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Lo svolgimento di questo come di tutti gli altri dibattiti, che partono tutti da un post iniziale che ciascuno interpreta a proprio modo, comportano reazioni distinte tra di loro in funzione della diversità di interessi e di urgenze dei lettori. Anche qui si manifesta il solipsismo in cui ognuno vive i problemi della propria realtà. 

La soluzione potrebbe essere la sintesi effettuata da chi ha lanciato il dibattito, ma normalmente il risultato è che diversi contributi vengono relativizzati, non del tutto compresi ed emarginati, se non dal relatore, dall'idea che ne traggono coloro che li hanno proposti alla collettività.

Esiste dunque un problema che proviene dall'essersi spostata la rappresentanza dei cittadini dai partiti alle istituzioni in cui i candidati dei partiti vengo eletti e da cui traggono l'opportunità delle risposte ai quesiti posti in partecipaMi, ma esiste anche un problema di solitudine di coloro che intervengono pensando di trovarsi in un'agorà che non è formata nè strutturata.

Ne segue che la "pressione dal basso" non è efficace perché non riunisce abbastanza adesioni, contrariamente a ciò che avviene negli altri ambiti di discussione su temi specifici molto pratici (intendendo per pratico ciò che tocca la persona singola e, insieme, il gruppo, dato che gli altri argomenti vengono sbeffeggiati come radical chic anziché come portato di persone politicamente sensibili).

La critica sul significato di politica - se affidata a partiti in realtà volatili o se evoluzione adulta dei cittadini che trovano nei partiti l'ente intermedio verso il Parlamento in un continuo scambio di linfa politica tra le varie funzioni politiche - in questo modo si perde inutilmente. Così come si perde, tra ansie dei cittadini e risoluzioni dall'alto, il tema del digitale.