La Comunità di Buccinasco vuole un "Comune vietato alla 'ndrangheta"

Con la presente sono a smentire le dichiarazioni riportate dall’agenzia La Presse e attribuite alla mia persona in data 7 settembre 2015

Il contenuto e il messaggio sono stati totalmente stravolti e travisano il mio pensiero e la mia volontà che è facilmente riscontrabile nella mia attività politica e amministrativa.
Risponde al falso l’affermazione secondo la quale io avrei detto che a Buccinasco non si può mettere un cartello con la scritta “comune vietato alla ‘ndrangheta” per non offendere la ‘ndrangheta poiché qui la ‘ndragheta ci abita.
Io ho affermato : Apporre all’ingresso della città un cartello con la scritta “paese vietato alla ‘ndrangheta” significherebbe ridicolizzare e ridimensionare una verità storica che ancora molti fanno fatica a metabolizzare. Il nostro Comune, purtroppo, non è (ancora!) vietato alla ‘ndrangheta.
Il messaggio è molto differente. Nel primo caso (falso) io non vorrei offendere la ‘ndrangheta. Nel secondo caso (vero) io non voglio offendere la verità storica che racconta una presenza capillare sul territorio.
Diffido chiunque ad affermare il contrario a mio nome.

Rosa Palone
Presidente Consiglio Comunale di Buccinasco

Il boss Barbaro definì Buccinasco “la Platì del Nord”, ma sappiamo, dalle cronache, dalle sentenze e dalle relazioni della Magistratura, che la presenza della 'ndrangheta interessa la cintura metropolitana. E' quindi di particolare importanza la decisione del consiglio comunale di attuare le proposte regolamentari e procedurali contenute nel Protocollo per la Legalità adottato all'unanimità dalla Commissione di Indagine da me presieduta. Proposta confrontata, con il collega Domenico De Palo, anche a Palazzo Marino con esponenti delle commissioni sicurezza, antimafia e anticorruzione, con consiglieri dei comuni metropolitani e i docenti della Bocconi e della Statale. Dopo la Relazione della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti del 12/12/2012, il Consiglio Comunale ha istituito, nel 2013, una Commissione di Indagine. Il mandato era quello di analizzare gli atti amministrativi citati nella relazione per individuare criticità e proporre soluzioni. Le sentenze Cerberus e Parco Sud dimostrano che la responsabilità sta nei corruttori ma anche nei corrotti, nei concussori ma anche nei concussi, interessa gli amministratori e i funzionari, le imprese intimidite come quelle di copertura. Sono ambiti che devono essere regolamentati e resi trasparenti affinché nessuno si trovi nelle condizioni di essere intimidito o colluso, i cantieri privati devono poter essere verificati come quelli pubblici. La legalità non può essere una affermazione o un intervento straordinario come per l'EXPO o per l'inquinata sanità lombarda, ma il prodotto di una corretta gestione quotidiana dell'attività amministrativa.Può costituire un esempio il percorso di attuazione del Protocollo per la Legalità adottato dal consiglio comunale di Buccinasco. La Commissione presieduta dal Sindaco e composta da Segretario comunale, Presidente del Consiglio e Capigruppo, deve redigere, entro Giugno, le bozze di delibera di Consiglio o di Giunta e definire riforme di regolamenti, che recepiscano gli indirizzi del Protocollo. Sono demandati al Segretario comunale eventuali approfondimenti su specifiche tematiche amministrative per ulteriori revisioni della normativa comunale, con tempi e percorsi. Il Sindaco convocherà in Commissione, enti, associazioni e altri soggetti sociali per consultazioni sulle normative afferenti alle rispettive attività e per proporre loro la sottoscrizione di specifici protocolli di legalità condivisi.