Stazione Certosa, episodi crescenti di micro - criminalità
Illustrissimo Sig. Prefetto di Milano, Dr.Renato Saccone;
Gentilissima Sign.ra Vicesindaco di Milano e Assessora alla Sicurezza, Dott.ssa Anna Scavuzzo;
Egregio Comandante della Polizia Locale di Milano, Dr.Ciacci;
Egregio Sig. Sindaco Dott.Sala.
Milano vive un momento particolarmente delicato in cui i tanti mali che la affliggono da qualche tempo, si sono modificati a causa della pandemia che ha dato luogo all’acuirsi di quelle che sono le modalità di sopravvivenza dei tanti disadattati, ai danni dei poveri cittadini che utilizzano i mezzi pubblici anche per scelta, per ridurre l'inquinamento o per scemplice normalità nello spostarsi a Milano. Certamente non sarà facile trovare una soluzione a breve ma una delle condizioni che andrebbero affrontate in modo energico, è senz’altro quella della micro criminalità che è in crescita.
Se da una parte la formazione di baby gang sembra essere la nuova frontiera delle organizzazioni per via delle pene leggere erogate ai minori, dall’altra va affermandosi un nuovo modo di delinquere che potremmo definire di dissuasione, per lo più adottata da individui adulti già "borderline", con tecniche di approccio leggero ma molto efficace, consistente nell’avvicinare soggetti ritenuti adatti (ragazzi, donne, anziani), per chiedere soldi o altro, dietro minaccia e sedicente pericolosità (ex carcerato, ex rapinatore ecc.). Inutile dire l’esito che sovente, è il soccombere dando quanto richiesto per evitare il peggio, spesso senza denunciare e talvolta neanche raccontare l’accaduto per vergogna, timidezza o semplice rimozione psicologica dell’episodio.
Questa nuova forma di ricatto e estorsione, avviene generalmente in orari normali e in luoghi diversi, difficilmente nelle ore dell’immaginario collettivo e in posti particolarmente adatti al crimine come i parchi, oramai evitati dalle persone solitarie e molto controllati dalle Forze dell'Ordine. Questa emergente pratica, prevalentemente applicata in periferia, sembra prendere piede in stazione Certosa, dove sempre più spesso arrivano i racconti di persone che hanno subito una aggressione del genere senza poi denunciare il fatto, a seguito delle somme irrisorie estorte, 20/30 euro, e della giustificazione data dal balordo di turno (per cibo, per dormire, ecc.). Cresce cosi una sorta di resilienza da parte di chi frequenta la stazione, che mette in conto anche questo tipo di disavventura, quasi in preda alla sindrome di Stoccolma mista a una sorta di giustificazione solidale.
Mi chiedo se il cittadino debba abituarsi a questo tipo di crimine che definirei di sopravvivenza, per evitare il peggio, e se non vi siano le condizioni per attivare una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine con presidi costanti dal mattino alla sera allo scopo di disincentivare questa pratica per la quale i viaggiatori sono aggrediti, anche se non fisicamente, soprattutto i ragazzi in orari di lavoro o tardo pomeriggio. Una conseguenza della pandemia che ha dato luogo a una rivalutazione delle pratiche criminogene, sempre meno perseguibili, data la mancata aggressione fisica, e per lo più, l’accondiscendenza da parte della vittima, nel consegnare quanto richiesto, perché terrorizzati e traumatizzati.
Le cause di questi disagi sociali, potrebbero essere rimosse tramite una massiccia riorganizzazione delle Società/cooperative del terzo settore che si occupano degli emarginati, ma anche un maggiore controllo sul territorio da parte degli Organismi di Sicurezza, certamente efficienti ma forse in sottonumero rispetto alla diffusione della micro-criminalità oramai trasversale e ovunque ci sia una possibilità di andare a segno (stazioni, autobus, taxi, treni, metro, ecc.).
Nel comprendere che senza una denuncia diretta, spesso non si muove la macchina della dissuasione se non della repressione, è pur vero che trattandosi di vittime sensibili e impaurite, non sempre si può attendere una loro mossa o un fatto particolarmente grave, anzi, si dovrebbe prevenire con ogni mezzo, dunque prima che si compia un'aggressione fisica a seguito della disperazione che spesso porta certi individui a uscire allo scoperto anche dove e quando non ci si aspetta, chiedo cortesemente di intensificare la presenza delle Forze dell’Ordine o di un servizio di Vigilanza in particolare sulle banchine d’attesa alla Stazione Certosa dove non mancano le telecamere ma del tutto inefficaci data la destrezza degli aggressori, ma anche altrove, dove occorre ristabilire il controllo da parte delle Istituzioni e restituire ai cittadini la sicurezza di cui dovrebbero beneficiare sul territorio milanese, dove purtroppo non è garantita l’incolumità come si dovrebbe, specialmente in periferia, e la dove, certe forme di sopravvivenza hanno la residenza fissa e i cittadini perdono i loro diritti di tutela dell'incolumità.
Gianluca Gennai