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La risposta sono i veicoli a guida autonoma ed elettrici, per abilitare una completa automazione e garantire il coordinamento tra loro: sorta di treni virtuali gestiti in rete, con carrozze indipendenti su gomma, che condividono piste, pure controllate in rete, con altri veicoli a guida autonoma, cicli e pedoni.
Quindi è necessario abbandonare la concezione di veicolo proprietario (come abbiamo rinunciato al cavallo) a favore di flotte di taxi e furgoni a guida autonoma, diversificati nella capacità, tipo percorso ed allestimento, per il trasporto di persone o merci o misto.
Veicoli a disposizione ovunque e sempre, su richiesta, che approdano automaticamente, quando necessario, a stazioni di carica e manutenzione, senza penalizzare il servizio.
Tutto ciò a vantaggio dell’ambiente e del risparmio energetico, oltre che per l’efficienza dei motori, soprattutto per la riduzione del parco veicoli di ordini di grandezza.
Oggi il dibattito pubblico è concentrato sull’auto e sul motore, oltre che sul rifornimento, esteso a quello della loro produzione e smaltimento.
In realtà l’automobile a motore a scoppio non è mai stata solo un prodotto, ma un ecosistema globale di strade, invece di carrettiere, di distributori di carburante, invece di stazioni di posta cavalli, ecc. Ed anche l'automobile elettrica a manutenzione e guida autonome, per liberarci dai relativi impegni e rischi, esige di trasformare le strade in piste automatizzate ed i distributori in stazioni di ricarica o cambio batteria, per abilitare quella “mobilità come servizio compiuto” che, riducendo considerevolmente il parco macchine, libererebbe strade e parcheggi delle nostre città e paesi (*).
Quindi si tratta di gestire una transizione sistemica, che non può essere delegata alla singola industria o Paese, ma richiede un impegno almeno a livello continentale. In particolare l’Europa, invece di illusorie barricate, potrebbe ricercare e sviluppare una propria soluzione, avvantaggiarsi delle sue peculiarità territoriali, oltre che negli usi e costumi degli abitanti.
(*) Ho chiesto a Gemini di Google “mediamente quanto tempo le automobili restano posteggiate, rispetto a quanto si muovono?”, che ha risposto come allegato.
Allegati (1)
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