaco del terzo polo, che però non sarebbe lui. L'insistenza su Ambrosoli si spiega facilmente: non solo per il fatto che incarnerebbe l'identikit del candidato che i moderati vorrebbero presentare (esterno ai partiti, con un alto senso civico e in grado di rivolgersi all'anima moderata della città), ma anche perché Ambrosoli piace al mondo cattolico. L'identikit, in realtà, calza a pennello anche su Salvatore Carrubba, che può contare su molti consensi nell'area moderata, ha già avuto alle spalle un'esperienza di amministratore (come tecnico, responsabile della Cultura, nella prima giunta Albertini) e sembra potrebbe essere l'avversario più temuto dal centrodestra.

E questo è un tema su cui il Polo della Nazione sta facendo molta attenzione e che potrebbe venire affrontato anche durante il vertice in programma per questo pomeriggio. Conferma il consigliere regionale dell'Udc, Enrico Marcora: «Da una parte, c'è l'accordo del Pd con i radicali di Emma Bonino; dall'altra le performance poco edificanti del premier Berlusconi e le difese d'ufficio di Formigoni e soci. Noi riteniamo che il mondo cattolico, che non può vedersi rappresentato in nessuno di questi raggruppamenti, potrà trovare gli sbocchi e le risposte che cerca nel polo di centro, che a maggior ragione diventa oggi un'opportunità importante per i delusi».
Marcora si rivolge anche al professor Valerio Onida: «Credo che anche lui, con la sua esperienza e la sua autorevolezza dovrebbe riflettere su questo tema». Onida, si ricorderà, è stato candidato alle primarie del Pd, sostenuto dallo stesso Ambrosoli oltre che da parte del mondo cattolico: e, anche se Onida ha più volte assicurato il suo appoggio leale a Giuliano Pisapia, qualcuno di chi lo aveva votato sarebbe ora perplesso.

Oggi, intanto, Fli inaugura la sua sede milanese al civico 17 della centralissima via Terraggio. E subito dopo, proprio nella sede, si svolgerà il vertice dei partiti del polo di centro. Molto ottimista Valditara: «Si è già instaurato fra di noi un clima molto buono di grande coesione interna. Ora siamo pronti al lancio concreto e operativo su Milano di questa alternativa liberal-cattolica per governare autorevolmente la città». «È molto positivo - aggiunge Carlo Montalbetti, neonominato coordinatore cittadino dell'Api - che ci sia fra tutti la convergenza sull'idea di far nascere una lista civica: le forze politiche faranno da levatrici ad un vero e proprio movimento di opinione».

Elisabetta Soglio
24 gennaio 2011

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_25/vertice-moratti-berlusconi-181323747465.shtml

La Russa, assenza polemica. Rimandato il nodo liste civiche

Berlusconi in campo per la Moratti bis

Vertice ad Arcore. I consigli del premier al sindaco: «devi girare per i mercati e incontrare i cittadini»

MILANO - Silvio Berlusconi scende in campo per Letizia Moratti. Il premier affiancherà il sindaco nella campagna elettorale per la poltrona di sindaco. «Milano è la mia città. Non posso non impegnarmi a Milano. Dobbiamo vincere».
Dura un'ora mezzo il vertice ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Letizia Moratti. All'incontro hanno partecipato anche il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, il sottosegretario Luigi Casero, il braccio destro del premier, Valentino Valentini, e il senatore Giancarlo Serafini.

Mancava il coordinatore nazionale del Pdl, Ignazio La Russa, e sembra che il ministro non l'abbia presa bene. E così, per evitare ulteriori frizioni, tutto il capitolo all'ordine del giorno che doveva riguardare le alleanze e le liste civiche è stato rimandato a lunedì prossimo quando la Moratti incontrerà lo stesso La Russa, il coordinatore regionale del Pdl, Guido Podestà, e il governatore, Roberto Formigoni. Se non si dovesse trovare la «quadra» (la Moratti insiste sulla presenza di una o più liste civiche con la presenza di esponenti del Pdl a partire dall'assessore Giovanni Terzi, mentre nel Pdl in molti sono dubbiosi) si tornerebbe ad Arcore per il verdetto finale.

Il sindaco si è portato i suoi sondaggi. E insieme la lista delle cose «fatte» (d'altra parte, le «cose fatte» sono lo slogan di questa campagna elettorale della Moratti), insomma, i risultati di questi cinque anni di amministrazione. Oltre ai primi manifesti della campagna elettorale. Berlusconi, da parte sua, ha apprezzato il lavoro fatto dal sindaco e ha insistito molto sul tema della comunicazione. «La gente deve sapere le cose che hai fatto - avrebbe detto il premier alla Moratti - soprattutto in un momento come questo». L'ha invitata a girare nei mercati a incontrare i cittadini. «Dobbiamo vincere». A questo punto la Moratti ha chiesto al presidente del Consiglio un coinvolgimento personale e diretto nella campagna elettorale. Berlusconi ha risposto come Garibaldi: «Obbedisco». E ha ribadito che Milano «è la sua città» e che sarà presente non solo nel rush finale della campagna elettorale, ma durante tutti questi mesi che ci dividono dal voto.

Chi ha partecipato al vertice parla di un Berlusconi molto gasato e per nulla preoccupato delle vicende giudiziarie legate al Rubygate. Anzi. Ha scherzato sull'invito «a casa del mostro» e ha raccontato alla Moratti una barzelletta che ha fatto arrossire un paio di volte il sindaco.
Per il resto, il presidente del Consiglio ha insistito sul massimo coinvolgimento delle forze politiche. A partire dalla Lega. In più di un'occasione il premier ha ripetuto che «Bossi è bravo». Da parte sua la Moratti ha spiegato come intende procedere nella costruzione del programma: partendo dai presidenti dei Consigli di zona, per continuare con i consiglieri di maggioranza e la giunta. Ultimo capitolo: il partito. Incontrerà i referenti del Pdl, lunedì prossimo e sul tavolo c'è il nodo delle alleanze e delle liste civiche.

