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Domenica 24 novembre 2024 Casa Petrarca di Linterno ha spalancato i battenti per la dodicesima edizione della giornata di studi “L’Universo Templare. I monaci cavalieri e l’Albero della Vita”. Ottima affluenza di pubblico, che ha mostrato di gradire gli argomenti trattati.
Il primo contributo è stato di Lucia Zémiti che ha condiviso la sua ricerca sulla dieta templare. Gli storici hanno notato una straordinaria longevità in molti Templari, considerando che l’età media del tempo era di circa 40 anni. I monaci cavalieri seguivano delle regole alimentari molto strette che cambiavano leggermente per i combattenti in Terrasanta: carne tre volte alla settimana, molta verdura e pesce. Il vino era considerato un nutrimento e una scodella di vino col pane valeva un pasto. Nel Medioevo diversi ordini monastici selezionarono dei vitigni che diedero vita a vini molto pregiati. I Templari mangiavano sempre in coppia per essere sicuri di non eccedere nel cibo ma soprattutto nel bere. La dieta templare è stata valutata estremamente valida dalla moderna scienza dell’alimentazione.
Il successivo contributo di Maria Maffucci ha illustrato la storia dei Templari in Scozia che si intreccia con il clan Sinclair e la nascita della Massoneria. La sede dei Templari scozzesi, Balantrodoch ora detta semplicemente Temple, sorgeva nello stesso territorio di Rosslyn ed era, quindi, sotto la giurisdizione della famiglia Sinclair.
Secondo alcuni ricercatori la Cappella di Rosslyn si trova sulla “Rose Line”, una delle Ley-lines che attraversa l’Europa occidentale da nord a sud, e nasconderebbe dei segreti che vanno dal tesoro dei Templari, al Sacro Graal, all’Arca dell’Alleanza ecc.
In ogni caso è proprio la Massoneria che, considerandosi il filo diretto dei Templari, ha sempre attribuito grande importanza sia alla famiglia Sinclair che alla Cappella di Rosslyn.
Infine Massimo de Rigo ci ha accompagnato in un viaggio alla scoperta degli Ordini monastici-combattenti (Templari, Hospitalieri e Teutonici) che accostavano alla preghiera la guerra. Dopo l’anno Mille il mondo cristiano decise di riconquistare la Spagna, occupata dai Mori, e di riappropriarsi dei Luoghi Santi. Entra in campo uno dei grandi intellettuali di quell’epoca: Bernardo di Clairvaux che pubblica il trattato “l’elogio della nuova Cavalleria” in cui afferma che i cavalieri del Tempio sono martiri della Fede, dando la benedizione a questo cambiamento radicale. I Templari, attraverso le Mansiones e le grange, erano provetti agricoltori aperti alle nuove tecnologie (marcite e mulini ad acqua). Significativo per i cavalieri Templari fu “Albero della Vita” preso dall’omonimo albero biblico, che rappresenta l’opportunità offerta da Dio all’uomo di condividere la vita eterna. Anche la ricerca del Santo Graal è la ricerca dei segreti di Dio, inconoscibili senza la grazia.
Ha concluso Laura Viganò, con l’intensa recitazione del l’inno templare “Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam” traduzione dei versetti mediani del Salmo 113 (Antica Vulgata) o dell'”incipit” del Salmo 115 (secondo la numerazione ebraica) 114 della Bibbia. Infine il Codice guerriero di Mizrain di Gian Paolo Candido come compendio della Solitudine di Petrarca “Infernum/Linterno”, una dimensione di bellezza senza tempo.
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