Rispondi
Rispondi a:
Da milano.repubblica.it:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/18/news/dario_fo_a_stefano_boeri_sfida_accettata_non_ce_l_ho_con_lui_ma_con_chi_lha_voluto-7184450/
VERSO LE ELEZIONI
Dario Fo a Stefano Boeri: sfida accettata
"Non ce l'ho con lui ma con chi l’ha voluto"
Di Pietro: "Non appoggeremo l’architetto che fa grattacieli per Ligresti". Movimento 5 stelle: "Un nostro candidato"
di STEFANO ROSSI
Dario Fo accetta la sfida di Stefano Boeri. "Va bene, incontriamoci, parliamoci. Forse mi dimostrerà che non è vero che ha rapporti con il governo di destra di Milano". Ci sarà dunque il chiarimento chiesto dal candidato sindaco del Pd, che lo aveva proposto dopo aver ricevuto aspre critiche da Fo. Non prima di 15 giorni, perché il premio Nobel è fuori Milano.
Ieri Fo ha stemperato i toni, ma solo nei confronti del candidato, non del Pd: "Mi ha scritto una lettera molto civile in cui dice che sono stato male informato. La vera polemica non riguarda Boeri, quanto i modi di chi lo presenta. Il Pd non riunisce la gente di sinistra dicendo: l'intenzione di noi dirigenti è questa, voi che ne pensate? Al contrario, decide in modo brutale, come nelle elezioni precedenti quando candidò Bruno Ferrante. Ci sono le primarie, certo, ma è inutile discutere dopo. Nel Pd c'è un deficit di democrazia interna, e bello grosso".
Corritore: "Un errore puntare su un candidato"
Il costituzionalista Valerio Onida, lui pure in lizza alle primarie, suggerisce: "E perché non fare un confronto fra i tre candidati e Dario Fo? A me piacerebbe molto". Da Vasto, dov'è riunita l'Idv, Antonio Di Pietro attacca: "Ci chiedono se appoggiamo Stefano Boeri. Noi non appoggiamo persone ma programmi e di Boeri sappiamo solo che ha costruito i grattacieli di Ligresti".
Il Pd incorona Boeri
Il Movimento 5 Stelle annuncia un suo candidato sindaco. Spiega il grillino Ettore Soffientini: "Presenteremo una lista civica in via di definizione con una effettiva partecipazione dal basso". Infine, salta l'incontro del 22 in chiusura della Festa del Pd fra i tre rivali delle primarie: Boeri, Onida e Giuliano Pisapia. Quest'ultimo però ha incassato ieri l'appoggio del Riformista.
(18 settembre 2010)
Da milano.repubblica.it:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/18/news/che_errore_puntare_su_un_candidato_il_pd_doveva_ascoltare_la_sua_gente-7182647/
L'INTERVISTA
“Che errore puntare su un candidato
il Pd doveva ascoltare la sua gente”
Corritore si dissocia dalla scelta del suo partito di appoggiare Boeri nella corsa con Pisapia e Onida
di RODOLFO SALA
Davide Corritore è tra coloro che l'altra sera, alla direzione provinciale del Pd, si sono battuti perché il partito non indicasse quale candidato sindaco appoggiare alle primarie. È andato in minoranza, ma adesso dice che la cosa più importante è "lavorare perché il 14 novembre vada a votare il maggior numero possibile di milanesi, questa è la garanzia che chiunque vinca risulti davvero il candidato con maggiori chance di battere la Moratti". Insomma: "Dobbiamo fidarci del nostro popolo, soprattutto in una realtà come Milano, dove il distacco tra politica e cittadini è ancora più forte".
Che cosa avrebbe dovuto fare il Pd, secondo lei?
"Non schierarsi e fare una scelta di qualità, che tra l'altro ritengo ancora possibile".
E cioè?
"Trasformarsi subito in un partito agorà".
Prego?
