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Inviato da avatar Gabriella Bruschi il 28-07-2022 alle 10:04

Pubblico anche qui quanto scritto ieri dal Comitato Sì Meazza:

Sì Meazza

COMITATO SI MEAZZA

Al Signor Andrea Pillon

e p.c. al Sindaco del Comune di Milano

ai Consiglieri Comunali e alla Giunta

Egregio Signor Pillon,
la Sua email ci ha lasciato molto perplessi e sorpresi.
Sorpresi perché Lei vuole compiere una “preventiva ricognizione” sulle criticità e rilievi sull’”opera oggetto del dibattito”, che non c’è, per vostra stessa ammissione pubblica. Infatti le società non hanno mai ottemperato in tre anni “alle prescrizioni delle condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto stesso” richieste dalla Giunta comunale nel novembre 2019 e poi nel novembre 2021.
Sorpresi perché si preoccupa che al dibattito partecipino giustamente donne e disabili, ma non si preoccupa di mandarci la sua bozza di proposta di organizzazione del dibattito pubblico, che certamente dovrebbe avere avanzato agli uffici comunali quando l’hanno chiamata con la “procedura negoziata senza pubblicazione di bando”. Lo diciamo perché pensiamo che la scelta della Sua persona o società sia avvenuta sulla base di qualche proposta da Lei avanzata. O forse non abbiamo le informazioni corrette, poiché non abbiamo mai visto nessuna delibera che indichi la procedura, e spieghi perché due interlocutori hanno rifiutato e perché tra tre concorrenti hanno scelto Lei. Non crediamo che la scelta sia ricaduta su di Lei, perché ha organizzato nel passato un dibattito - deludente nei modi, inutile nella sostanza e inconcludente nei fatti - sui “Navigli”, o perché è amico del Direttore generale o perché ha svolto un ruolo di comunicatore per il Sindaco per il rilancio delle periferie ( il “piano Periferie” diventato con più fascino “piano Quartieri”).
Dai comunicati stampa sappiamo solo che Lei è stato incaricato di organizzare il dibattito pubblico, con un costo di 245.000 euro a carico del Comune, e non si capisce perché non sia a carico delle due società che hanno avanzato la proposta dello “Stadio di Milano”.
Quindi, ci sarebbe piaciuto e sarebbe stato corretto che Lei ci avesse fornito la bozza di programma di organizzazione del dibattito pubblico. Almeno una bozza, vista la Sua esperienza.
Aggiungiamo peraltro che ci risulta strano che Lei abbia accettato un incarico senza avere in mano il progetto. o la proposta oggetto del dibattito pubblico. Apprendiamo però dai giornali che Lei ha avuto degli incontri con le società che le hanno promesso di far avere la proposta al più presto. Ribadita ieri anche da una visita a Roma insieme all’assessore Tancredi e ai rappresentanti delle due società.
Ora la domanda che poniamo a Lei e al Consiglio comunale di Milano: il progetto, con piano economico e finanziario e studio di fattibilità, viene presentato a Lei o agli uffici comunali che attendono dal novembre 2019 un progetto conforme alle condizioni e alle prescrizioni dettate nelle delibere?
Sarebbe singolare che la proposta arrivi a Lei senza che gli uffici comunali e la Giunta e il Consiglio Comunale ne prendano atto, la approvino o la respingano: solo a questo punto ha ragione d’essere il dibattito pubblico.
Perché, egregio signor Pillon, a noi non interessano i desideri delle società private, a noi interessa che, dopo l’esame degli uffici che - ripetiamo - attendono da tre anni (procedura del tutto insolita per un comune cittadino), sia la Giunta e il Consiglio Comunale a dire che cosa intendono fare di un bene pubblico come lo Stadio Mezza e delle aree pubbliche (290.000 mq) oggetto delle brame delle due società.
Fino adesso, i privati hanno presentato al Comune proposte che sono state respinte dagli uffici comunali. E immaginiamo che Lei sia d’accordo di non sostituirsi agli uffici del Comune.
E sarebbe davvero singolare che si dia luogo a un dibattito pubblico su una proposta non della Giunta Comunale, dopo che gli uffici comunali hanno dato parere negativo su una richiesta di referendum su delibere di Giunta
Il nostro comitato, che non ha ritenuto in questa fase il referendum uno strumento idoneo, considera molto grave che si tenti di negare l’istituto del referendum su delibere di Giunta esistenti per realizzare invece un dibattito pubblico su una proposta inesistente.
A parte che sono due istituti di partecipazione popolare diversi, per la sostanza della procedura e per i soggetti convolti, ma il sospetto che Sindaco e Giunta stiano scambiando i due strumenti diventa una certezza con le due procedure, una delle quali La coinvolge. Ancora prima della risposta sui referendum, è stata avviata, con una “determinazione dirigenziale” la nomina del coordinatore del “dibattito pubblico” su un progetto inesistente.
