Parere del Consiglio di Zona 4 sull'istituto del Referendum deliberativo comunale senza quorum

Quello del quorum è sempre un tema attorno a cui ruotano discussioni infinite.

Abbassarlo troppo (o toglierlo) priva il voto della garanzia di essere espressione di una maggioranza e non di una minoranza, aumenta anarchia e confusione, ma valorizza l'impegno di chi ci crede escludendo dalla conta chi non è interessato o è stato convinto a disinteressarsi.

Alzarlo troppo limita nei fatti l'uso dello strumento referendario a temi popolari, mentre, le scelte più tecniche e difficili, "spaventano" il cittadino comune che per paura di sbagliare non va a votare o si disinteressa. Questo rende le consultazioni vulnerabili e un'arma a doppio taglio per cui una buona idea che fallisce ad un referendum viene accantonata.

Trovare il giusto equilibrio è difficile, forse impossibile.

La mia proposta, per un futuro prossimo, è quella di cambiare il metodo di consultazione referendario.

Oggi, a livello locale, è possibile pensare ad una consultazione dei cittadini meno traumatica e più continua.

Non più quindi un evento che paralizza le scuole per trasformarle in seggi elettorali in un unico giorno di voto e scrutinio, comitati del sì e del no che fanno a gara per convincere e spiegare alle persone come e perchè votare.

Realizzare una votazione differita, spalmata in un lungo periodo di tempo in cui il cittadino ha modo di informarsi, scegliere e votare utilizzando strumenti e strutture che già esistono e svolgono quotidianamente la propria funzione.

Si raccolgono le firme, ok, e una volta raggiunta la soglia per la presentazione, se non c'è urgenza, parte la consultazione su un arco di tre o sei mesi in cui i cittadini aventi diritto possono votare attraverso strumenti informatici o richiedendo un'apposita scheda in comune (in unica copia per ogni cittadino) che poi possono convalidare in posta come fosse un bollettino, segnando la preferenza al momento e sigillando la scheda per garantire la segretezza del voto.

Il quorum a quel punto diventerebbe ininfluente: nessuna scusa per le persone che vanno al mare. Al quesito si vota sì se si è daccordo, no se si è contrari e chi non ha capito, se non vota, accetta la scelta dei suoi concittadini che invece si sono informati.