"Fare di tutte le proprie sedi dei luoghi aperti di ascolto, discussione, formazione del consenso. Moltiplicare i gazebo nelle piazze per coinvolgere migliaia di cittadini in vista del voto. Penso a un Pd che diventa il motore della partecipazione, in cui il civismo è la cifra prevalente e non solo una scelta elettorale".
L'obiettivo?
"Se non avessimo deciso di schierarci per uno dei tre candidati, sarebbe passata con più forza l'idea che il Pd si affida al proprio popolo per scegliere il migliore. Sarebbe stato uno straordinario esempio di innovazione: Milano avrebbe potuto indicare un modello da seguire in tutto il Paese".
L'obiezione, in soldoni, è stata: se rinunci a scegliere non sei più un partito...
"E come no? Avremmo dimostrato di essere un partito con una visione più alta, in grado di ricongiungersi con quel popolo da cui il Pd è stato per troppo tempo distante e da cui, voglio ricordarlo, è nato. Con le primarie".
È andata com'è andata, ma adesso lei che cosa propone?
"Innanzitutto dovremmo ricordarci tutti quanti che un'alta partecipazione alle primarie è la chiave fondamentale per vincere le elezioni, quelle vere. Stavolta si tratta di primarie competitive, e non semplicemente confermative come fu per Ferrante, per questo il livello di partecipazione è ancora più importante del giudizio che esprimeranno i nostri elettori a novembre".
Insomma, secondo lei il processo conta più del prodotto.
"È così. Perché il prodotto lo fa il popolo. Non è una battuta: sono certo che la nostra gente sceglierà colui che ha le maggiori chance di vittoria. Dobbiamo fidarci del risultato che ci sarà, quale che sia. E anche darci un obiettivo".
Quale?
"Alle primarie del 2006 votarono 80mila milanesi, alziamo l'asticella e portiamone alle urne almeno centomila. Sarebbero quasi un quinto dei votanti effettivi, e se solo un decimo di questi centomila riuscisse a convincere un elettore del centrodestra avremmo vinto. Certo, occorre uno sforzo straordinario, e se ciascuno si concentrerà solo per far vincere il proprio candidato (e parlo di tutti), centrare l'obiettivo sarebbe molto più difficile".
Competition is competition...
"Certo, ma bisognerebbe anche dare un segnale. A livello centrale il Pd è dilaniato dalle correnti, disturbato da un dibattito in cui prevale la logica delle aree, delle anime... Cose che interessano solo il gruppo dirigente e una parte dei militanti. Penso che sarebbe bellissimo se da Milano arrivasse l'immagine di un partito che non abbiamo ancora visto e che troppi, a Roma, cercano continuamente di mettere in discussione".
Ma in cuor suo lei non ha già deciso chi è il miglior candidato tra i tre in campo?
"Per ora ho solo deciso di fidarmi del popolo. È ancora presto, il confronto vero non è partito. Ascolterò le proposte di ciascuno, poi valuterò sulla base di un unico criterio: appoggiare il candidato più competitivo. Sono d'accordo con Stefano Draghi: stavolta non conta il colore del gatto, l'importante è che acchiappi i topi".
(18 settembre 2010)
Da milano.repubblica.it:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/18/news/politica_e_vita_quotidiana_cos_si_vincono_le_primarie-7212685/
VERSO IL VOTO DEL 2011
"Politica e vita quotidiana così si vincono le primarie"
Intervista al governatore pugliese Vendola: "Il Pd ha il terrore di non poter fare il king maker"
"E' ora di abbattere il malgoverno della Moratti: l'Expo è una vicenda provinciale e pacchiana"
di GIANNI MESSA
Le primarie, parola di Nichi Vendola, si vincono «con l’ago e col filo». Strumenti indispensabili «per cucire la politica e la vita quotidiana». Il profeta della rivoluzione gentile, governatore della Puglia strappata al centrodestra e a Raffaele Fitto, sa come si fa: ha vinto due primarie di fila, sconfiggendo entrambe le volte l’economista pd Francesco Boccia, per poi ripetersi alle Regionali prima contro Fitto e poi contro Rocco Palese, il medico-assessore che Silvio Berlusconi bollò con quel «Rocco chi?» che suonò come un profetico de profundis.
