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Inviato da avatar Massimo Mulinacci il 12-04-2021 alle 19:40

Ecco il testo della mail che, come Alberi e Ambiente ho inviato a consultazione@scaloportaromana.com

Buongiorno,
Ho partecipato agli incontri del 6 e 7 aprile ed ho alcune osservazioni su alcuni punti critici individuati nel rendering del progetto.
1) Perché chiamare foresta urbana una strada pedonale con alberi invasati nella struttura della strada?
La sostenibilità di questa copertura, cioè i costi e le emissioni necessarie per la realizzazione ed il mantenimento, quando entreranno in equilibrio con la CO2 assorbita dalle nuove piante, dato che non sono specie di grandi dimensioni ed all'inizio saranno solo arboscelli?
Dato che la superficie totale della strada è di circa 1,2 - 1,5 ettari (rilevati dal rendering) ed è in ghiaia stabilizzata, dato che gli alberi non sono foresta né bosco ma sono accessori alla strada, questa è una superficie che, qualora fosse stata conteggiata, dovrà essere scorporata dal computo generale del verde dello scalo.
La strada è esclusivamente pedonale oppure ne è previsto l'uso anche come ciclabile?
 
2) L'uso del legno è spesso causa di problemi di sostenibilità etica ed ecologica nei luoghi dove è prelevato.
Paesi come il Brasile, che consumano la foresta amazzonica o paesi africani in preda a bande armate e paesi del sudest asiatico ma anche paesi europei come la Romania vedono sparire le loro foreste native.
La scelta del legno non può quindi essere orientata alla massima convenienza, aspetto importante ma non determinante, deve invece rispettare la massima sostenibilità etica ed ecologica.
Raggiungere la sostenibilità Etica, creando una opportuna procedura che garantisca l'approvvigionamento di legno da coltivazioni certificate eticamente.
Raggiungere la sostenibilità Ecologica, tenendo anche in conto l'impatto ed i costi del trasporto della materia prima, la costruzione dei materiali finiti minimizzando le emissioni di polveri e composti legati alle lavorazioni, monitorando l'uso ed i residui di sostanze non riciclabili né degradabili e l'impatto ed il costo del trasporto fino allo Scalo. Considerare la manutenzione, che nel caso di edifici in legno potrebbe essere importante e assidua dopo qualche anno di vita.
 
​3) ​I sistemi geotermici, dove scaricheranno le acque calde dei mesi estivi? credo di aver letto che sarà utilizzato il cavo Vettabbia, ma così l'ambiente acquatico diventerebbe ostile alle forme di vita vegetale ed animale attuali, potendo causare la morte di molte di esse. L'impianto ha tecnologie che gli permettano di recuperare il calore in eccesso?
 
Questi sono punti molto sensibili, per le mancanze ed i rischi che potrebbero creare. Dato che siamo ancora alla fase del masterplan queste mie osservazioni giungono nel momento adatto per essere prese in considerazione.
Grazie
Cordiali saluti
Massimo Mulinacci

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