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Nel FARE bisogna distinguere tra prevenzione, di rischi potenziali, e preoccupazione per rischi imponderabili, come detterebbe un "principio di precauzione" inteso a bloccare ogni innovazione, anche senza motivo.
In ogni caso, da una parte è logicamente errato ignorare i rischi e danni del NON FARE e dall'altra è opportuno DIFFIDARE, protraendo l'analisi dei rischi/benefici di ogni innovazione, perché non deve scandalizzare, se ciò che sembrava inizialmente benefico si rivela dannoso, con l'esperienza.
Per altro è anche illusorio pretendere di prevenire anticipatamente (magari legiferando) i rischi di innovazioni radicali, i cui sviluppi sono fuori dalle aspettative degli stessi inventori (ad esempio la radio e gli SMS).
Non c'è mutanda, o "principio di precauzione", che tenga, perché la prevenzione deve essere un processo continuo, connaturato con l'innovazione stessa.
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