Presidente Vendola, il centrosinistra milanese sta vivendo come un momento epocale la sfida tra Giuliano Pisapia, Stefano Boeri e Valerio Onida.
«Le primarie possono essere il lievito migliore per far crescere lo spirito pubblico attraverso un processo democratico virtuoso».
Qual è il valore aggiunto di questa sfida?
«Il centrosinistra può ritrovare l’entusiasmo per non sentirsi più la vittima di un sortilegio che sembra averlo condannato alla dannazione della sconfitta eterna. Quello stesso entusiasmo che può risultare decisivo per abbattere finalmente il malgoverno della giunta di Letizia Moratti».
Un esempio?
«L’Expo. Tutta la vicenda dell’Expo può essere sintetizzata in due parole: provinciale e pacchiana. Milano è stata umiliata in questi anni, ha perso le sue qualità, è stata colpita al cuore dalle infiltrazioni della ‘ndrangheta che le inchieste dei mesi scorsi ci hanno raccontato in ogni dettaglio».
Il pd Davide Corritore si è dissociato dalla scelta del proprio partito di appoggiare Boeri nella corsa con Pisapia e Onida: dovevamo ascoltare la nostra gente, ha detto.
«Il Pd è vittima di un’ansia sbagliata: quella di voler mettere a tutti i costi il cappello su un candidato. Vedo in tutto questo una sorta di timor panico di non essere il king maker dell’intera vicenda».
Il segretario nazionale del Pd, Pierluigi Bersani, approda stasera a Milano nel pieno dello scontro con Walter Veltroni.
«Scorgo in tutto questo la tendenza a un avvitamento nevrotico all’interno di una contesa intestina. Il popolo democratico rappresenta invece una risorsa indispensabile e pensosa per il centrosinistra».
E le primarie cosa rappresentano?
«Un momento virtuoso che va oltre le nomenclature dei partiti e le stanze segrete del Palazzo. E che Milano può vivere grazie all’apporto di tre protagonisti con progetti e idee forti che li sostengono: idee che si fondano sul concetto di libertà, innanzitutto, e sull’identità che Milano deve ritrovare dopo il buio di questi anni».
Che tipo di identità?
«Penso a una città che sia capace di utilizzare le proprie risorse per diventare una vera capitale della globalizzazione. Una città che torni a essere un luogo della libertà, della operosità, di quella intraprendenza che è stata offesa da una gestione individualista e rancorosa di stampo affaristicoleghista».
Il sondaggio online di milano.repubblica.it, pur senza avere un rigore scientifico, ha certificato il vantaggio iniziale di Pisapia: e se alla fine, approfittando della frammentazione del voto tra Boeri e Onida nel Pd, fosse lui il Nichi Vendola di Milano?
«La realtà milanese e quella pugliese non possono essere comparate. L’elemento che ci contraddistingue, invece, è il nostro modo di intendere e fare la politica. Pisapia ha alle spalle una storia straordinaria, fatta di un lavoro in Parlamento nel segno dell’umiltà e della passione operosa, e ha una personalità stimata dall’opinione pubblica, che ha premiato l’onestà intellettuale delle sua battaglie garantiste in anni in cui il garantismo era spesso un alibi per coprire l’impunità. E poi, al di là del mio tifo assolutamente non clandestino per Pisapia, gli va riconosciuto un grande merito».
Ovvero?
«Con la sua discesa in campo ha messo in moto il meccanismo delle primarie e contribuito a selezionare altre due candidature di altissimo pregio per Milano».
Pisapia, Boeri e Onida: la sintesi fra le loro esperienze professionali e il loro bagaglio culturale può essere un valore aggiunto per il centrosinistra nel momento delle elezioni vere e proprie?
«Il processo delle primarie è anche questo».
(18 settembre 2010)
Accedi
Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati