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Inviato da avatar Paolo Petrozzi il 20-11-2022 alle 08:53

47.000 ettari, 61 comuni, quasi mille aziende agricole; per questo si dota del termine “rurale”, a significare la sua connotazione fondamentale. Da quell’assemblea, preceduta da un approfondito lavoro preparatorio tra i soggetti costituenti, comincia a tessersi la rete territoriale, costituita oggi da una ventina di GAS, una decina di aziende agricole, la finanza etica nei suoi tre canali (Mag2, Banca Etica e CAES – Assicurazioni Etiche), e poi gli altri soggetti interessati presenti nell’area del Parco: banche del tempo, botteghe del commercio equo, associazioni e comitati a difesa del territorio e due comuni ‘virtuosi’, S. Giuliano e Corsico, tramite progetti specifici.

Il coordinamento della rete e delle sue attività è in carico ad un ‘Comitato verso il DESR’, dal quale si snodano i Tavoli settoriali, in primo luogo dei Gas e degli agricoltori, e i Gruppi di lavoro tematici sui progetti federatori che il Comitato ha attivato (energia, paniere, orto collettivo, percorsi culturali e di conoscenza delle cascine, gestione del conflitto e della partecipazione democratica, comunicazione, frutteto biologico). L’assunto di fondo che muove il percorso del DESR è che sia possibile salvaguardare la vocazione del più grande Parco Agricolo d’Europa con iniziative a difesa delle Cascine e del loro reddito oltre che contro il consumo di suolo: qualificando domanda ed offerta, incentivando vendita diretta e cicli ‘interni’ di trasformazione dei prodotti, sostenendo la multifunzionalità (senza però prevaricare l’attività agricola), favorendo un’agrobiodiversità capace di intaccare le monocolture del Parco (riso e cereali) e gli allevamenti intensivi di bovini.

L’orizzonte generale è la costruzione di una sovranità alimentare milanese (“Nutrire Milano”), che sappia anche ricostruire un rapporto città-campagna che è sempre appartenuto alla storia di Milano, e che la trasformazione agro-industriale postbellica ha progressivamente compromesso. La connotazione di fondo del Distretto si integra con gli obiettivi più generali delle reti solidali, capaci di testimoniare, con la concretezza delle pratiche, la possibilità di un’economia altra da quella dominante che rivalorizzi le relazioni non monetarie: ciò è avvenuto ad esempio con la mobilitazione pro-Forestina (45 adesioni da più GAS), che ha permesso di contribuire per alcuni mesi alla gestione della Cascina durante l’assenza del titolare per una grave operazione.
Quali sono le caratteristiche specifiche del progetto di Distretto milanese rispetto ad altri?

  1. La scelta di un’area delimitata (Milano Sud) non solo geograficamente ma dai ‘limiti’ del sistema di relazioni (affinché sia sostenibile…) tra i diversi Attori interessati.
  2. La definizione di una cornice comune di riferimento ‘politica’ oltre che valoriale: la salvaguardia del Parco Agricolo Sud Milano.
  3. La preparazione del percorso raccogliendo esigenze/aspettative per ‘settori’ omogenei: i GAS, le aziende agricole, la finanza etica, le Associazioni ed i Comitati locali,
  4. La promozione del percorso a partire da un asse principale: il rapporto diretto GAS – aziende agricole (sia gli uni che le altre dello stesso territorio).
  5. Il rapporto con la Pubblica Amministrazione a partire da progetti specifici, in cui già alcuni degli Attori sono coinvolti.

Gli aspetti critici principali di questo percorso risiedono nel rapporto tra DESR e suoi soggetti costituenti, dovendo sperimentare percorsi partecipativi del tutto innovativi rispetto ai modelli delle forme associative tradizionali. Una rete non è un semplice insieme di nodi tenuti insieme da ‘canali’ informativi, ma una struttura complessa in cui la parte più importante sono le valenze qualitative delle interazioni che collegano i nodi (per questo si parla di ‘economia delle relazioni’). Rispetto al rapporto tra progetto di Rete ed identità dei singoli ‘nodi’ nella discussione interna al ‘Comitato’ sono stati individuati due tendenze da parte degli aderenti al DESR:

  • i due percorsi, quello del singolo nodo e del Distretto sono paralleli, con il risultato che ognuno va quindi ‘per la sua strada’;
  • il passaggio al DESR (con i relativi temi ed impegni di rete) è un’evoluzione dell’agire solo come singolo nodo.

Entrando nel merito di come si possano affrontare questi due atteggiamenti sono state condivise queste tre indicazioni operative:

  1. l’identità di ogni nodo della rete, per quanto riguarda la capacità di affrontare temi più generali (ad es. oltre l’organizzazione degli ‘ordini’ nei GAS) e di avere relazioni collettive con altri Attori, si ripercuote nel rapporto con il DESR;
  2. per facilitare le relazioni con il DESR dei singoli soggetti collettivi aderenti si è proposto un approccio metodologico flessibile: gli attuali ‘referenti’ all’interno del ‘Comitato verso il DESR’ (che in realtà sono i più sensibili all’importanza di tale rapporto), per superare la tendenza degli altri componenti il proprio organismo alla delega, dovrebbero, come fanno nei GAS i referenti di prodotto/relazione con il produttore, promuovere periodicamente al proprio interno le singole iniziative del Comitato DESR, affinché possano coinvolgere concretamente altri ‘sodali’;
  3. ogni soggetto costitutivo del DESR dovrebbe dedicare una sua riunione alla discussione più approfondita di questi temi e delle ‘strategie di rete’, almeno una volta l’anno in occasione dell’assemblea del Distretto.

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