Rispondi

Invero la questione è radicata nella gestione documentale ed è più critica da quando, per la condivisione di documenti, si è passati dai rapporti con l’editore, per la pubblicazione cartacea, all’intermediazione del computer. 

Quindi, oltre alle tradizionali convenzioni su Titoli, Indici, Bibliografie e Stile, bisogna tenere conto delle regole dell'Architettura delle Informazioni digitali, che attiene alla semantica e relativa formattazione di documenti, come quelli di cui stiamo parlando, allo scopo di renderli comprensibili alle macchine, oltre che agli uomini:

• Per la semantica i dati significativi, contenuti o apparati del documento, si chiamano metadati, da uniformare a standard, come ad esempio Dublin Core e vCard.
• Per la formattazione, del documento e dei suoi metadati, sono previsti appropriati “campi (field)” di dati elementari, nei moduli da scrivere e nei prodotti da leggere, che rispondono alle necessità di elaborazione (es. ordinamento) e di archiviazione (es. base dati) dei documenti.   

Per il caso dei titoli su partecipaMi, oltre a riassumere efficacemente il contenuto del documento, devono essere funzionali, ad esempio alla fruizione delle liste di questioni nei Dibattiti e di annunci nel Calendario: liste ordinate per il metadato “data”, rispettivamente di pubblicazione o commento, per data decrescente, e di pubblicazione, per data crescente.

Addirittura per Filosofia sui Navigli formattiamo i titoli degli eventi con i loro metadati:
‘<tipo_evento> <data_evento> ”<oggetto_evento>” <partecipanti_evento>’

Giustappunto le parole più significative nella questione sono state evidenziate in neretto dall’autore, mentre un’intelligenza artificiale potrebbe interpretarle automaticamente, in base all’uso che ne facciamo abitualmente, appreso dalla Rete.