Rispondi a:

Inviato da avatar Federico Cupellini il 29-02-2012 alle 13:54

Dal sito del corriere La CITTA' NUOVA:
http://lacittanuova.milano.corriere.it/2012/02/29/vorrei-in-via-padova-cosi-chi-ci-abita-esprime-desideri-e-lascia-commenti-in-lingue-diverse/

“Vorrei…” piscina, feste, sicurezza, meno droga. Gli abitanti di via Padova sognano (in tante lingue)

di Sumaya Abdel Qader

A Milano qualcosa capita sempre. Ieri, passeggiando per via Padova, ho trovato dei cartelli e delle strisce di carta appesi ai muri e ai muretti dei giardinetti di via Mosso e dintorni. Non si sa ancora da chi nasce l’iniziativa, ma si parla di ricerca sociologica, di laboratori di alcune associazioni culturali del territorio, insomma, si vocifera di tutto, ma l’idea resta geniale e interessante. I cartelli (nella foto) non sono le solite pubblicità o i soliti annunci di offerte di affitto e/o condivisione stanze. Sono fogli su cui è scritto: “Vorrei… in via Padova”.

Uno spazio lasciato appositamente per ospitare dei commenti è stato invaso da scritte di ogni tipo e in tutte le lingue. Traduco letteralmente alcuni di questi “post” dall’ arabo e dallo spagnolo (scusate, ma sono le uniche lingue che conosco oltre all’inglese e all’italiano). Sì, proprio dei post come i commenti dei social network virtuali, ma questo è uno spazio reale:

“Vietare i furti, vietare lo spaccio di droga, garantire la sicurezza, vietare l’entrata al cinema (riferendosi a quello a luci rosse lì vicino) perché è peccato. Aumentare le telecamere di controllo, unificare il colore dei palazzi, creare posti per accogliere i bisognosi e offrire vitto, alloggio e lavoro, fare una festa araba ogni anno nel parco, un cinema per tutti, un posto per insegnare le leggi/regole italiane, piscine, la pace, uffici sindacali, corsi di lingua italiana” e molti altri ancora.

Quella che sembrava una prerogativa tutta del cittadino italiano “vittima delle invasioni” di immigrati, ovvero, la percezione di scarsa sicurezza, sembra essere condivisa dagli immigrati stessi. E’ chiaro che nella semplicità di linguaggio di chi ha scritto le note c’è la voglia di vivere in un quartiere migliore perché anche nella loro percezione il degrado, evidentemente, è un problema che tocca le loro vite. Questo un po’ ci racconta di via Padova, di una via che si vuole abitare. I suoi cittadini da ovunque arrivino vogliono viverla bene. La delinquenza e il degrado, trasversali a tutte le società, sono paure e preoccupazioni di tutti. E’ da notare, anche, la voglia di far parte pienamente e attivamente alla vita del quartiere, specie da parte di chi chiede corsi di lingua, corsi di diritto, feste, luoghi di ritrovo adatti a tutti, spazi per la musica e l’arte e così via.

Sarà grazie alle istituzioni, al continuo impegno delle associazioni del terzo settore, dei cittadini o di tutti e tre insieme (ma non solo) se si riuscirà a rendere via Padova una starda migliore, all’insegna della convivenza, dell’interazione e inclusione sociale?

Persone diverse che desiderano le stesse cose non sono indice di prospettive comuni e voglia di condividere con altri una vita migliore? Ancora, non siamo poi così diversi.

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta