Palme in piazza Duomo: come, e soprattutto, perché?
Il tema delle palme in piazza Duomo è di quelli che fanno scaldare subito gli animi. Ma al di là delle legittime opinioni al riguardo, e al netto delle loro protesi politiche, non sarebbe una perdita di tempo far emergere, a uso della cittadinaza tutta, il vero problema dell’intervento. Vale a dire il suo essere in fondo assolutamente estemporaneo e privo di una progettualità articolata e armonizzata con la storia della piazza. La quale risulta incompleta e disarmonica fin dal suo allargamento avvenuto a opera del Mengoni.
«La forma della piazza è ben definita solo sui tre lati nord, est, sud, ma si sfrangia in un ventaglio di vie sul lato ovest. Il confluire, infatti, di via Torino, via Orefici, via Mazzini, via Mercanti accentua il senso di imperfetta chiusura e delimitazione della piazza, certamente non garantite dal ‘provvisorio’ palazzo del Carminati, quello che l’Italia della pubblicità ben conosce per le sue luminose insegne. E il progetto Mengoni è incompiuto proprio perché prevedeva, a chiusura della piazza e a suo parziale accorciamento, un palazzo davanti al Carminati capace di sopravanzare i portici settentrionali e meridionali».
Sulla base di queste premesse, dati oggettivi, lo Studio Gardella, nel 1990 presentò un progetto di ristemazione con fu realizzato per le note vicende tangentizie.
La stasi progettuale è durata fino ai nostri giorni e ora questo mini-intervento che però, viste le sue caratteristiche, non può che sollevare discussioni che qui potrebbero avvenire con civiltà e argomentazioni consone e, si spera, dovizia di riferimenti e materiali di documentazione.
Un ultimo appunto prima dell’avvio: quando si discute degli assetti urbanistici e, in questo caso, simbolici delle scelte amministrative si sa che sono in gioco non solo questioni di gusto ma, soprattutto, questioni che riguardano la propria individuale o collettiva poco importa, visione del mondo e del suo significato. Cosa per la quale occorre avere rispetto nelle differenze e diversità.