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1 anno fa
Via Felice Orsini, 25, 20157 Milano MI, Italia
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SE LA SCUOLA, DIARIO DI UN GIORNO IN UNA SCUOLA DI FRONTIERA.

Qualche giorno fa, mio figlio è stato invitato ad assistere agli esami di 3° media di un amico, così l’ho accompagnato.
Scuola Media Statale Vico di Quarto Oggiaro.





Fa strano entrare in una scuola avvolta da un assoluto silenzio, solo bisbigli nei corridoi e voci basse dalle aule. Incontro dei genitori e qualche ragazzetto ben vestito e pronto per essere “esaminato” ma qualche altro è lì per dare manforte a un amico come nel caso di mio figlio Giulio.

Non essendoci mai stato, m’inoltro curiosando nei corridoi, per guardare come questa scuola sia organizzata, anche colpito da un certo rigore quasi militaresco che respiro in questo baluardo d’istruzione e formazione, in un quartiere rinato e molto diverso dagli stereotipi ma tuttavia ancora in difficoltà, soprattutto sulla scolarizzazione dei ragazzi, spesso provenienti da famiglie in difficoltà. Tuttavia la scuola è eterogenea, gentrificata da ragazzi lontani dalle dinamiche critiche e questo rispecchia il quartiere davvero molto cambiato e che va verso un livello di vivibilità che si può definire più che soddisfacente.

Abituato alla scuola di mio figlio, ad indirizzo musicale, noto una polarizzazione diversa, generalizzata verso temi di legalità, lotta al bullismo, deprecazione della armi, celebrazione delle figure nazionali antimafia, rispetto della donna ma anche soggetti di più ampio respiro come un bellissimo Guarnica di Picasso ma colorato (il colore come veicolo di vitalità anche là dove regna la follia umana; la guerra).





Pensare a una scuola che deve e può essere un vettore per uscire da una condizione, è certo uno dei grandi temi dell’Istruzione in una periferia di Milano che oggi si trova in una fase di cambiamenti, forse di riflessione sui tanti temi che impongono attenzione e rigore in qualche modo. Da queste parti si è fatto tanto e tanto si sta facendo per non ritornare in un profondo stato di depressione sociale che purtroppo ha caratterizzato il quartiere per tutti gli anni 70/80/90.

Questa scuola deve necessariamente muoversi sui temi che sono estremi per importanza, ancor prima della grammatica che certo, non vi è dubbio sia rigorosamente insegnata. L’idea che tutte le scuole siano uguali, non ha molta aderenza con la realtà di una città come Milano, in cui si passa da scuole medie statali totalmente immerse in ambienti non contaminati nel termine assoluto della parola, a scuole fortemente caratterizzate da ragazzini che arrivano da altre parti del mondo, spesso con problemi neanche ipotizzabili per certe famiglie, a volte senza sapere una parola d’italiano. Da adolescenti provenienti da famiglie con disagi che vanno da un genitore in carcere, a fratelli che spacciano o delinquono, mamme maltrattate, oppure sole e indigenti, non solo, ragazzine abusate, familiari che vivono di rapine ecc.

Cosa può fare una scuola se non portare questi ragazzi su logiche diametralmente opposte a quell’esempio di vita. Allora camminando per quei corridoi respiro questa bellissima realtà in cui si attua la vera scuola che dove deve, interviene come può, con lo strumento della formazione e dell’esempio a tutela del futuro, della prospettiva che altrimenti non esiste, non c’è.

Peppino Impastato, il Giudice Falcone, il Giudice Borsellino, le facce degli agenti morti con il Giudice Falcone. Poi immagini di ragazzi bullizzati, di aggressioni, forse forti, forse inquietanti, tuttavia necessarie, reali, questa forte realtà è giusto sbatterla sulle facce di questi ragazzi, serve la verità non edulcorata, da queste parti non si vive di verità narrate.





Questa scuola è un esempio di concretezza, di grande consapevolezza e di incredibile e instancabile lavoro dei prof (come li chiamano i nostri ragazzi). Questa scuola è un eccellenza e svolge un ruolo determinante di transizione oltre che educazione. Sì, una transizione da uno stato a un altro stato, una forza contraria al destino di molti che era già scritto e che qui viene totalmente rimesso in discussione.

Li vedo, tutti uguali, pantaloni e camicia per i più, richiesta del corpo Docente mi dicono, approvo.

Se penso agli Ambrogini, spesso dati a personalità che hanno contribuito a migliorare Milano forse in modo non cosi meritevole, penso a queste scuole, a quale contributo danno costantemente alla Città, alla loro fondamentale rilevanza per rimediare agli errori fatti proprio da una Milano che in passato non ebbe molta attenzione per questo quartiere che ha sofferto moltissimo. Queste scuole si meriterebbero di essere premiate per il loro lavoro, cosi difficile tal volta anche se profondamente amato dalle insegnanti che non conosco ma che da oggi ammiro per quello che vedo dentro a questa scuola.

Citare il miracolo è eccessivamente irriverente alla Fede, tuttavia pienamente aderente ai risultati di un esame che guarda questi ragazzi allo stesso modo: da studenti.

                               

 

 " E quindi uscimmo a riveder le stelle "

 

 Gianluca Gennai

avatar Attilio Paparazzo 1 anno fa
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Bellisima questa tua descrizione di una giornata a scuola. Sei stato aiutato dalla sensazione di silenzio e rigore (gli esami), una giornata particolare. Ancor più bella è quella scuola al mattino di un giorno...
avatar Daniele Balboni 1 anno fa
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Che bella testimonianza di speranza per il futuro. Più diffusa nelle scuole di quanto si sappia e si creda. Purtroppo non sufficiente per affrontare i problemi giovanili di oggi!