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Inviato da avatar Roberta Cipolli il 31-03-2023 alle 22:16

Pubblicazione Rapporto Labsus 2022 - Giardino dei Desideri

LA PACE NON È UN GIOCO!

È BELLO STARE INSIEME

LE PERSONE SONO FATTE PER AMARE

SEMPRE UNITI

STOP ALLA VIOLENZA

 

Sono solo alcune parole dei bambini all’indomani dell’ennesimo danno subito dal Giardino dei Desideri, lo scorso novembre, durante il Festival "Abbraccia la Meraviglia".

Partecipare a un patto di collaborazione per noi docenti significa innanzitutto restituire la parola e dare potere ai veri protagonisti delle azioni quotidiane di cura e condivisione degli spazi urbano e beni comuni: i bambini.

Con questa idea nella mente, di una vera advocacy a partire dalle narrazioni dei nostri alunni e dei loro vissuti e rappresentazioni abbiamo in questi anni interpretato il nostro ruolo e la mission della Scuola Fabio Filzi.

Ci troviamo in un contesto a forte processo immigratorio, con fragilità importanti nella consapevolezza dei propri diritti, specialmente delle bambine, in contesti di violenza di genere diffusa, frutto di grave emarginazione sociale e sistemi normativi di riferimento differenti dai paesi di provenienza.

La prima mediazione linguistico-culturale e iniziazione alla partecipazione democratica alla vita avviene nella comunità scolastica e tra compagni di diverse etnie.

Questa grande complessità è ricchezza, tra giovani e fatiche, può essere supportata efficacemente da una comunità educante concretamente operativa che agisce e si struttura insieme, aperta al confronto nella massima trasparenza e fiducia, tenendo presente quali sono gli obiettivi di una vera inclusione sociale ed educazione civica attiva, che sia visibile e porti frutto nel territorio.

Lo strumento del patto, sebbene non abbia risolto magicamente tutti i problemi e abbia aperto altri scenari e sfide, rappresenta l’opportunità straordinaria di dare forza e coesione a persone, cittadini, famiglie, docenti, associazioni e istituzioni che concretamente sostengono un forte impegno sociale.

Questi processi vanno monitorati e gestiti con attenzione da una Pubblica Amministrazione quando necessario, affrontando senza scorciatoie e leggerezza, i temi della sicurezza e coesione sociale, per garantire le azioni del patto.

Prostituzione, traffico di droga e armi, racket di rifiuti tossici e usura sono alcuni dei fenomeni sociali osservati in questi anni: il lavoro costante e puntuale di mediazione sul campo e segnalazione tempestiva delle criticità ha portato progressivamente a orientare la sensibilità pubblica verso azioni legali collettive per il riconoscimento dej diritti umani: ad es., degli alunni con fragilità abitativa che vivevano nei presso di una discarica abusiva da oltre 12 anni. 

Il successivo ricollocamento dei nuclei e presa in carico deI Servizi sociali dei nuclei con maggiore fragilità, grazie all’intervento del Ministero degli Interni ė il frutto maturo di un progetto di lotta alla dispersione scolastica iniziato nel 2013, finalizzato al superamento di situazioni ghetto, sedimentatesi negli anni, in cui sembrava impossibile poter intervenire per un risanamento globale.

Le parole dei bambini, l’ascolto dei loro sogni, paure e la gestione quotidiana della loro grande frustrazione e rabbia è stata la nostra più grande forza nella mediazione con le famiglie, in questo modo abbiamo costruito piano piano un rapporto di fiducia.

Il patto non ė stato l’unico canale utilizzato (in questi anni ci siamo inseriti all’intero dei tavoli dei minori, Piani di Zona, stesura dei Pani di Azione Locali triennali per le popolazioni più emarginate, commissione politiche sociali ed educazione, reti informali di cittadinanza attiva e comitati di quartiere, ReteCorvetto e altro ancora), ma sicuramente un buon motore e veicolo trainante per decollare proprio quando il vento della pandemia ha iniziato a soffiare più forte sui problemi incancreniti e rischiava di spazzare via tutto il nostro lavoro.

Abbiamo lottato per anni, ma solo ora possiamo dire di avere iniziato a scrollarci anni di degrado ambientale in cui era “sepolta” la Scuola e si era incancrenita la segregazione scolastica, rendendo più complesso abbattimento di stereotipi e pregiudizi e attivazione di strategie anti-rumors.

Non possiamo per motivi di privacy entrare nei dettagli… abbiamo vissuto in un clima pesante, di odio online, di campagne elettorali fortemente polarizzate e riduttive da entrambi i fronti, di diffamazione e calunnia a mezzo social del lavoro istituzionale e del ruolo della Scuola, del lavoro sommerso dei docenti in prima linea, spesso sconosciuto e disprezzato.

Possiamo solo dire che attraverso il patto è possibile discernere le risorse umane e le realtà associative virtuose e trasparenti, che hanno veramente voglia di costituirsi con noi come comunità educante, presenti e operativi nei momenti difficili in cui è necessario uscire dal proprio punti di vista settoriale e fare da cassa di risonanza.

 

Noi siamo ancora qui, in attesa dei prossimi sviluppi, ad aprire la strada e costruire ponti alle porte di Milano, nel Parco sudagricolo Valle della Vettabbia e dintorni.

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