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Inviato da avatar Mauro Mercatanti il 22-01-2024 alle 14:40

PERCHE’ CREARE UNA CASSA DI MICROCAPITALE POPOLARE?

  1. Oggi persino la creazione di valore sociale dipende dall’aggregazione di macrocapitali.
    Cosa succederebbe se si riuscisse ad aggregare in modo costante microcapitale ricorrente?
  2. La finanza genera soldi dai soldi.
    Cosa succederebbe se si potesse sfidare la grande finanza con la generazione di un capitale di natura, di forma e di scopo completamente alternativi?
  3. I soldi oggi possono essere o pubblici o privati.
    Cosa succederebbe se esistessero soldi a proprietà indivisa?

 

MA SOPRATTUTTO: PERCHE’ NON CREARLA?

  1. Il versamento è veramente minimo (un euro al mese) e alla portata di tutti (nessun ricorrentista può dare di più).
  2. Il microcapitale versato può essere recuperato se, alla fine, impiegato per scopi che non si condividono.





  3. Se l’operazione cammina, libera energia sociale e genera valore sociale senza dipendere da nessuna Fondazione, Istituzione, donazione o finanziamento ma solo ed unicamente da un gesto politico egualitario, sovvertitore dell’ordine finanziario.

 

COME CREARE LA PRIMA CASSA DI MICROCAPITALE POPOLARE?

  1. Vai su teaming.net/cmp e diventa “ricorrentista” del progetto Cassa di Microcapitale Popolare con un euro al mese (senza commissione bancaria).
  2. Te ne vai quando vuoi e hai la facoltà di recuperare interamente il microcapitale versato, laddove impiegato in progetti che non condividi.
  3. Restando “ricorrentista” fai crescere il Capitale Ricorrente Popolare e decidi insieme agli altri se, quando e come spenderlo (in tutto o in parte) sapendo che si rigenera sempre.

 

 

No, non è come il crowdfunding.
Perché qui manca sia l’elemento della concorrenza sia l’elemento della progressività (nessuno può dare più di quello che danno gli altri) sia la provvisorietà dell’accumulo.

No, non è una banca e non è come il microcredito.
Perché qui non si fa credito (né macro né micro) e non si sta dentro a nessuna logica speculativa (il capitale si aggrega attraverso una donazione ed esce attraverso donazioni).

No, non è importante sapere subito come viene usato.
Perché qui l’obiettivo è generare un capitale come gesto sociale di riappropriazione di una capacità aggregativa di massa e come gesto politico di creazione di una diversa catena di produzione del valore.

D’altra parte il grande capitale si sa aggregare e crea grandi fondazioni che incidono sulla vita pubblica.
Anche il piccolo capitale si sa aggregare e crea cooperative che interagiscono con la vita pubblica.
Perché il microcapitale non dovrebbe imparare ad aggregarsi per creare qualcosa di nuovo?


Se e quando ci accorgeremo che l’accumulo di microcapitale popolare funziona e cresce orizzontalmente, ci inizieremo a occupare del processo di coprogettazione partecipata che porti a personalità giuridica, statuto, governance e criteri di deliberazione circa l’utilizzo del capitale.

In altre parole: quello che si tenta di fare è ricreare i presupposti per la creazione di una massa critica aggregata che elabori pensiero politico partendo da un capitale certo, anziché da grandi idee prive di risorse che poi bisogna finanziare col grande o piccolo capitale aggregato (che funziona attraverso logiche che vanificano qualunque grande o piccola idea di cambiamento).
Cosa abbiamo da perdere nel tentativo? Un euro al mese? Ce lo possiamo permettere.

 

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