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Inviato da avatar Bruno Alessandro Bertini il 13-05-2012 alle 18:06

Perché in Italia sembra impossibile fare le cose semplici e ben fatte?

Non serve certo un genio per analizzare la situazione e capire come andrebbe gestito il recupero dei crediti da parte della pubblica amministrazione.

Procedendo con logica: se un cittadino non paga può essere per i seguenti motivi...

1) Errore del cittadino.

La burocrazia è complicata e può accadere che si sbagli nel valutare una legge o nel fare un calcolo, nel buttare una lettera importante o scordare una scadenza. Un buono stato dovrebbe presumere che il cittadino è innocente fintanto che non ha prova contraria. Ovvio che non deve teattarsi di un comportamento reiterato o di soggetti già condannati per lo stesso reato.

2) Errore dello stato.

Questa ipotesi (inammissibile dai funzionari pubblici) dovrebbe invece essere presa in seria considerazione visto che poi è sempre il cittadino a dover capire come dimostrare di essere in regola a distanza di anni da un pagamento. Spesso si gira per parecchi uffici con incartamenti, ricevute, e il risultato massimo è la rassicurazione che la cosa sarà sistemata da chi di dovere. Lo stato che sbaglia non solo non paga ma non chiede neppure scusa.

3) Impossibilità del cittadino a pagare.

A volte non si hanno proprio i soldi per pagare, la guardia di finanza però nei suoi controlli si dimentica di includere il tenore di vita del debitore, col risultato che al poveretto che non poteva pagare 10 vengono aggiunti altri 10 di interessi e via fino a raggiungere cifre utili solo ai politici che possono parlare di milioni e milioni evasi al fisco scoperti ma che nella realtà non saranno mai riscossi perché i debitori non li hanno.

4) Motivi dolosi.

Chi non paga lo fa per arricchirsi in modo fraudolento, si può quindi presumere che il debitore abbia di che pagare il fisco.

Detto questo e immaginando che i controlli informatici (almeno sui piccoli pagamenti) siano in grado di rivelare una buona percentuale di irregolarità in tempi brevi (se non pago una multa, ad esempio, non serve aspettare 5 anni per mandar fuori un avviso gonfiato dal massimo di interessi) penso che si dovrebbe procedere nel seguente modo.

L'agenzia delle entrate manda direttamente una lettera molto chiara in cui è richiesto il pagamento della somma dovuta, senza interessi, senza multe, tramite bollettino postale entro 10 giorni.

Caso 1: Il cittadino paga e la cosa finisce lì.

Caso 2: Chi ha la documentazione che attesta il versamento la invia agli uffici dell'agenzia tramite raccomandata o di persona e la cosa finisce lì.

Caso 3: Chi non ha di che pagare invia invece l'ISEE e quant'altro per dar modo di verificare quanto può pagare del dovuto.

Caso 5: Se il cittadino ha già truffato in passato lo stato o ha l'abitudine di non pagare o ci sono prove che si sia arricchito indebitamente viene multato, denunciato, e quant'altro.

In pratica Equitalia interviene solo se:

Caso 1: Il cittadino sollecitato non paga entro i termini e non produce documenti.

Caso 4: E' comprovato il dolo da parte del cittadino che continua a non voler pagare.

Mi sembra invece che avvenga l'esatto opposto: i controlli sono pochi, fatti a distanza di 5 anni in modo da applicare il massimo degli interessi, vengono immediatamente passati ad Equitalia*, l'agenzia delle entrate segue personalmente solo le truffe acclarate giungendo poi a compromessi tali da non far mai pagare ai malfattori l'intera somma dovuta.

* Come esempio cito un caso a me successo in cui, seguendo la procedura "Ufficiale" per correggere un errore da me fatto sul modello unico, mi sono visto rispondere che non poteva essere evasa perché tutti i dati erano già passati ad Equitalia. Questo accadeva quattro anni fa e ho la sensazione che poco prima che scada il 5° anno riceverò una complicatissima cartella da Equitalia, rimasta in attesa di maturare il massimo degli interessi, e poi dovrò cominciare un complicatissimo iter per dimostrare che quel problemo ho tentato di risolverlo a tempo debito ma non mi è stato permesso.

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