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Inviato da avatar Giulio Beltrami il 09-01-2022 alle 16:32

Un contributo che ho ricevuto da Academia:

Smart People in Smart City: ICT e social network per il miglioramento della Qualità della Vita e dell'inclusione nel contesto urbano.

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2016, Francesco Orietti
INTRODUZIONE Questo lavoro prende il suo spunto iniziale da una riflessione sulla città, verso quei grandi centri di interesse cosparsi per il globo, tutte col loro portato storico, centri di potere e di cultura, di consumo e di occasioni. La letteratura ci dice che circa il 50% della popolazione mondiale, ad oggi, vive all’interno di una città comprendendo, per forza di cose, anche le immense periferie che si estendono ai loro confini. Circa 3 miliardi di persone, forse più, impossibile dirlo con precisione, abitano dunque all’interno di un contesto urbano. Miliardi di persone, le più invisibili l’una all’altra, che si sfiorano ogni giorno, che incrociano ogni giorno il loro sguardo e la loro storia con quella di qualcun altro. Le città, come il cuore del mondo, non smettono mai di battere, di pulsare, di produrre vita, economia, energia, educazione e formazione. Le città, dunque, possono essere definite, in vista del futuro, sia come il problema che come la possibile soluzione. Si sta assistendo, infatti, ad un’acquisizione di intelligenza da parte delle città: le cosiddette smart city; le quali vedono nella tecnologia una risorsa importante per il miglioramento dei servizi, dell’efficacia e dell’efficienza nell’ambito dei diversi settori e delle diverse discipline che attraversano il sistema urbano. Cose che, tuttavia, non possono tralasciare la loro dimensione formativa sull’uomo: il processo formativo deve essere al centro della città che vuol farsi intelligente e l’uomo-cittadino deve ritrovare il suo ruolo centrale nel contesto della città. La disaffezione alla politica e, più in generale, verso la democrazia è un problema sociale, ma anche pedagogico. L’acquisizione di intelligenza col solo strumento della tecnologica, calato dall’alto, non può prescindere dall’acquisizione della medesima intelligenza anche nelle persone; persone che devono essere messe in grado di pensare la complessità. Ovvero, non può darsi città intelligente senza cittadini intelligenti (smart people in smart city). Questo elaborato parlando di smart city vuole andare a dimostrare – con un taglio interdisciplinare – come questo contesto formativo informale si rende necessario per affrontare al meglio le sfide del futuro: dalla sostenibilità energetica, alle politiche dei consumi; dai servizi per il benessere e per la salute, alla governance trasparente e partecipativa; dal riconoscimento delle competenze alla messa al centro degli apprendimenti e della creatività come motori dell’innovazione e della crescita. La messa al centro del cittadino nei processi decisionali, partecipativi, creando così amb ....

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