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Carissima

Vorrei dirti.

Hai ragione e che è bello leggerti perché ci dai speranza, perché ci dai coraggio e forza per continuare a lottare per i nostri quartieri e dunque, per la nostra Milano, lontana da quella raccontata.

Vorrei dirti che i nostri quartieri dovrebbero avere maggiore attenzione, maggiore valore per una città disomogenea, fatta di distanze e sempre meno convergenze. Vorrei dirti che Milano è fatta dei nostri quartieri e delle nostre vite. Noi lo sappiamo.

Dunque, la tua scuola, il tuo quartiere, la tua casa, i vostri occhi giovani e pieni di speranza, questo siete voi ragazzi, il futuro.

Poni l’equazione nel tuo titolo e lanci, al tempo stesso un monito, un allarme che dovrebbe trovare ascolto e reazione, oltre che indignazione. Qualcuno nel municipio leggerà con attenzione, perché c’è speranza nei municipi che domani forse, saranno gestiti da persone come te e i tuoi compagni.

C’è però l’oggi, quello che hai fotografato, ed è un oggi di te, del tuo quartiere e del degrado in cui riversa per inciviltà di alcuni, per le difficoltà che oggi adombrano le periferie, concetti che lasciamo nel vaso di Pandora, forse colmo.

Ma ti dico anche che voi ragazzi potete fare molto per il vostro quartiere a partire da organizzarvi per fare quello che il Comune non fa, perché i municipi non hanno strumenti economici per intervenire ovunque. Vorrei dirti che non ci sono problemi e che tutto verrà ripulito e mai più troverete l’ingresso della vostra scuola in queste condizioni e forse, in questa occasione accadrà; tuttavia, il vostro quartiere può essere migliore solo se tu, i tuoi amici e i residenti, fate squadra e intervenite direttamente con piccole attività di cura e tutela dei vostri spazi.

Ogni cosa che parte dal basso, con solide fondamenta, può essere realizzata con successo.

Voi ragazzi siete quella luce che deve accendersi la dove c’è il buio, l'indifferenza o semplicemente l'impotenza e se non sono gli adulti a dare un esempio, fatelo voi e siate quei numeri che mancano per risolvere l’equazione.

Grazie Nicoletta.

Gianluca Gennai