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14 anni fa
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Berlusconi e i suoi, presi da evidente paura, stanno di nuovo facendo lo stesso errore: radicalizzare un ballottaggio che invece, per i milanesi, ha un connotato di fondo molto semplice. Rifiutare la conferma a un  secondo mandato a un pessimo sindaco, tal Letizia Brichetto Arnaboldi in Moratti, e a una cattiva amministrazione. Che ha fatto promesse nel 2006, non mantenute, non ha lavorato per i cittadini milanesi ma prevalentemente, o quasi solo, per i poteri immobiliari e economici che si agitano sulla città.

Non solo: oggi Milano è sotto un duplice assedio. Esternamente la circonda un esercito di criminalità organizzata infiltrata nell'hinterland. E internamente Cielle, la "setta fondamentalista" che distrugge e distorce una delle migliori storiche caratteristiche di Milano (la meritocrazia nelle carriere professionali, dagli ospedali, alle pubbliche amministrazioni, alle aziende) ha preso il controllo, di fatto, di larghe e crescenti parti della sanità lombarda e milanese, delle amministrazioni (in particolare i reparti urbanistici di Regione e Comune), della Fiera, e delle imprese connesse alle forniture pubbliche. E ora anche del Comune, grazie a personaggi come Lupi e Masseroli.

Risultato: oltre alla presenza della n'drangheta, camorra e mafia che premono dall'hinterland verso il centro, le famiglie milanesi si trovano con i figli che si laureano (con sacrifici) ma, se non faranno atto di sottomissione alle cosche nere e bianche, non avranno più spazio. Un mediocre leccapiedi ciellino vale di più di un 100 e lode a ingegneria o medicina. Il secondo è meglio che emigri, o si rassegni al precariato.

Grazie Moratti, La Russa, Formigoni.

Quello che era ancora un territorio europeo, dopo le amministrazioni Albertini e Moratti, oggi è un territorio inquinato, e privo di futuro. Questa è la sostanza di un rifiuto di rinnovo. E Pisapia, per molti moderati, viene visto come il male minore, dopo un male maggiore evidente.

Su questi dati di fatto concreti dovrebbero rispondere la Moratti, Berlusconi, La Russa, De Corato, Lupi, Formigoni, Masseroli, Cicchitto, Bossi, Castelli, Santachè, Albertini e tutti gli altri che hanno contribuito a questo disastro.

Le offese più gravi, e profonde, fatte alla città sono state a mio avviso due.

La prima
ai magistrati, e in particolare alla Bocassini, l'unica che ci sta difendendo dai sanguinari n'dranghetisti che invece hanno documentati contatti con esponenti del clan La Russa.

La seconda è l'occupazione anche dell'urbanistica del Comune da parte dei network ciellini, dopo la Regione, la Fiera e le aziende collegate. L'urbanistica è il cuore decisionale del Comune, Nb.

Inutile quindi buttarla sulla demonizzazione di Pisapia. E' la città il vero problema, per voi.

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La Moratti perde 10 punti: 80.000 voti. Ipoteticamente e grossolanamente possiamo dire che: 23.000 sono andati via dalla città (è vero che le percentuali di voto sono identiche a 5 anni fa, ma non gli elettori e gli aventi diritto), 36.000 li ha spostati Palmeri, ma almeno 20.000 sono andati a Pisapia (guarda caso i voti della lista civica). Vale la pena ricordare che stiamo parlando degli elettori che votano il sindaco, che sono 62.000 in più di quelli che votano le liste. La vittoria personale di Pisapia è quindi ancora più netta.

Qui sta il cambiamento epocale: per la prima volta dal 1993 elettori di centrodestra non rispondono all’appello contro il pericolo comunista / giustizialista, per la prima volta un elettorato moderato concede una chance amministrativa al centrosinistra, per la prima volta un candidato gentile, ma che più politico non si può, recupera un elettorato riformista.

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P.s. Immagino, su tanti episodi di amici, il caso di un coetaneo, un primario di ospedale milanese. Un moderato, anzi pure di destra. Uno con il figlio che studia al Politecnico.

Bè, quest'uomo nel corso degli ultimi dieci anni, ha visto la sua Milano, il suo mondo cambiare. In peggio. Ha visto arrivare in massa i ciellini nel suo ospedale a spartirsi i posti. Mezze figure, anzi incompetenti, al posto di altri medici che hanno dovuto emigrare. Ha visto  anche al Poli crescere questa gente, e teme per il futuro di suo figlio. Pensava che Milano fosse, al di là della sua durezza, almeno la città dei meriti e delle opportunità aperte. Unica in Italia. E non è più così. Ora si è astenuto, e gli basta vedere Lupi (il ciellino) o la Santachè in televisione per sentirsi confortato nella sua decisione.


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