Abbiamo Paura

Gentilissima Signora Anna,

le rispondo per solidarietà in quanto situazioni diffuse a Milano e perché probabilmente non risponderà nessuno di chi dovrebbe (indipendentemente dal fatto che partecipaMi inoltri la sua a chi interessato).

Un suggerimento:

se non ancora fatto, faccia un esposto o una denuncia al Commissariato di Zona, in questo modo da un peso diverso a quanto scrive su partecipaMi. La sua certamente arriva alla presidenza del municipio 2 (Dott. Simone Locatelli), poiché in linea diretta e dunque potrebbe farsi portavoce della situazione descritta come molto grave. 

Gianluca Gennai

Buongiorno Oliverio, grazie infinite. Anna

Il Sindaco, a margine di un incontro in Bicocca, ha rilasciato delle dichiarazioni sui minori non accompagnati a Milano, un tema che oggi è certamente da considerarsi molto urgente.  Dati alla mano Milano ha ricevuto circa 1500 minori non accompagnati senza avere nessuna condizione di gestibilità del fenomeno, che oggi vede il Beccaria saturo, i centri insufficienti, centinaia di minori fuori controllo, una mancanza di capacità di controllo del territorio e soprattutto il non sapere che cosa fare, riponendo ogni speranza nella Polizia e nei Carabinieri.

Il Sindaco punta ancora il dito non è la prima volta, sullo Stato che dovrebbe; a suo dire, finanziare progetti per nuove strutture ma anche una organizzazione che oggi non sembra essere in grado di gestire la situazione, quindi dichiara che la città non può accogliere ancora ulteriori arrivi, ammettendo che c'è una falla nel sistema, nel 3° settore e nelle strategie di finanziamento dei progetti comunali, forse del tutto mancanti su questo argomento. 

Mi chiedo quali siano i programmi del Comune quando chiede fondi al Governo, perché i finanziamenti arrivano se c'è una progettualità chiara, un programma definito, soluzioni che possano essere portate sul tavolo del Ministero.

Dunque, quale paradigma può essere la via giusta per un fenomeno che rispetto ad altre realtà transalpine, assume livelli del tutto gestibili in una società preparata e ben tutelata con regole e leggi ben precise, con Forze dell'Ordine sufficienti per il controllo del territorio a partire dalla Polizia Urbana e soprattutto con un organismo gestionale formato e preparato, in grado di accogliere e gestire anche i casi critici, cioè la maggior parte. Noi non abbiamo tutto questo, siamo totalmente disorientati.

Di certo c'è che negli ultimi dieci anni la città ha visto ridurre in modo scriteriato la struttura di controllo urbano del territorio che parte proprio dalle Forze Municipali, sopportate da Polizia di Stato e Carabinieri e Guardia di Finanza, i quali credo dovrebbero gestire quei fenomeni di criminalità più alta, e che oggi si trovano, loro malgrado, a dover sopperire alle mancanze comunali probabilmente anche di derivazione politico/ideologica, certamente orientata per un basso controllo militare del territorio, per una presenza discreta delle Forze dell'Ordine, percepite come strumentali alla sopraffazione e all'esercizio del potere come se una Autorità potesse essere, in ogni caso tollerante davanti a chi non rispetta la legge o accondiscendente anche quando i fenomeni sono tendenzialmente criminogeni e privi di rispetto delle regole.

Allora si rileva oggi un cambio di tendenza nelle parole del primo cittadino, il quale, oltre ad ammettere, dichiara l'accoglienza, un argomento non gestibile in una Milano che sembra aver perso gli anticorpi, impaurita, sottomessa a un fenomeno che doveva essere previsto in anticipo e opportunatamente organizzato invece di rilasciare ogni conseguenza sui cittadini, decapitando ogni diritto alla tranquillità e al benessere almeno nella propria dimensione privata. 

Ci auguriamo che davvero ci sia una inversione da U sul tema della sicurezza nei quartieri e sui marciapiedi e che tutto ritorni entro parametri accettabili.

Signor Sindaco, adesso che non ha più da cercare consensi in un elettorato polarizzato e non sarà rincandidabile, faccia la cosa giusta.

Gianluca Gennai