2. Raddoppiare gli alberi e il verde pubblico e ridurre il consumo di suolo

Con questo secondo quesito referendario si chiede di raddoppiare gli alberi e le superfici destinate al verde pubblico in modo da garantire che ciascun cittadino abbia alla distanza massima di 500 metri da casa un parco verde di quartiere fruibile e disegnato a misura di bambino.

Edoardo Croci
Presidente del Comitato promotore

Condivido le perplessità di Franco Meazza (vedi anche il mio commento nella discussione sul quesito referendario relativo al parco dell'area EXPO), spero di ricevere risposte per non rifiutare le schede relative ai 5 referendum milanesi...

Ah! Era la Luna. Ecco il perchè di tutte quelle buche. Pensi ero convinto di essere a Milano.

(Tornato sulla Terra mi sono fatto un giretto in Internet) Leggo che lei è stato il padre di ecopass, del bike-sharing, delle strisce blu. Oltre che il promotore dei cinque referendum cittadini "ecologisti". Un ecopass che peggio gestito credo sia difficile riuscirci. Una condivisione delle biciclette che forse era meglio, prima, far condividere alla cittadinanza percorsi stradali non dico agevoli ma perlomeno non di guerra ed un soddisfacente servizio di trasporto pubblico atto ad alleggerire il traffico privato. Delle strisce blu che - come ha fatto De Corato con gli spazi adibiti a verde pubblico circondandoli con ferree reali recinzioni - virtualmente ingabbiano i milanesi ognuno al posto caritatevolmente assegnatogli di cui alla via di residenza; naturalmente se non sono, per esempio, studenti risultanti residenti in altri luoghi, nel qual caso il parcheggio gratuito non gli spetta nemmeno.

In ogni modo la ringrazio per il suo cortese riscontro.

Qualche idea più chiara ora ce l'ho.

"Ridurre il consumo di suolo destinando almeno il 50% delle grandi superfici oggetto di riqualificazione urbanistica a verde pubblico".

Però!

"Il 50% delle GRANDI superfici".

(In una città nella quale non è certo il cemento che manca) Importanti ulteriori consumi di suolo (magari "riqualificandoli" da agricoli a edificabili) si ipotizzavano, quando è stato pensato questo quesito...

Dato che Milano (che già aveva 80 mila appartamenti vuoti dei quali 15 mila comunali) è stata strapienata di nuove costruzioni (molte delle quali finiranno invendute) credo la cosa migliore per Milano sia destinare queste aree a parchi pubblici magari con all'interno servizi per i cittadini. Il referendum specifica il divieto di ulteriore speculazione edilizia anche se previsto avvenga in metà degli spazi?

Buongiorno,

Vivo in un condominio con giardino, nella zona Corvetto, ho acquistato box pertinenziale costruito sotto un giardino mal ridotto e mai curato dal Comune di Milano, frequantato prevalentemente da tossicodipendenti. Il comune ci ha imposto di ripristinare e riqualificare il giardino sovrastante,  e con il nostro intervento è  diventato uno splendido parco giochi per i più piccoli ma anche per adolescenti. Purtroppo le cattive frequentazioni e la maleducazione della gente (specie quella notturna) lo ha già mal ridotto (panchine rotte, scritte ovunque, bottiglie, cestini rovesciati insomma un vero scempio per un giardino appena rifatto).

E' sempre nostro obbligo mantenerlo nelle condizioni di ripristino "a nostre spese", manutenzione piante (inclusa l'irrigazione e potatura), giochi, panchine, pulizia, insomma tutto (senza contare che dobbiamo cmq pagare l'ici anche se rogitati di pertinenza con la prima casa, poichè l'autorimessa è costruita al di fuori dal recinto dell'abitazione principale!).

Questo sarebbe il verde pubblico! pagato dai 90 acquirenti del box!

Se è questo il modo con cui i giardini dei Milanesi verranno mantenuti, facendo pagare oltre alle tasse anche servizi che sono beneficio di tutti ma che pagano solo pochi, non so proprio cosa votare!

Lo prenda come uno sfogo o come una protesta ma prima di pensare a degli spazi verdi nuovi, il comune dovrebbe occuparsi di quelli vecchi e mal ridotti, specie nelle zone di periferia di Milano, come ad esempio il Parco delle Rose sempre dietro il giardino di cui ho scritto.

Distinti saluti.

Se non ho letto male è anche nel programma del sindaco Pisapia, la riqualificazione delle aree e il "rinverdimento" della città.
Ritengo che anche il primo cittadino si impegni a far conoscere e a far votare questi importantissimi referendum !

Meno cemento, più verde, più Vita !!!

Questo referendum presuppone che il 50 percento delle aree soggette a riqualificazione siano destinate a verde pubblico: per questo noi, come Unione Italiana, voteremo no, perché questa è pura follia. Milano è una città capitale dell’economia, non una fattoria. L’appropriarsi sempre e comunque del 50 percento delle aree riqualificabili può andare bene in ambito pubblico, laddove si voglia spingere all’aumento delle aree verdi cittadine. Ma non è giusto mettere una imposizione così dura anche ai privati: sensato invece mettere loro dei paletti, in modo che il legittimo privato sia allineato al pubblico.

Per me è inammissibile che a prescindere, senza aver valutato nemmeno un progetto, si voglia richiedere a un privato di cedere il 50 percento della sua area. Ribadisco: a prescindere, senza sapere nemmeno a cosa sarà destinata l'area riqualificata, come sarà edificata. Si può anche costruire in maniera tale da tutelare sia gli interessi del pubblico sia quelli del privato (ecco i paletti): spingere, come è già stato fatto con successo in altri Paesi, affinché si edifichi più in altezza che in larghezza; richiedere che gli edifici siano costruiti in classe energetica A, quindi poco inquinanti, magari alimentati da pannelli fotovoltaici, con un sistema di raccolta di acqua piovana per provvedere anche ad innaffiarli senza sprechi, i giardini; con i parcheggi sotterranei, perché le auto dei residenti e dei lavoratori non occupino suolo pubblico. Questi sono i paletti: non si può impedire a un costruttore di fare il suo lavoro, di guadagnare dal suo investimento, ma si può fare in modo che investa per dare a Milano un'altra cultura di edificazione, facendo così in questo modo qualcosa per la collettività.

" come Unione Italiana, voteremo no, perché questa è pura follia. Milano è una città capitale dell’economia, non una fattoria."

Gianfranco ha mai pensato che a Milano oltre al business esistono anche  bambini e anziani ?

I referendum milanesi hanno valore di indirizzo. Alla nuova amministrazione tocca tradurli in atto. Ci sarà sempre qualcuno che dice che si potevano scrivere meglio o entrare di più nel dettaglio - ma rischia di essere un pretesto per rinunciare a dare un indirizzo che nel suo complesso è ben chiaro, cioè quello di una città più vivibile.

...certo, capitale dell'Economia, ma prima ancora vivibile e respirabile per tutti. E se sarà vivibile, andrà bene anche per l'Economia.

Sono favorevole che a Milano vengano raddoppiati gli alberi ed il verde pubblico, bisogna ridurre il consumo di suolo pubblico, altrimenti tra non molti decenni, così come indicato da ricerche di Italia Nostra ci troveremmo a mangiare e a respirare cemento. Come Partito Comunista dei lavoratori invitiamo i cittadini milanesi a votare SI