Rispondi a:

Inviato da avatar Oliverio Gentile il 04-11-2010 alle 17:05

Da milano.corriere.it:

http://milano.corriere.it/milano/notizie/politica/10_novembre_4/videochat-valerio-onida-1804097311452.shtml

venerdì la videochat con giuliano pisapia

Onida: «Basta con la logica delle poltrone, bisogna rinnovare la politica»

Il candidato costituzionalista: «Il progetto che abbiamo promosso va oltre le primarie, non cerco un assessorato»

(la discussione "Corriere della Sera: video chat con i candidati alle primarie")



MILANO
- E' il più anziano tra i quattro candidati alle primarie del centrosinistra, ma pensa ai giovani: «Le nuove generazioni credono poco nella politica perché la associano a arrivismo e carrierismo. Bisogna favorire i giovani che desiderano fare qualcosa per la comunità». Lo chiamano «il Prodi di Milano», e a lui fa piacere, perché del professore è amico ed è stato per breve tempo anche collaboratore. Valerio Onida, 74 anni, sposato, 5 figli, presidente emerito della Corte costituzionale, dopo Sacerdoti e Boeri è stato il terzo dei candidati del centrosinistra alle primarie a rispondere in videochat ai lettori del Corriere (venerdì l'appuntamento con Giuliano Pisapia, alle 15). E se fosse proprio Boeri a vincere, che assessorato vorrebbe? «Non mi piace ragionare in questi termini di vecchia politica con battaglie per una poltrona, una fettina di potere. Bisogna rinnovare la politica, uscire da queste vecchie abitudini, dalla rigidità. La mia risposta su quale assessorato potrei ricoprire è nessun assessorato», ha affermato il costituzionalista. Dicendosi però disponibile a un contributo nel governo cittadino. «Il progetto che abbiamo promosso per una nuova e buona politica può avere uno sviluppo successivo quale che sia l’esito delle primarie. Non ho annunciato nessuna lista civica. In quanto candidato alle primarie del centrosinistra sono impegnato a non candidarmi contro il candidato che sarà designato il 14 novembre».

LE CASE AI ROM - Per Valerio Onida fioccano subito le domande sugli argomenti più caldi dell'attualità milanese. Prima fra tutte la cosiddetta «emergenza rom» e la questione dei famosi 25 appartamenti Aler da destinare alle famiglie del campo Triboniano. Il costituzionalista si dice indignato perché «c'erano contratti già firmati, e all'improvviso è arrivata una "parola d'ordine", "niente case ai rom", che ha smentito un lavoro di mesi fatto dalle stesse istituzioni. E' un comportamento insensato». Quanto all'emergenza, «si tratta di meno di 2 mila persone, e se le si manda via bisogna offrire loro un'abitazione alternativa, anche facendo una seria politica delle case popolari». E in tema Aler, Onida ritiene indispensabile un decentramento: «A che serve quell'immenso edificio in viale Romagna? Occorrono tante sedi decentrate ed efficienti, che diano una risposta immediata in caso di guasti e problemi vari». E qui parla il costituzionalista: «L'edilizia pubblica dovrebbe dare una risposta al problema del diritto alla casa, ma questo è sempre meno vero a Milano, soprattutto per via di una cattiva gestione, troppi appartamenti lasciati al degrado».

MOSCHEA E INTEGRAZIONE - Dopo le case ai rom, la moschea: e anche qui il costituzionalista si fa sentire. «Su questo argomento si dicono cose incostituzionali. In Italia c'è il diritto alla libertà di culto, quindi nessuno può permettersi di dire che la moschea si deve o non si deve fare: è una cosa che riguarda le comunità religiose, un modo di esercitare la libertà di culto, che è un diritto costituzionale». E per quanto riguarda l'integrazione tra culture diverse? «E' possibile solo nella legalità. E' la buona convivenza nella città». Come esempi positivi, Onida ne cita due proprio in via Padova, «perché non è giusti stigmatizzare una zona della città»: uno è l'istituto di cultura islamica, l'altro la scuola elementare del Parco Trotter. «ì si fa la vera integrazione, con il 50% di bambini stranieri».

PGT E VIABILITA' - A chi gli chiede un giudizio sull'operato della giunta Moratti, Onida risponde che vede soprattutto «colpe di omissione»; in particolare, parla del piano di governo del territorio, che a suo giudizio «non è un vero piano e non vuole governare, e poi il territorio è troppo limitato, occorre considerare l'area metropolitana». E che cosa apprezza di questa giunta? «Per esempio il servizio BikeMi, ecco la mia tessera», risponde Onida. «Però andrebbe esteso oltre la zona centrale della città, e poi andrebbe ripensata tutta la viabilità di Milano, che è pensata attualmente solo per le auto. Le bici hanno bisogno di altri percorsi, altri fondi stradali, insomma tutta una viabilità ciclabile, non solo piste ciclabili».

EXPO E SPECULAZIONE - Alla domanda sull'Expo, Onida risponde evocando alti ideali: «Vorrei che Milano diventasse una capitale permanente della riflessione sui grandi problemi dell'umanità, la fame, l'energia, le risorse, la sostenibilità. Insomma, vorrei un'istituzione che rimanga dopo il 2015». E la realtà invece appare ben diversa: «Vedo soprattutto un'operazione immobiliare. E' molto negativo che la proprietà delle aree condizioni la città. Sono stanco di sentire sempre gli stessi nomi, la città non può sempre essere in mano alle stesse persone». Ancora mezzo minuto per riassumere il programma del candidato. Onida elenca tre punti: «Indipendenza dai poteri economici e dall'apparato dei partiti. Legalità e lotta alle mafie. E infine buona amministrazione, efficienza, non una burocrazia che intralci il cittadino ma uno sportello amico».

Redazione online
04 novembre 2010

Accedi

Devi inserire Nome utente e Password per inviare un messaggio. Se non li hai prosegui inserendo il contenuto della risposta e i dati personali (nome, cognome e email) oppure Registrati

L'accesso a questo sito è possibile anche per gli Aderenti alla Rete Civica di Milano selezionando nel menu a tendina la voce "Aderente della Rete Civica di Milano".

Contenuto della risposta