Al via "City Operations", il piano strategico per preparare Milano a Expo 2015

"City Operations", il piano strategico per preparare Milano a Expo 2015

Accoglienza e turismo

relativamente al piano strategico e in particolare alla voce Accoglienza e turismo, mi permetto di porre un piccolo quesito che riguarda l'accoglienza dei turisti e l'immagine che la nostra grande e famosa città dà di se non solo nel 2015 ma sempre. Mi è capitato di passare occasionalmente nella galleria che collega la MM Cordusio a MM Duomo ove sono insediati molti negozi. Di fronte ci sono delle vetrinette sponsorizzate penso dalla targa esposta, dall'Unione Artigiani della Provincia di Milano con alcuni nomi importanti come la società che si occupa di abiti teatrali, ecc. Mi sono messo nei panni di un turista curioso che cerca di capire cosa sponsorizzano. Sfido chiunque ad un giudizio di merito sullo stato di abbandono e incuria.... moscerini morti in quantità tali che non risalgono a qualche settinana, polvere tale come si vede nelle soffitte dei film, ecc. Si dirà che è piccola cosa... sono le piccole come le grandi cose a dare il senso. Come se una persona avesse un bel vestito e il polsino della camicia liso.

p.s scusate la qualità delle immagini ma sono del telefonino

Leggo questa notizia http://www.lagenziadiviaggi.it/notizia_standard.php?IDNotizia=166093&IDCategoria=1 e io, personalmente, rabbrividisco: 20 milioni di presenze su Milano. Ma siamo sicuri che Milano sia pronta tra meno di 3 anni? Se andiamo avanti cosí io ho i miei dubbi. Parlo dal punto di vista dell'accoglienza turistica, Milano é ancora agli anni della pietra.
Cominciamo pure dal principale punto di arrivo di queste 20 milioni di persone: aeroporto Malpensa. Costretta a prendere il pullman dal Terminal 2 (impensabile andare al T1 e poi prendere il treno) si fa a botte per cercare di fare una fila decorosa e salire in ordine. Il pullman arriva dal T1 giá mezzo pieno, la gente rimane a terra e deve aspettare altri 20 minuti: un totale di 40 min di attesa + altri 40 di viaggio. Insomma un volo da Milano a Parigi. Comunque Malpensa NON é l'aeroporto di Milano, ma cosí ce lo teniamo.
Arrivo in Stazione Centrale, scendo dal pullman e sono ASSALITA da: tassisti abusivi (sono dappertutto e anche un cieco li potrebbe riconoscere) e da facchini improvvisati che portano bagagli (una professione decisamente creativa e anche utile, se non fosse esercitata in una fomra illegale ed senza un controllo tariffario), unn turista che non ha mai messo piede a Milano comincia a rabbrividire. Eppure nel piazzale davanti ci sono 3 macchine e una camionetta della polizia...vuote.

Chi non é mai stato a Milano scende dal pullman e non trova NESSUN TIPO DI SEGNALETICA (dov'è la Metro?il bus? i taxi?il treno?) si fa largo tra i carrellini abusivi e per istinto trova l'entrata della stazione (chapeau!la stazione centrale é diventata magnifica!) ma automaticamente si presentano 2 problemi:
- NON esiste uno straccio di ufficio di informazione turistica, quel cubo argentato é sempre chiuso oltre ad essere in un punto ben poco visibile e solo accessibile da chi arriva con il treno. Basterebbe un container mobile o un baracchino da mettere agli arrivi del pullman o al piano terra della stazione. Ma bisogna metterlo!!E´vergognoso che non ci sia NULLA!

Il nostro coraggioso turista peró sa come muoversi, trovata l'entrata della stazione e finalmente incontrata una segnaletica della metro si dirige a comprare i biglietti ed ecco il secondo problema:

- Alle macchinette é assalito da gente (non dipendente ATM) che per farti il biglietto ti chiede qualche moneta. Il povero turista spaesato non sa cosa deve fare, e non sa che biglietto prendere e nemmeno dove andare, mentre viene braccato da queste persone.
Un mese fa mi si illuminarono gli occhi quando ho visto un dipendente ATM fare il lavoro di ticket advisor, cercando di aiutare i turisti (un inglese spicciolo ma almeno c'era!) credo sia durato meno di 2 settimane. Non ce n'è + l'ombra. I ragazzi abusivi potrebbero essere contrattati da ATM (solo se parlano almeno inglese..) e fare il loro lavoro ufficialmente, dato che é un servizio UTILE e necessario.

