Un italiano incerto siamo noi
UN ITALIANO INCERTO SIAMO NOI.
Lo sfogo del Sindaco per la delusione recata dalla crisi di Governo e le dimissioni del Presidente del Consiglio Mario Draghi, resta da capire. Ci colpisce il tono arrogante e giudicante se non altezzoso con cui condanna i parlamentari che hanno causato tutto questo movimento contro il premier, giudicandoli oggettivamente ignoranti, delle capre che non avrebbero dovuto permettersi di fare una simile manovra.
Ci lasci dire, egregio Sindaco, che quantunque i parlamentari siano grammaticalmente claudicanti e ignoranti, rappresentano i cittadini italiani (tutti) e dunque un esercizio di Democrazia per quanto essa sia discutibile, dunque porti rispetto come esempio in primis invece di sentirsi l’uomo della provvidenza, un giudicante dal pulpito di una Milano che non sembra sia ai suoi livelli migliori grazie anche ai tanti errori fatti da Lei.
Mi lasci dire che anche Lei e tutti noi non siamo modelli da Accademia della Crusca.
Sui curriculum ci sarebbe da dire, anche Lei non guarda molto le competenze dati gli assessori di cui si circonda, i quali forse saranno capaci di esprimersi in un italiano perfetto usando un gergo forbito e certamente vantano un curriculum scolastico rispettabile ma in quanto a competenze, secondo noi sarebbero da mandare a casa i più e per certi aspetti, ci sembra che potesse essere sufficiente un quinquennio anche per Lei.
Il suo è un commento politico sprezzante e tranchant, lascia evidenza di quale possa essere il suo futuro.
Dunque, nella sua giunta l'incertezza grammaticale esclude, allora gli extracomunitari, i portatori di deficit vocale e quanti non siano in grado di parlare correttamente l'italiano non avrebbero spazio.
Beato il silenzio, maestro fu d'incertezza docente, uno di noi.
Gianluca Gennai