Mobilità condivisa: esiste un piano o si va a casaccio?
Si è partiti con le biciclette, poi sono arrivate le auto, le moto, i monopattini...
E' chiaro che tutto si rivolge agli stessi utenti.
Il comune ha investito in bikemi, con biciclette e stalli fissi, poi ha autorizzato diversi "concorrenti" privati con alterne fortune, bici abbandonate ovunque.
Poi il car sharing e le moto sempre abbandonate ovunque.
Infine i monopattini davvero poco adatti alle strade milanesi piene di buche e rotaie.
C'è una logica organica in tutto questo?
Pare di no a giudicare da due moto piazzate sullo stretto marciapiede di via bessarione, quando a 10 metri c'è un capiente parcheggio dedicato vuoto.