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Nel nostro Gruppo Facebook si è riaccesa la discussione sul ruolo delle piattaforme di partecipazione, in relazione alle malesorti della nostra RCM.
Discussione che rimando ai principi critici espressi nell'opera citata nel commento sovrastante, a cui aggiungo qualche considerazione personale.

Atteso che ritengo Twitter& C. adatti a mere battute e Facebook e Linkedin inadeguati a sostenere discussioni prolungate e sostanziose, che lascino il segno, mi trovo bene con Filosofia sui Navigli su partecipaMi, corroborato dallo Zoom di Fondazione RCM, per integrare discussioni sincrone ibride con asincrone virtuali. (*)
Quindi vorrei che partecipaMi comprendesse tale funzionalità, in modo fluido e open source, così come che fosse più push, a partire dall'integrazione degli Eventi con il Calendario personale, come fanno tutti, senza gli eccessi con cui ormai ci sollecita anche LinkedIn.

Ma anche qui casca l'Asino, nel senso che oltre la piattaforma è indispensabile considerare lo spirito che l'anima, per cui sto suggerendo di rimandare a tempi migliori l'illusione ecumenica, per assumere una postura sindacal-rivendicativa da società di mutuo soccorso (digitale).

E, per venire al sodo, mi chiedo e chiedo come mai le nostre Associazioni ed Enti del terzo settore non possano godere dei finanziamenti PNRR della Pubblica Amministrazione Locale, per sostenere la loro Transizione Digitale, in ambito sia civico e sia culturale.

(*) Credo che in futuro non ci sarà nè il ritorno a una realtà naturale bucolica nè il prevalere di una realtà virtuale immersiva totalizzante, a meno di casi particolari o patologici, ma invece quello di una realtà ibrida, fisica e virtuale.