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Mi spiace di avere una visione diversa, approfittando del suo appassionato contributo:

1. partecipaMi non funge più da contatto diretto, tra cittadino ed una Pubblica Amministrazione sempre più insofferente a chi potrebbe disturbare il Manovratore, ed anche l’Università ha abbandonato RCM, una delle poche iniziative accademiche con rilevanza sociale in Italia (SOS partecipazione a Milano).
   I pochi contatti indiretti derivano da iniziative personali tra amministratori e nostri lodevoli soci.
2. Come spazio dove segnalare sia i piccoli problemi di quartiere e sia i grandi temi politici ha notoriamente lasciato il campo alle Reti Sociali commerciali come Facebook, sebbene queste non si prestino a dibattiti consistenti e duraturi (L'uso della rete e la società a livello globale e locale: premiare la viralità o la conoscenza condivisa?).
3. Il protagonismo partecipativo è portato avanti da una minoranza eroica dei circa 150 soci di Fondazione RCM, tra cui lei che ha partecipato a questo sondaggio.

quindi:

1. Per ri-motivare (sic!) la Pubblica Amministrazioni ed altri potenziali interessati, pubblici e privati, oltre a valorizzare i servizi civici già avviati su partecipaMi (Servizi Welfare di RCM?), sarebbero necessarie iniziative eclatanti, magari con organizzazioni amiche, come sto proponendo con AICA, sulla Cittadinanza Digitale, e con i Copernicani, su Polis Orbis. 
2. Per i finanziamenti di partecipaMi, oltre a quanto sopra, mi sono permesso la provocazione (La svolta) di denunciare quale sarebbe l’entità di un contributo di associazione annuale, che alleviasse la penosa campagna quotidiana di raccolta fondi, senza ottenere riscontro (neanche critico). 
3. Per la promozione, ma direi sopravvivenza, di partecipaMi da tempo suggerisco il “chi fa da sé fa per tre” di una svolta di Fondazione RCM che, al di là dell’aspetto giuridico, adotti un modello sindacale-mutualistico “né Stato né Mercato” (Neomutualismo per RCM?).

Comunque: non disperiamo!