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Inviato da avatar Giulio Beltrami il 15-07-2023 alle 08:55

Scrive Enrico Fagnoni dei Copernicani:

già oggi l'identità è monopolio degli stati, così come l'uso della forza e le sigarette. Il "non fidarsi dello Stato", indipendentemente da cosa se ne pensi, è uno statement politico ben connotato che non è oggi maggioritario nel Paese. Fare leva su questo aspetto dubito che porti a qualcosa. Alla gente interessano i servizi, il costo, la semplicità e la loro qualità. Quali sono i servizi che abilita in modo esclusivo? Qual è il più facile da usare e per chi? Cosa mi costa ottenerlo e usarlo? La percezione del valore dei propri dati e del rischio è oggi completamente irrazionale, frutto di decenni di finte semplificazioni della realtà. Buona cosa parlarne, ma senza alcuna aspettava di influenzare chicchessia.
Ancora oggi si ha più paura del terrorismo che dell'influenza. 

Il problema del monopolio statale è che la Pubblica Amministrazione è inefficiente, a partire dalla defatigante procedura delle gare, intesa a validare i progetti/servizi a priori, con l’illusione di alleviare i controlli, in corso d’opera e a posteriori.
Invece nel privato la dirigenza è libera di proporre e scegliere, ma è responsabile in proprio dei risultati ottenuti:

Per salvare capra e cavoli abbiamo il meccanismo della concessione dei servizi pubblici, per cui, indipendentemente dall’operatore, pubblico o privato che sia, il controllo (governance) è pubblico, come avviene nella finanza, in cui le banche sono soggette ad autorità indipendenti.

Quindi, a mio parere, la polemica tra pubblico e privato è fuffa, purché il pubblico non svenda il controllo dei beni comuni, come per autostrade, spiagge, edilizia, sanità, telecomunicazioni, ecc..

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