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Inviato da avatar Fiorella De Cindio il 21-11-2022 alle 12:23

caro Attilio e tutti

chiedi quali azioni sono possibili per aiutare Fondazione RCM e quindi partecipaMi ad uscire dalla situazione in cui si trova. Cerco di dare qualche spunto per discuterne poi meglio in occasione della Consulta del prossimo 1 dicembre.

Partiamo da quello che sappiamo fare: sappiamo sviluppare e gestire ambienti di partecipazione ‘produttiva’, cioe’ spazi di ‘community’ che permettono la raccolta e la condivisione di conoscenza e l’attivazione di processi deliberativi. Sono utili in ambito civico/politico ma anche in molti altri contesti.

Prendete la discussione Stadio san Siro: quale futuro? In quale altro sito si trova raccolta cosi ampia documentazione sui quanto emerso in questi anni, prodotta sia dal Comune che da chi si oppone al progetto? molti materiali sono merito della paziente opera di Oliverio, ma altri sono stati messi a disposizione di tutti da parte di cittadini che, essendo interessati all’argomento, hanno cose da dire supportate da materiali di vario tipo (documenti, foto, video, audio). Una fonte da sola non e’ in grado di fare altrettanto, soprattutto non e’ in grado di fotografare diversi punti di vista.

Le discussioni di partecipaMi non sono uno sterile chiacchiericcio (e’ chiaro il riferimento ai social network a cui tutti si affidano? ma forse ora si inizia a capirne i limiti!) ma servono a confrontare diversi punti di vista in modo civile e argomentato e permettono di costruire una base di conoscenze costruita in modo collaborativo che presenta diversi punti di vista (in qualunque ambito ce ne sono sempre) che e’ (dovrebbe essere?) un valore per chi voglia fare scelte ponderate.

Quindi uno spazio analogo puo’ servire a una qualunque organizzazione: un Comune anche piccolo, un sindacato, una scuola, una associazione, una cooperativa; specie ora, dopo il covid, che e’ sempre piu’ raro trovarsi tutti ‘in sede’ e la circolazione delle informazioni e il confronto diventa faticoso.

Il passo successivo e’ quello della deliberazione, cioe’ la capacita’ di decidere attraverso il dibattito pubblico informato. Noi abbiamo studiato e seguito direttamente numerose esperienze di bilancio partecipativo, inclusa quella del Comune di Milano (2017/18) e pensiamo che possa essere utile in molti casi, con opportuni adattamenti.

Vi faccio un esempio emerso in una tesi di laurea di qualche anno fa. Lo studente era volontario di una Pubblica Assistenza all’interno di Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze). Ogni anno c’e’ il problema di come investire i fondi arrivati dalle donazioni. La scelta se comprare una nuova ambulanza, un defibrillatore, o altro spesso la fa, spetta, al Consiglio Direttivo i cui membri si consultano, parlano con i volontari, ma difficilmente si riesce ad avere una mappa completa delle esigenze e a pesare l’importanza di ciascuna. Specie perche’ i volontari non sono mai tutti in sede e se si convoca una riunione vengono in pochi, spesso con ottime ragioni. Era allora emersa la possibilita’ di fare una sorta di Bilancio partecipativo: prima raccogliere le proposte online (in genere emerse da esperienze sul campo e conversazioni durante i turni di servizio) in modo che tutti potessero vederle e appoggiare (tramite azione di ‘supporto’) quelle ritenute prioritarie (1a fase del Bilancio Partecipativo) per identificare le 4, 5 o 10 ritenute piu’ rilevanti e metterle a punto (2° fase: nel caso specifico: verificare i costi di ciascuna) e metterle al voto (3° fase: meglio se vincolante almeno su una parte del bilancio). Grande entusiasmo: che bella idea! hanno detto molti. Pensate si sia fatta? ovviamente no (almeno finche’ ho sentito lo studente ormai laureato). Perche’ delegare anche una porzioncina del proprio potere (in questo caso da parte dei membri del Consiglio Direttivo) e’ tanto difficile quanto necessario.

Questo e’ il maggior ostacolo allo sviluppo di ambienti di partecipazione e deliberazione online: la trasparenza dei processi informativi e deliberativi fa paura; ma quando si supera la paura, si scopre che grande giacimento di ricchezza (e buon senso!) ci sia nelle persone. Si chiama intelligenza civica che e’ intelligenza collettiva orientata all’azione, al cambiamento.

Quello di cui abbiamo bisogno e’ che i partecipaMini diventino testimoni e ambasciatori di progetti di innovazione democratica tramite pratiche di partecipazione e deliberazione online per ‘portare a casa’ contratti da affidare a Fondazione RCM che e’ un soggetto no profit radicato in Universita’. Esempi?

  • abbiamo presentato il software Decidim (che per una serie di ragioni ora usiamo al posto nel nostro OpenDCN su cui gira partecipaMi) all’ANCI Lombardia, per usarlo nei comuni lombardi. Dall’alto non ha funzionato, ma si puo’ provare a farlo dal basso se qualche partecipaMino ha contatti nel suo Comune, quasi meglio se non troppo grande.
  • abbiamo fatto la stessa cosa per la Camera del Lavoro di Milano: il funzionario che aveva organizzato il breve corso e’ stato trasferito a Roma e si e’ fermato tutto. Ma davvero non c’e’ un ambito sindacale in cui si riesca a provare? quanto sarebbe utile !!!
  • tutte le associazioni sono delle Anpas: ce ne saranno una o due, di quelle a cui siete associati, interessate a provare a coinvolgere i propri iscritti in una esperienza di democrazia deliberativa al proprio interno?
  • dimenticavo! qualcuno ricordera’ che nel 2013 Fondazione RCM sviluppo’ una piattaforma basata su LiquidFeedback per permettere ai cittadini lombardi di articolare/precisare i punti del programma elettorale di Umberto Ambrosoli candidato presidente della Regione Lombardia con proposte sia generali che focalizzate sui territori delle varie province. Fu una esperienza intensa, faticosa, ma anche di grande soddisfazione per la qualita’ delle proposte raccolte. Come si era impegnato a fare, Ambrosoli prese pubblicamente atto di quelle che ottennero maggiori consensi e si impegno’ a tenerne conto se fosse diventato Presidente della Regione. Cosa che non successe quindi non sappiamo se lo avrebbe fatto; di certo sappiamo che – nonostante i nostri sforzi - non ne tenne conto come capo dell’opposizione (poi mollo’ questo ruolo).
    Se qualcuno e’ coinvolto nella attuale campagna elettorale per le elezioni regionali e ha contatti con qualche candidato che dice di voler ascoltare e coinvolgere i cittadini, provi a proporgli di riprendere quella esperienza provando a non farla abortire dopo le elezioni.

I costi? ci piacerebbe dire gratis, ma ovviamente non possiamo farlo. Ma provate a dare un occhio alle voci di comunicazione e vedrete che qualcosa da limare c’e’, se c’e’ la volonta’ di farlo. Quanto all’ultimo punto, garantisco che ci sta nel (piu’ o meno) ricco budget per una campagna elettorale a fianco dei (necessari) spazi di marketing elettorale (che e’ diverso dalla partecipazione) sui social e darebbe un po’ di sostanza ai proclami sulla partecipazione che (in campagna elettorale) arrivano da tutti i candidati.

Che ne pensate di questi spunti? discutiamone anche prima della Consulta, in modo da renderla piu' operativa possibile !

un saluti a tutti
-- fiorella

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