La salute è un diritto o un mercato?
C'è una questione sanitaria in Lombardia, che si inscrive nel disegno politico di svendita completa dell'Italia, di quella pubblica in particolare. In Lombardia la sanità è già in larga parte privata, con logiche di mercato conseguenti, prossimamente ultimeranno il disegno e nessuno la considera un'emergenza sociale e una questione di politica pubblica cruciale. Gli effetti sui cittadini si fanno già sentire: nelle attese ai pronto soccorso, nelle prenotazioni, nella parcellizzazione delle cure per cui non sei curato come persona intera, ma come somma di singoli organi dentro protocolli merceologici da specialisti che non hanno una visione d'insieme. Tutto questo dentro e oltre il luccichio dei brand degli ospedali convenzionati e il loro richiamo e il loro indotto di turismo sanitario nazionale.
Hanno messo in galera Formigoni, ma il suo sistema è più vivo che mai e non mi sembra messo in discussione dentro l'emiciclo del Consiglio Regionale. È stato soddisfatto il bisogno di vendetta come distrazione dalla sostanza politica. La Costituzione parla di diritto alla salute, in realtà c'è un mercato che assorbe intorno al 70% del bilancio regionale. E sia chiaro che non solidarizzo con Formigoni.