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Da milano.repubblica.it:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/09/14/news/ambrosoli_e_le_primarie_i_candidati_ascoltino_la_citt-7049796/
L'INTERVISTA
Ambrosoli e le primarie
"I candidati ascoltino la città"
L´avvocato: "Ho detto no perché faccio una cosa diversa, porto in giro l´esempio di mio padre"
di ORIANA LISO
"Per ora alle primarie si sfidano due giuristi e un architetto di valore. Fino a tre mesi fa sembrava che nel centrosinistra non ci fosse nessuno disposto a candidarsi, invece, ecco qui. Fa ben sperare".
Umberto Ambrosoli è sempre preso dal suo lavoro di avvocato e dagli impegni per tenere vivo l'esempio di suo padre Giorgio. Ma a parlare di primarie si ferma, e si entusiasma. "Sono un fan, avevo già votato nel 2005. Mi piacciono, spingono alla partecipazione, rendono necessario il confronto".
Tra i candidati sembrava dovesse esserci anche lei.
"Per quanto fosse un'idea stimolante, io faccio una cosa diversa. Porto in giro l'esempio di mio padre, che credo serva per costruire una società più consapevole. Non voglio rischiare che qualcuno legga la sua storia attraverso le mie scelte".
Avanti il prossimo, allora. Pisapia, Boeri, Onida: nessuno di loro arriva dai partiti. Un bene? Un male?
"Abbiamo un'idea di partito che non esiste più, o quasi. Invece, forse, è normale trovarsi davanti a primarie senza politici di professione, inquadrati in una etichetta. Soprattutto in una città come Milano. Qui da anni si candidano e governano soprattutto non politici: Ferrante come Albertini, Fumagalli come la Moratti, prima di prendere la tessera. Diciamo che non lo vedo come un male, anche se la funzione dei partiti resta fondamentale, lo sarà durante e dopo le primarie, quando saranno fatte le squadre. Non dico certo che i politici debbano andare a casa: dico che la maggiore partecipazione dei cittadini, della società civile, si traduce in una potenziale perdita di peso della delega al partito, non del partito stesso".
A Milano torna la partecipazione?
"Si sta solo allargando il numero di persone che ritengono sia arrivato il momento di dedicarsi a Milano con più assiduità. O, anche, forse ci sono sempre più motivi per credere necessario un impegno in prima persona. E poi l'idea di poter decidere quale sarà il candidato muove molta più partecipazione, è ovvio".
Parliamo dei tre sfidanti. In ordine anagrafico: Valerio Onida.
"Una candidatura molto importante, un uomo di grandissima esperienza, testimone vivente di cosa vuol dire impegnarsi, mettersi al servizio. Le generazioni successive hanno solo da imparare da lui, e comunque credo che Onida sia molto più giovane di tanti altri che precede all'anagrafe".
La polemica è: così non si fa largo ai giovani.
"Perché, qualcuno ha impedito a dei giovani di candidarsi? Se la giovane età di un candidato fosse espressione di un valore particolare potrei capire, ma se invece è il consiglio di un sondaggio, allora chi se ne importa".
Giuliano Pisapia.
"Un professionista per cui è difficile non provare una grande considerazione, un uomo con un'esperienza politica connotata da notevole autonomia di pensiero e azione che sa rivolgersi a una vasta platea".
Stefano Boeri.
"So poco di lui, ma spero di poterlo conoscere meglio. I presunti conflitti di interessi? Le situazioni vanno guardate nel concreto, senza attribuire a priori delle colpe, ma facendosi sempre delle domande".
Il primo punto del programma del suo candidato ideale.
"Se dico legalità, intendo qualcosa di molto ampio. Le regole, dal rispetto delle corsie preferenziali alle tasse, oggi sono viste dai cittadini come una scocciatura, un freno, quando invece la legalità è un concetto che riguarda tutti, è utile per tutti. La qualità principale, invece, dovrebbe essere il saper ascoltare, facendo in modo che il programma sia frutto del confronto, di una valutazione condivisa, cosa che ho visto di rado in politica".
E lei voterà per...?
"Non lo so ancora. Sono tre candidati che credo pensino a portare cose, piuttosto che ottenerle, ma ora aspetto programmi, idee e squadre. Ma sono già certo che sarà una competizione tra persone capaci di rispetto, e sarebbe già un risultato educativo importante".
(14 settembre 2010)
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