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Inviato da avatar Gianluca Gennai il 24-01-2024 alle 12:14

Al Presidente di Municipio 6:  Dott. Santo Minniti.

Al muncipio 6.

I cittadini del Giambellino sono ragionevoli e pro-attivi, tuttavia riscontrano un "nonsense" in questa vicenda.

È evidente la subalternità del Municipio 6,  specie davanti a una azione promossa da un assessore della portata di Lamberto Bertolé, professore di licei e convinto sostenitore del welfare sul quale poggia la sua vita professionale oltre che filosofica (mi pare si occupi con passione e impegno del disagio adolescenziale e altri argomenti affini).

Siamo convinti che quanto deciso sia nell’ottica di un emergenza, ma queste persone non sono solo anime, sono anche corpi, spesso sofferenti e condizionati da un modus operandi per il quale l'Opera San Francesco in questo caso non crediamo sia responsabile,  non ci sembra comprenda a pieno il disagio che, come si sa, non è solo di dover dormire all’addiaccio. Siamo certi che nessun cittadino perbene, pensi di non dover aiutare chi si trovi in una situazione di povertà o disagio sociale. In questo caso ci sembra che l’aiuto offerto, sia un disagio ulteriore per chi cerca un posto dove dormire in sicurezza e soprattutto al caldo.

L’ex mercato manca di riscaldamento per via di una caldaia da riparare, non ci sono docce pertanto chi ospitato deve andare a lavarsi altrove, e chi volesse entrare, deve prima essere autorizzato dopo un controllo che avviene lontano dall’ex mercato del Giambellino.

In questi primi giorni si sono visti esseri sofferenti e barcollanti, spesso ubriachi o instabili appena in grado di reggersi in piedi, transitare e chiedere aiuto, purtroppo senza successo per via della burocrazia e delle regole, costretti a fare cose che poi si rivelano disincentivanti fino al punto di rinunciare. Certamente tutto questo può essere una tutela per il sistema di accoglienza ma si crea un corto circuito tra l’aiuto offerto e quello realizzabile che subiscono i cittadini del Giambellino, poiché alcuni rinunciano e restano fuori dunque nel quartiere oltre all'assistere a una processione sconfortante di esseri umani che non sembrano avere molte risorse fisiche.

Crediamo nella buona fede di questa scelta, tuttavia ci sembra soffra d’improvvisazione visto che se questa doveva essere una emergenza, tale doveva essere la capacità d’intervenire rapidamente e tecnicamente sulla struttura ma anche sulle regole d’accoglienza che andavo gestite in loco, ecco il punto che ci fa preoccupare rispetto all’attendibilità di chi amministra, dunque restiamo scettici e preoccupati anche del futuro di questa struttura, poiché un bene pubblico che si pensava di poter utilizzare in modo diverso, oggi ha un futuro incerto a differenza di un presente certo che suscita molta preoccupazione e sconforto.

Per questo chiediamo un riscontro documentato di un eventuale accordo quadro con Sogemi circa il ripristino del mercato, corredato da una data di termine dell’attuale servizio emergenziale e una data che indichi quando si pensa sia ripristinato come mercato o altra destinazione d'uso che vada verso i bisogni del quartiere.

Gianluca Gennai

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