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Inviato da avatar Giuseppe Maria Greco il 28-06-2023 alle 18:17

L'attuale governo ha scelto di rinominare il Ministero incaricato di occuparsi della scuola. Da ministero dell'Istruzione lo ha trasformato in Ministero dell'istruzione e del merito. Ciò significa che lo scopo della scuola è ora quello di sollecitare i ragazzi a meritare il proprio sviluppo culturale.

La scuola di frontiera illustrata nel post sembra darsi uno scopo diverso da quello indicato dal Ministero. Non pare infatti dividere il mondo della scuola in due campi: da un lato chi deve accingersi ad intraprendere un percorso nella vita, cosparso di insidie e pericoli, e dall'altro chi giudica e valuta questo percorso allo scopo di correggerlo o premiarlo misurandone il merito, in quanto possessore del criterio di misura e della sua rappresentazione umana.

Sembra infatti una scuola indirizzata non al merito, ma alla ricerca. Le persone che illustrano, con l'esempio della propria vita, i corridoi e le sale della scuola non hanno meritato perché fossero esemplari ma perché hanno costruito con difficoltà percorsi e tracciato strade percorribili anche da altri, ricercando la verità del proprio impegno mettendolo in pratica.

Si direbbe che una scuola che traduca il merito spostandolo dal successo previsto e preordinato ad un percorso costante di vita non lo interpreti come vuole il Ministero. E che questo lo giudichi non meritevole secondo i suoi parametri (o, in termini politici, "di sinistra").

Meritare è una scoperta personale, che l'adulto può confortare e condividere con il proprio comportamento, ma non autorizzare secondo i propri canoni personali o di parte.

Vedo che la strada che il governo sta indicando ai cittadini è cosparsa di irrigidimenti delle misure di controllo e di incremento delle pene. Contemporaneamente però nasconde le persone che ne fanno parte al giudizio di merito sulla strada che indicano per affrontare il diritto alla vita di persone che fuggono dal pericolo per sè e per le proprie famiglie.

Sarebbe giusto che i cittadini potessero chiedere conto di questa disuguaglianza, non al momento delle elezioni, quando sono in ballo interessi di altra natura, ma subito ora.

Questo sarebbe un segnale fornito ai ragazzi delle scuole e a quelli fuori dalle scuole per comprendere quanto è esposto nei corridoi della scuola di frontiera, e per essere accompagnati lungo strade difficili ma che danno significato e coerenza alla loro vita.

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