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Inviato da avatar Attilio Paparazzo il 29-11-2022 alle 09:10

Cara Fiorella, gli spunti che hai indicato sono sicuramente condivisibili, senza nulla togliere alle difficoltà di realizzazione che tu stessa ti rappresenti.
Mi coinvolge molto il riferimento che fai alla promozione di spazi partecipativi per piccole realtà: "un Comune anche piccolo, un sindacato, una scuola, una associazione, una cooperativa...". Sono queste esperienze tentate in passato e riuscite bene, per lo meno per quelle che ho frequentato, anche se poi esaurite e disperse nel vortice della comunicazione veloce, velocissima, tanto istantanea quanto effimera. Coi social la comunicazione deperisce subito e questo, per alcuni, è molto comodo perché ti consente di non doverne dare conto se non alla ristrettissima cerchia dei lettori istantanei. Diverso è pensare a una comunicazione che conserva il pensiero e scoraggia la ripetitività dei luoghi comuni. Da queste banali considerazioni discende tutta la difficoltà di far vivere modelli partecipativi, quindi comunicativi, capaci di incidere nelle piccole e grandi istituzioni/associazioni.
Come sai l'esperienza a cui faccio riferimento è quella di un "piccolo" sindacato di provincia che agisce all'interno di una gigantesca istituzione nazionale, la Scuola, sui temi della Conoscenza, in rapporto ai diritti di partecipazione e trasparenza dei lavoratori di quel settore. Un sindacato di questo tipo fa della comunicazione il proprio pane quotidiano ed è costretto a utilizzare tutte le forme consentite sia quelle velocissime che quelle lente e pesanti: le mail che trasmettono quintali di normativa istituzionali. Né puoi fare a meno di promuovere momenti partecipativi periodici in presenza o a distanza (questi ultimi esplosi con il lockdown). E’ inevitabile che gli strumenti utilizzati per il lavoro quotidiano siano poi quelli che le organizzazioni nazionali ti mettono a disposizione,
Eppure alcuni esempi positivi li possiamo mettere in conto, esemplificativi di un rapporto positivo tra sindacato e RCM/partecipaMi, mi riferisco a una permanente presenza del sito internet della FLC CGIL di Milano nei server della fondazione e nella stessa associazione come socio partecipante no profit, ma con contributo straordinario (per le nostre consistenze). In ultimo, ma più importante, è il consueto ricorso alla gestione di consultazioni referendarie che da anni realizziamo con il contributo determinante di Oliverio, Leonardo e gli altri precedenti collaboratori della Fondazione. Ritengo che questa forma di aiuto e sostegno reciproco rappresenti nel suo piccolo un modello che potrebbe essere replicato con il duplice obiettivo di diffondere esperienze partecipative positive e sostenere economicamente lo spegnimento di quelle necessarie candeline che Oliverio mantiene vive di anno in anno.

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