Fermate (della Metropolitana) pubblicitarie...
La Giunta ha approvato la delibera per consentire la sponsorizzazione delle fermate della Metropolitana.
"Contrario Basilio Rizzo: «Non svendiamo la città»" (corriere.it)
Con la creatività di slogan, marchi e ditte, se ne potrebbero leggere delle belle ("Fermata Lima Alcatraz"; "Fermata Crocetta Prodotti di Sicilia"; "Fermata Precotto Nouvelle Cousine"; "Fermata Palestro Vai In Palestra"...)
Approvata la delibera dalla giunta, ma in maggioranza c’è chi prende le distanze
Metrò, arrivano le fermate sponsorizzate
Il Comune prepara la gara per affiancare una pubblicità ai nomi ufficiali delle stazioni. Contrario Rizzo
Giuliano Pisapia e Pierfrancesco Maran (Photoviews)
A fianco di Cadorna e Duomo, il nome di uno stilista. O magari di un’immobiliare, di una banca o di un gestore di linee telefoniche. Vanno a gara le stazioni della metropolitana milanese, qualcuno in maggioranza storce il naso e il centrodestra si prepara già a chiedere conto della decisione. La delibera con le linee di indirizzo, proposta dall’assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran, è stata approvata il 6 dicembre scorso: «È interesse dell’amministrazione sviluppare una nuova forma aggiuntiva di ricavi in grado di migliorare la redditività estraibile dai propri asset, valorizzando il “naming” delle linee metropolitane 1,2,3,5 e/o delle stazioni delle linee 1,2,3,5 della metropolitana di Milano».
Nel testo si precisa che le attività di sponsorizzazione sono possibili in virtù della legge 449 del 1997 e che l’obiettivo è fare cassa per «utilizzazioni istituzionali». Ovviamente, sono chiesti una serie di requisiti agli aspiranti sponsor e comunque l’amministrazione si riserva il diritto di dire l’ultima parola sulla approvazione della proposta. Allo sponsor verrà riconosciuta «in maniera proporzionale all’entità dell’offerta, l’affiancamento di nome/logo/marchio alla denominazione delle singole linee e/o l’affiancamento di nome/logo/marchio dello sponsor alle denominazioni di stazione delle linee 1,2, 3,5 della Metropolitana; ritorno di immagine mediante la possibilità di veicolare il proprio nome/logo/marchio; visibilità nelle conferenze stampa relative ai progetti/iniziative/sponsorizzazioni».
Tutto bene? Non proprio. Il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo, sostiene che «la storia della città non può essere mescolata al nome di uno sponsor. Non possiamo regalare - aggiunge - l’identità delle nostre strade e dei nostri luoghi». Ma la necessità di fare cassa è condivisa: «Si potrebbero studiare forme alternative di ricorso al contributo dei privati, come stiamo facendo con le biciclette messe a disposizione. Potremmo collegarle a servizi per i cittadini: un mese di sponsorizzazione esclusiva per far viaggiare gratuitamente gli anziani, ad esempio».
Dall’opposizione, si muove il consigliere Riccardo De Corato, ex vicesindaco che annuncia: «Porteremo la questione in consiglio comunale, già alla prima seduta dopo la pausa natalizia e raccoglieremo le firme per chiedere un’audizione dell’assessore Maran in commissione». Poi, analizza: «Noto con piacere che la sinistra cambia idea. Quelli che qualche anno fa mi contestavano perché facevamo le sponsorizzazioni delle aiuole o dei monumenti cittadini, adesso pensano di offrire agli sponsor addirittura le stazioni di metropolitana». Detto questo, «io non mi scandalizzo se si va a chiedere aiuto ai privati: ma una cosa è sponsorizzare un’aiuola o ristrutturare un monumento. Bisogna darsi un limite perché la fermata di metropolitana è un riferimento per i cittadini e marchiarla con il nome di un’azienda, per quanto prestigiosa, mi pare davvero troppo».
Così Giulio Gallera, coordinatore cittadino di Forza Italia: «Anche se è positivo cercare il coinvolgimento dei privati, qui si sta mettendo in gioco l’anima della città. Già stanno trasformando Galleria Vittorio Emanuele nella Galleria Prada, adesso mancavano giusto le stazioni di metropolitana. Ricordo che ci stiamo preparando ad Expo: vogliamo presentare Milano o un’accozzaglia di brand e loghi?». È preoccupato Alessandro Morelli, della Lega Nord: «Facciamo attenzione che la prossima mossa di Pisapia sarà di vendere le nostre cucine e le nostre macchine». Il capogruppo leghista chiede poi se Atm sia stata informata di questa iniziativa: «La gestione degli spazi pubblicitari non è di competenza dell’azienda? Dov’è la trasparenza tanto sventolata dalla giunta Pisapia?». In effetti l’articolo 14 del contratt0 di servizio posto a base della gara di appalto che ha affidato il servizio nel 2010 all’Atm la gestione di ogni tipo di «valorizzazione commerciale». Da Atm nessun commento: ma nessuno li aveva informati dell’iniziativa.
09 gennaio 2014