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Nell’incontro di “Un’ora sola ti vorrei” con Lea Melandri (consiglio di ascoltare la registrazione) sono emersi temi di grande rilievo. A me piace ricordarne tre che tra loro si intrecciano producendo un salto nella coscienza dei maschi
Il femminicidio di Giulia ha smosso le coscienze, soprattutto la testimonianza del padre Gino e la lettera bellissima al Corriere della sorella Elena, io ho detto, è stata una rivoluzione, una svolta della coscienza da cui non si torna indietro perché viene dall’interno delle case dove è rimasta sepolta per secoli: “l’assassino e non è che il figlio sano del patriarcato”.
E’ vero anche gli uomini in qualche modo non hanno ereditato solo un privilegio, un potere; hanno ereditato anche una mutilazione profonda della loro umanità consegnando alle donne la cura e i sentimenti.
Eppure le donne sono molto legate ancora alla funzione materna perché è un potere, la cura è un potere, dobbiamo dircelo, il potere sia chiaro che non fa bene non aiuta le donne a sviluppare la loro libertà, le loro passioni i loro sogni. E non fa bene neanche chi lo riceve; quando una donna, una madre dice a un figlio ti ho sacrificato tutta la mia vita crea un debito inestinguibile, diventa una croce sulle spalle.
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