Se l'expo fosse domani Milano non sarebbe per nulla pronta. Bisogna estendere i punti di informazione turistica di una forma capillare, formare il personale (tassisti, ATM..) sull'inglese e sull'accoglienza turistica, senza poi parlare di una verifica su tutte le strutture alberghiere ed extra alberghiere, perché finora c'è solo una giungla.

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_luglio_15/logo-eventi-accoglienza-turismo-moda-design-rilanciare-milano-2011018762163.shtml

Milano e il futuro

Logo, grandi eventi e accoglienza
Nasce il pool per rilanciare Milano

Il Comune pronto a investire l'80% della spesa corrente. «Ricostruire l'immagine della città»

Sì logo. Un simbolo che esprima la «forza creativa» di Milano. Un marchio da spingere in Europa, per incassarne i turisti: «Dobbiamo ricostruire l'immagine di una metropoli in evoluzione». Nella cornice c'entra di tutto: Milan e Inter, la Scala e Pirelli, cultura, arte, moda e design. Parole, soltanto parole? «Valori - risponde l'assessore alle Attività produttive, Franco D'Alfonso -. Vogliamo scalare la graduatoria delle città più accoglienti». Il percorso di rilancio della «reputazione» e della «capacità attrattiva» è iniziato ieri mattina da una cascina fuoriporta tra le marcite del Pavese. Il sindaco Pisapia ha riunito il tavolo del progetto «Brand Milano» e lanciato la rincorsa al 2015. O meglio: la risalita. Perché la città appare lenta, svogliata, mentre dovrebbe mostrarsi tremendamente sexy. Avete presente New York? Berlino? Barcellona? Sono i modelli.

Orgoglio e pregiudizio. Milano si aggrappa alla sicurezza di sé per smontare le critiche e riconquistare il grande pubblico. Intanto: il 70-80 per cento della spesa corrente, di qui ai prossimi quattro anni, sarà destinato alla manovra delle City operations, le attività di valorizzazione e promozione. «Tutta la macchina comunale - dice D'Alfonso - subirà un veloce e progressivo orientamento verso l'obiettivo Expo». Primo punto del programma: «Rendere la città accogliente». A scendere: «Ripensare una Milano amica delle persone deboli e con handicap, vero punto debolissimo». Terzo: coordinare meglio, o meglio iniziare a coordinare, le missioni degli enti pubblici e delle società private. Perché Nei prossimi 40 giorni, mugugna D'Alfonso, sono previsti diciassette diversi viaggi a Shanghai: «Bisogna definire calendari comuni per rafforzare il peso di Milano nel mondo ed evitare sprechi di tempo e risorse».
Alla gita del sabato - destinazione Cassinazza di Giussago - hanno partecipato Giuliano Pisapia, gli assessori D'Alfonso e Lucia De Cesaris, e tutti gli interlocutori del progetto «Brand Milano».

Una trentina gli invitati. Regione, Provincia e Camera di Commercio. I due supervisori dei tavoli di studio: il professore Stefano Rolando (autore del libro «Due arcobaleni nel cielo di Milano» sulla vittoria elettorale di Pisapia) e il presidente del Touring Franco Iseppi. L'ad Expo, Giuseppe Sala. I manager di Sea e Fiera, Giuseppe Bonomi ed Enrico Pazzali. Come va pubblicizzata Milano? Su quali cardini strutturare la campagna? Il successo planetario del logo I love New York (anno 1976, autore Milton Glaser) ha introdotto la riflessione sulla necessità di «un'icona collettiva» che caratterizzi Dna e ambizioni. Parole chiave: turismo, accoglienza, innovazione. Spiega D'Alfonso: «Sydney rimase in testa alle classifiche internazionali due anni prima e due dopo l'Olimpiade del 2000. Noi dobbiamo riuscirci con Expo. Oggi siamo all'ottavo posto. Dobbiamo superare Berlino, Bruxelles, Roma...».
«Brand Milano» si tradurrà in una serie di eventi ad hoc (due manifestazioni nazionali e tre internazionali, ogni anno, per tre anni). «È positivo lo spirito di collaborazione tra enti e istituzioni», chiosa Pazzali. Ma ora bisogna passare dalla filosofia ai fatti, è il senso della sferzata data da Sala. Al termine dell'intervento di Iseppi, l'ad Expo è stato schietto e diretto: «Sento parlare di analisi, indici di qualità, di un portale Web... Roba vecchia, la gente usa già trip advisor, ne sa più di noi. Proviamo ad ascoltarla, la gente».

Armando Stella 15 luglio 2012 | 14:32