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La domanda sollevata nella discussione informata concernente il modo di pensare degli esseri immateriali, distinti in quanto tali dalla dimensione del pensare dell'uomo che per sua natura sempre connesso al corpo, è una domanda secondo me molto interessante.
La questione del modo di pensare degli esseri immateriali in un certo senso è analizzata in tutte le posizioni innatiste: l'analisi non esclude, anzi, al contrario include gli individui.
Il nesso comune alla tradizione innatista è quello di vedere che cosa e come l'individuo, legato costitutivamente alla dimensione corporea, possa pensare a prescindere dalla propria corporeità.
A tale proposito, direi che testi rilevanti possano essere, ad esempio, il Fedone di Platone e le Meditationes de Prima Philosophia di Cartesio. Aggiungerei che proprio le Meditationes cartesiane siano il tentativo di ricostruire uno spazio per il pensiero che prescinda dalla corporeità (nonché dagli errori e dalle incertezze derivanti, secondo Cartesio, dalla connessione alla corporeità).
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