Maurizio Giannattasio
25 gennaio 2011


Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/11_gennaio_25/PISAPIA-DIALOGO-TERZO-POLO-181323747478.shtml

Centrosinistra

Pisapia: dialogo possibile con il terzo polo

Il candidato sindaco del centrosinistra apre al nuovo Polo della Nazione e ai «grillini». Obiettivo ballottaggio

MILANO - «Sono convinto che i progetti sulla città del terzo polo siano più vicini ai nostri che a quelli del centrodestra». Un'apertura in piena regola al nuovo Polo della Nazione, in una sede non sospettabile di simpatie «centriste». Giuliano Pisapia, candidato sindaco del centrosinistra, ha suggellato ieri l'alleanza con l'Italia dei Valori, il partito di Antonio Di Pietro. «Non a caso - ha detto Pisapia, parlando di terzo polo e di elezioni - è il centrodestra ad avere più paura della nascita della nuova coalizione. Credo che con loro ci sarà una convergenza di valori e un buon dialogo».

Si dialogherà con il terzo polo, e si dialogherà anche con i «grillini» del movimento «Cinque Stelle». «Al secondo turno ci confronteremo per unire le forze nell'obiettivo comune di sconfiggere il centrodestra». Obiettivo ballottaggio. «L'alleanza con l'Idv è un segnale fortissimo di allargamento della coalizione e di adesione alla costruzione del programma». Giulio Cavalli, coordinatore cittadino dei dipietristi: «Quella di correre con e per Pisapia è una scelta di responsabilità, fuori da ogni calcolo utilitaristico, per rendere Milano una città più "respirabile" non solo dal punto di vista ambientale».

L'Italia dei Valori appoggerà Pisapia correndo con il suo simbolo e una sua lista. A guidarla sarà l'attuale capogruppo a Palazzo Marino, Raffaele Grassi. Per Pisapia invece è ancora tutto da sciogliere il nodo liste civiche. A sostegno della corsa a sindaco dell'ex presidente della Commissione Giustizia potrebbe esserci un «cartello» d'ispirazione ambientalista, e un'altra lista più legata al mondo delle professioni e dell'economia.

Andrea Senesi
25 gennaio 2011

Da milano.repubblica.it:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/01/30/news/pisapia_lancia_la_sua_campagna_con_quattrocento_maxi_poster-11857377/

LA POLITICA

Pisapia lancia la sua campagna con quattrocento maxi poster

Il candidato sindaco del centrosinistra lancia la sua sfida per conquistare Palazzo Marino
Stile all'americana con cene, gadget e sottoscrizioni per raccogliere un milione e mezzo
di ALESSIA GALLIONE

I primi manifesti spuntano sui muri della città. C’è la sua foto, in maniche di camicia, e soprattutto lo slogan, a metà strada tra una vecchia formula di Mitterand che ha fatto scuola (“la forza tranquilla”) e il “change” di Obama, che lo accompagnerà per i prossimi mesi: "La forza gentile x cambiare Milano". È così, con quattrocento maxi poster da sei metri per tre, che Giuliano Pisapia lancia ufficialmente la sua campagna elettorale.

Guarda il manifesto

"Cominciamo a farci sentire", è il messaggio che il candidato sindaco del centrosinistra ha inviato ai suoi sostenitori. Insieme alla richiesta di contribuire insieme con lui, "ciascuno nella misura in cui gli è possibile", a farsi carico "di un pezzettino di campagna elettorale". Perché insieme al primo lancio della comunicazione, Pisapia ha messo in moto anche un’operazione di raccolta fondi all’americana aperta a tutta la città: dalla sottoscrizione popolare sul sito Internet al merchandising con tanto di felpe e “kit del sostenitore”, dal libro che lui stesso ha scritto per raccontare l’avventura delle primarie alle tante cene. Con un obiettivo: arrivare a un milione e mezzo di euro.

I mega poster (ideati dall’agenzia Com.unico) sono il primo passo. Anche se non si abuserà del formato, è l’assicurazione. Per la prima volta, però, era necessario fare le cose in grande. Per iniziare ad annunciare la candidatura e la data probabile delle Comunali: maggio. La campagna inizia a ingranare, spiegano dallo staff. E sarà costruita "dal basso". Dal programma, che vede la partecipazione di più di mille persone riunite nella ”officina per la città” impegnate a ideare proposte, fino alla stessa comunicazione. Dopo questa prima ondata di manifesti, infatti, è lo stesso Pisapia a spiegare che "il nostro progetto verrà raccontato con altri strumenti e coinvolgendo tutte le energie creative che vorranno partecipare". Ma dal basso dovranno arrivare anche i fondi necessari per "una campagna onerosa".

Il traguardo dei primi centomila euro - raccontano - è vicino e quando verrà raggiunto sarà comunicato a tutti. Lo staff promette massima trasparenza e un rendiconto puntuale di quanti soldi saranno raccolti e di come saranno spesi. L’obiettivo è fissato a un milione e mezzo, appunto, ma si investiranno solo i soldi che entreranno in cassa. La novità sono i tanti mezzi utilizzati per centrare il risultato: la sottoscrizione popolare, le più tradizionali cene con quote a partire da 150 euro, il libro, gli innovativi gadget.

(30 gennaio 2011)