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Inviato da avatar Roberto Michele Mazzilli il 27-01-2012 alle 14:45

Il bilancio partecipativo è prima di tutto un bilancio, poi la sua modalità di esecuzione e controllo diventa partecipativo.

Il seminario è stato molto teorico ed ha parlato di tutto meno che dei bilanci, quindi assolutamente fuori tema. Questo non esclude che sia stato interessante ed abbia mostrato dei nuclei potenziali di sviluppo ed un tema di sviluppo.

Ma se devi parlare di bilancio devi dire cos'è un bilancio, come si articola, cosa si vuole vedere nel bilancio, come si vuole mostrare alla gente del bilancio, come la gente può fare osservazioni sul bilancio, come si controlla il bilancio, il budget, il consuntivo, il prefinal, ecc.

La critica, costruttiva, è che sia stato tutto un discorso di filosofia della partecipazione con esempi di partecipazione, ma non di bilancio.

In Italia dobbiamo imparare ad essere più concreti ed esemplificativi e meno filosofi se vogliamo uscire alla crisi. Insomma dalla scuola alla strada senza soluzione di continuità, altrimenti diventa materia di esame all'università ma non di esame nella vita.

Per inciso tutte le forme di contabilità (conosciute e contemporaenamente applicate) discendono dagli studi e dalle applicazioni di tre Italiani, Besta, Testa e Zappa, ma sono state sviluppate ed applicate bene sopratutto dagli anglosassoni (nemo propheta in Patria).

Una dimostrazione che non abbiamo mai parlato di bilanci è la mancanza di personalità del settore (o io non le ho viste).

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