Poi alcuni uffici comunali esprimono il loro parere negativo sull’ammissibilità dei referendum. La concomitanza degli avvenimenti è molto sospetta, tanti più che gli argomenti addotti non sono decorosi e consoni a una amministrazione pubblica che dovrebbe dimostrare in ogni momento la sua “terzietà”. Nella fattispecie, sorprende che la “Rigenerazione urbana” abbia usato male gli argomenti delle società private, contenute nella loro proposta del luglio 2019.
Anzi per essere molto, chiari, i rilievi contro il referendum manifestano grave malafede in quanto concentrano l’attenzione sul nuovo stadio, che occupa solo il 14% dell’area pubblica, oggetto dei desideri delle due società. In realtà su un vasto patrimonio pubblico, dei privati vogliono realizzare “un esteso progetto” di edificazione che qui riassumiamo:
grande struttura di vendita 77.000 mq.
intrattenimento 9.000 mq.
funzioni terziarie 47.064 mq.
funzioni ricettive 11.936 mq.
Totale 145.000 mq.
Altro che nuovo stadio ! Peraltro, facciamo notare che la demolizione di San Siro, guarda caso, non disturberebbe la vista delle nuove case di Hines sull’ex ippodromo del trotto.
Nel parere contrario ai referendum, gli uffici non si sono preoccupati di fare un esame obiettivo di quanto affermano, anzi sono andati contro quanto affermato nelle delibere di Giunta.
Infatti quando si dice che la ristrutturazione dello stadio costa cinquecento milioni, si prende per buono quanto scritto dalla due società, ma non quanto più volte affermato da esperti e tecnici, anche nelle commissioni consiliari, sui costi, sui modi e sui tempi di ristrutturazione con cifre di gran lunga inferiori e con progetti più rispondenti alle caratteristiche europee di uno stadio al servizio del pubblico.
Per inciso, la bufala delle due società sulla sospensione delle attività sportive, in caso di ristrutturazione di San Siro è smentita dal fatto che a Madrid stanno rifacendo alla grande lo stadio Bernabeu senza interruzioni del campionato e delle partite internazionali, e che nel 1955 il secondo anello (con tecnologie molto più arretrate di quelle di oggi) è stato realizzato in 518 giorni senza interruzioni del campionato, così come nel 1989-1990 per la realizzazione del terzo anello.
Troviamo anche vergognoso che gli uffici non prendano in considerazione l’ipotesi e la possibilità di un concorso internazionale per l’adeguamento, l’ammodernamento e la gestione dello stadio Meazza.
I costi e i conti presentati sulla gestione sono stati inoltre oggetto di rilievi critici della Corte dei Conti, e in ogni caso sarebbe cosa buona e giusta se il Comune presentasse i conti dettagliati del contratto di affidamento della gestione dal 2000 ad oggi, anche con i bilanci della società concessionaria di un bene pubblico.
Aggiungiamo che non si tiene conto della doverosa tutela (ope legis) storico-culturale del bene, del gravissimo costo ambientale e inquinante e del danno d’immagine per la città, che deriverebbe dalla eventuale demolizione dello Stadio Meazza. Il che causerebbe anche un danno patrimoniale al Comune ( oggi lo stadio, dopo 100 anni, vale 80 milioni, mentre “il valore terminale del nuovo stadio dopo 90 anni sarà di 36 milioni” parola delle società, pagina 6 della relazione alla delibera 2021).
In questa risposta al referendum, peraltro non si è mai tenuto conto di quanto il Consiglio Comunale e il Municipio 7 avevano indicato con precisi ordini del giorno: chiedevano la riutilizzazione dello stadio, come peraltro previsto dalla legge ed è compito degli uffici comunali verificare adeguatamente, (non ripetendo quanto scritto delle società private), che “gli interventi siano prioritariamente indirizzati al recupero degli impianti esistenti”. Per di più, chi ha scritto quel parere finge o fa finta di ignorare che il Meazza non ha bisogno di recupero, fra l’altro essendo destinato tra quattro anni, non domani o dopodomani, ma nel 2026 ad ospitare la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali.
Aggiungiamo che nella delibera di Giunta dell’ 8 novembre 2019 era scritto che “il pubblico interesse sia ravvisabile diversamente da quanto previsto dalla proposta - che ne contempla la demolizione – nella rifunzionalizzazione dello Stadio “Giuseppe Meazza”
Inoltre, la proposta “Stadio di Milano” vedeva delle cifre sul nuovo stadio diverse: a pag 6 della relazione della delibera di Giunta del 8 novembre 2019: “Direzione Facility” “Costo impianto di gioco (Stadio) Nella proposta il costo di realizzazione del nuovo impianto viene indicato in euro 523.000.000,00 che rapportato ad una capienza di 60.000 spettatori, conduce a calcolare un costo medio di circa 8,400 €/posto. In assenza di informazioni sui costi parametrici utilizzati dai proponenti si è proceduto ad effettuare alcune ricerche per determinare i costi medi a spettatore negli stadi di più recente costruzione. Sono quindi stati indagati 29 impianti dove la media dei costi è risultata di 3.600 €/posto. Si chiede pertanto di chiarire le ragioni per cui il nuovo impianto verrebbe a costare più del doppio rispetto alla media dei principali impianti europei”
