ATM si incamera soldi non dovuti ( e fa finta di nulla )

Conviene mettersi l'anima in pace: quando c'è uno sciopero io non posso usare i mezzi, ma avendo un abbonamento annuale teoricamente mi spetterebbe un indennizzo.

E' la base del meccanismo dello sciopero che colpisce economicamente la ditta per costringerla a cedere su temi sindacali.

Qui ATM incassa e non ha mai rimborsato o indennizzato nessuno per i disservizi.

Se la metro si ferma per un guasto sono affari degli utenti.

Nulla è dovuto da parte di ATM e una volta pagati i biglietti i soldi sono persi per sempre.

Qualcuno ha mai visto il contratto di servizio ATM che la vincola agli utenti?

Quello degli obblighi per gli utenti sono in tutte le stazioni e su tutti i mezzi.

Non sono d'accordo: un servizi pubblico essenziale deve essere pubblico e gestito dal pubblico.

Se ci sono cose che non funzionano, e ce ne sono, bisogna esigere che siano corrette, visto che chi eroga il servizio è un ente pubblico.

Non deve agire secondo logiche di profitto ma di qualità del servizio.

Atm non è una società pubblica ma una Spa a partecipazione pubblica, in questo caso, il Comune di Milano, detiene la maggioranza ma non per questo si può definire giuridicamente una società pubblica, anche se lo è " de facto ".

Anche Atm Spa pensa al profitto, tant'è in attivo e partecipa a bandi internazionali con MM Spa tranquillamente, con il benestare del suo azionariato di maggioranza. Se fosse un ente pubblico, non potrebbe farlo, ma non è il caso milanese.

Peraltro il Comune di Milano ha deliberato delle proroghe del contratto scaduto con Atm, quando poteva invece aprire un bando a favore di qualsiasi società privata europea in possesso dei requisiti per procedere in gara d'appalto, peraltro separando i servizi di superficie con la gestione delle metropolitane, magari andando a creare proprio una competizione sulla qualità.

Altra cosa è l'idea del servizio pubblico gestito direttamente da un Ente Pubblico, che ne risponda anche giuridicamente.

Mi rendo conto che la questione dovrebbe essere più attenzionata e che il Comune di Milano dovrebbe vigilare a nome dei cittadini, ma basta vedere cosa sta facendo con le linee MM4 e MM5, per le quali sono state create delle ulteriori società " ad hoc " per tutte le faccende finanziarie di project finacing ecc. dunque, cosa si pensa di poter fare noi cittadini se non esprimerci con un voto?

Un cane che si morde la coda.

I cittadini hanno tutto il diritto di lamentarsi del paradosso.

Gianluca Gennai

Su questo sono d'accordo con Te.

Anche a Me piacerebbe aver a che fare con un organismo ben definito e non un'entità ibrida qual è la maggior parte delle società partecipate, dove alla fine non si sa chi fa l'azione e la reazione.

Purtroppo la realtà ci impone di confrontarci con questa società (Atm) che gestisce il trasporto pubblico e non solo (vedi le case ex Aler), la quale risponde obbligatoriamente all'azionariato ma solo in termini economici e strategici in seno alla crescita e investimenti, poi forse, anche in termini politici, ma non è obbligatorio e soprattutto non si dice.

Il caso di Milano, è un archetipo del controllo pubblico su un'azienda privata, per questo il cittadino dovrebbe avere una maggiore attenzione come ce l'hai Tu, ma quanti attuano i propri diritti? Quanti vanno oltre la protesta del momento o l'incazzatura transitoria? Su questo si basa la strategia poltiica.

Penso alla concorrenza non perchè a me piaccia l'idea del privato che mette le mani su qualcosa che è nei diritti del cittadino come il trasporto pubblico che peraltro paghiamo anche caro, mentre io lo vorrei gratuito e compreso nelle tante tasse che paghiamo a questa ciurma di corsari (e no!, questa è una società privata).

Verrebbe fuori sicuramente la vera faccia di questo esercizio di strategia finanziaria, cioè che la Giunta muove solo alcune corde ma non tutte le corde, mentre con una società davvero privata, dovrebbe fare i conti con essa, ma anche con i cittadini, questo vorrebbe dire attivare competenze e attenzionare molto da vicino l'operato di chi vuole fare profitto, non come ora dove viene fatto tutto in casa, compreso il lavaggio dei panni sporchi.

Gianluca Gennai