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La mia, personalissima, paura è che la situazione milanese, quanto a lavori e a necessità, più o meno imposte dagli impegni presi e contratti (vedi Expo) imponga, data la crisi economica, l'oggettiva debolezza della nostra economia e dei nostri controlli, pressoché inesistenti, un tentativo di superare l'impasse con un'accelerazione alla «cinese»: grandi opere, fatte in fretta e furia, con grande spreco e consumo di territorio, a basso investimento tecnologico con pesanti ricadute sull'ambiente (com'è il caso documentato dalla foto). Il tutto si sposa benissimo, come verificato sulla vicenda vie d'acqua che vie d'acqua non sono, nel parco delle Cave e limitrofi, con i residui di cultura dirigista alla sovietica di parte della sinistra milanese e i soliti noti speculatori immobiliaristi. Una bella prospettiva, non c'è che dire.
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