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Inviato da avatar Giulio Beltrami il 23-10-2023 alle 18:11

Più del computer in sé conta il computer in me

Questa mia parafrasi di Giorgio Gaber è contenuta in una vecchia presentazione (allegata) che parafrasa un classico dell’informatica “Calcolatori e Conoscenza” (anche l’informatica ha dei classici, checché se ne dica!).
Essa presenta il calcolatore alla luce dell’ermeneutica, della fenomenologia, della biologia e del linguaggio, concordando, con Carlo Sini [1] e con il nostro relatore, che la tecnologia è intrinseca all’umanità fin dall’origine, e aggiunge che quelle che noi chiamiamo applicazioni tecniche sono in realtà socio-tecniche, nel senso che modificano l’Uomo e la Società che le inventa, in un circolo autopoietico.

Sulla tecnosofia di Maurizio Ferraris ricordo che ho considerato certe sue opere, sulla Documentalità e sulla Teoria degli Atti Linguistici di Austin e Searle [2], digitalizzando importanti organizzazioni, come Giuffré Editore, CERVED e Ufficio Legale della Banca del Lavoro (la filosofia serve agli informatici, per fargli sapere quello che fanno!). 

Riproduco in calce qualche mia foto della “Sala degli Utensili per fabbricare Utensili” del Musée des arts et métiers a Parigi, per mostrare come la tecnologia segua criteri evolutivi/generativi (EVO/DEVO) ed estetici della biologia [3]: 

  1. La Struttura dipende dalla Sostanza
  2. La Forma dipende dalla Struttura
  3. La Funzione dipende dalla Forma
  4. La Sostanza e quel che segue dipendono dalla Funzione

[1] “L’uomo, la macchina, l’automa” Carlo Sini, Bollati Boringhieri 2009

[2] “Documentalità” Maurizio Ferraris, Laterza 2009

[3] “La natura delle cose viventi” Stephen Black, Ubaldini 1975

 

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