Chiarimento che non è mai stato dato, ed oggi la “rigenerazione urbana” porta il costo del nuovo stadio a 650.000. Per chi lavorano? Per il Re di Prussia? Ridicoli.
Alla fine scopriamo che Milan e Inter spendono per uno stadio piccolo, più di quanto spende il Real Madrid (800 milioni) per una mega ristrutturazione di una stadio più capiente, con tetto apribile e sette superfici di gioco rimovibili!.
Anzi, vi è di più. Siccome le società dichiarano che il costo di demolizione è di 79,9 milioni, e, a fronte di questo costo chiedono di costruire altri 46.679 mq. nella delibera del 5 novembre 2021 si dichiara espressamente “non risulta tecnicamente possibile dimostrare la corrispondenza tra le volumetrie aggiuntive indicate e gli importi stimati e che il parere dell’area Patrimonio Immobiliare del Comune ha determinato la non congruità degli importi relativi al valore del diritto di superficie ed il conseguente valore della rata annua proposto dalle società”
Le due società avevano infatti proposto una cifra ridicola di 2 milioni annui, crescenti con il crescere dell’inflazione, di gran lunga inferiore al canone di affitto del solo Stadio di San Siro: una proposta senza vergogna.
Le motivazioni addotte da “Rigenerazione urbana” per respingere la richiesta di referendum appaiono davvero in contrasto anche con un limpido, trasparente, chiaro confronto, in cui gli uffici comunali dovrebbero dimostrare quella dedizione al bene pubblico che in questo caso non si è visto.
Siamo dunque dell’opinione che ogni incontro con Lei, signor Pillon, sarebbe inutile fin quando non sarà disponibile a tutti una proposta, valutata dalla Giunta e dal Consiglio Comunale. In questo caso, siamo disponibili a tutti gli incontri.
Ci sembra tuttavia che le proposte “informali” agli uffici (di cui leggiamo sui giornali) appartengano di più a una trattativa non trasparente che a un rigoroso rispetto delle norme e siano di fatto offensive per la dignità del Comune di Milano, di cui siamo orgogliosi cittadini.
Per questo non ci prestiamo oggi a una procedura che scavalca la istituzione rappresentativa di tutti i cittadini che dal 28 ottobre 2019 non è mai stata investita del tema San Siro, che ha affrontato, in quella occasione, peraltro, non con una votazione su una delibera ma con un ordine del giorno.
Le stesse notizie - che vengono fatte uscire ad arte sui giornali - per cui, in relazione alle elezioni, il “dibattito pubblico” sarebbe limitato al mese di ottobre, perché il Sindaco e le società si aspettano che entro novembre la Giunta e il Consiglio comunale decidano, - assumono l’aspetto di una provocazione e di un insulto ai cittadini che aspettano da tre anni – lo ripetiamo per l’ennesima volta - che le due società si comportino seriamente rispondendo ai rilievi avanzati, non tanto dai comitati, quanto dagli uffici comunali.
Vogliamo anche che sia chiaro che questi giochetti per fare i titoli dei giornali, per cui a dicembre 2021 le due società avevano affermato che era pronto il progetto e avevano fatto circolare ad uso stampa il rendering di una foresta amazzonica
ed oggi fanno sapere che sono pronti a ridurre la superficie lorda da 145.000 mq a 100.000 mq, ma con “più questo, più quello, più quell’altro, più quell’altro ancora” (in una epoca di aumento di costi di costruzione del 30-40%) non incantano più nessuno e sono la dimostrazione della scarsa serietà in cui tengono il Comune e il Consiglio Comunale. A questi comportamenti irriguardosi risponderemo duramente in tutte le sedi legali, politiche ed amministrative. Non accetteremo che si stravolga il territorio con furberie di varia natura. E se nella campagna elettorale per le elezioni comunali si è fatto finta di niente sul tema “San Siro”, non sarà così in questa campagna elettorale: chiederemo a tutti i candidati di pronunciarsi in merito alle ipotesi finora circolate. E sarà nostra premura rendere note le posizioni di tutti i candidati di Milano alla Camera e al Senato. E formuleremo delle domande specifiche a tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e di minoranza, in modo di rendere noto a tutti i cittadini elettori le posizioni di merito di coloro che siedono in Consiglio Comunale.
Noi siamo sempre stati e siamo dell’opinione che la sede del dibattito pubblico dovrebbe essere il Consiglio Comunale che è eletto per questo e che con gli strumenti delle Commissioni consiliari e il coinvolgimento dei Municipi potrebbe realizzare un proficuo e vasto coinvolgimento dei comitati e dei cittadini, recuperando anche una diffusa partecipazione alla vita politica cittadina, con evidente beneficio per la democrazia.
Cordiali saluti

Per il Comitato Sì Meazza
Luigi Corbani, Presidente
Claudio Trotta, Vicepresidente
Gabriella Bruschi, coordinatrice

Milano, 27 luglio 2022

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