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Prendo spunto dalla discussione tra Vigo e Giorcelli, entrambi stimati partecipanti alle questioni cittadine.
Si legge un dibattito interessante tra persone capaci e moderate, resta il solco difficilmente rimovibile tra chi sostiene la giunta, anche indirettamente per proprie convinzioni, e chi la mette in discussione allo stesso modo, mi pare questo un caso senza polemiche, perché nella sostanza c’è della ragione nella diversità di vedute.
Le piste ciclabili sono senz’altro da fare ma questa è la modalità migliore?
Un argomento che apre a questioni diverse alle quali preme dare un punto di vista personale.
Mi pare di notare una strategia del sindaco, una velocizzazione incondizionata degli interventi di ciclabilità e urbanistica tattica, aperture di cantieri strategici in diversi quartieri, fino ai lanci tramite mezzi d’informazione, su ipotetici prolungamenti della M4 in alcune zone periferiche, mi viene a mente Buccinasco, e questo subito dopo il suo discorso fatto via fb a S. Amborgio, un giorno estremamente simbolico per Milano, un giorno che solo chi ha certe ambizioni poteva scegliere come pulpito, un pulpito solito ai Vescovi. Se mi è concesso, direi che pur nel diritto di farlo, forse c’è un eccesso in questo.
Beppe Sala è un uomo che fa le cose perbene quando deve parlare ai cittadini, è un abile stratega, colto e preparato, nessun caso, nessuna banalità se non calcolata giusto per arrivare anche la dove stagna la mediocrità.
Si può pensare che ascoltando tutti, si possa non fare niente, come tavolta vero (dice Giorcelli) dunque non si deve ascoltare?
E’ vero che una Giunta deve agire assumendosi delle responsabilità (io vengo dal settore privato e dunque è scontato un approccio top-down).
A che cosa servono i Municipi?
Il PUMS, IL PGT, e tanta altra carta istituzionale consumata negli anni?
Quale ruolo hanno se non quello di intervenire anche su queste situazioni che impattano pesantemente sulla vivibilità nei quartieri?
Dunque smettiamola di prendere in giro i cittadini, cercando di far passare l’idea che si faccia tutto con i consensi popolari, che c’è il dibattito pubblico, che si tiene conto della partecipazione attiva, le decisioni vengono prese dall’alto verso il basso, esattamente come nel privato, e questa modalità piace al sindaco e ai tanti players coinvolti a vari titoli, perché non ci sono filtri o molto pochi, ma ciò corrisponde alle aspettative della maggior parte dei cittadini?
Se la risposta è sì, bene.
Invece un cambiamento radicale del pensiero mi viene da dire, questo a prescindere da chi vincerà le elezioni 2021. Credo che la cittadinanza vada risvegliata dall’incanto, da questa totale convergenza verso la visione, molto affascinante, di una città senz’auto, senza il bisogno dell’auto, una città dei 15 minuti, lanciata recentemente in ambito autorevole, sia qualcosa che sa di gioco di prestigio uscito da una qualche think thank all’interno del cerchio magico.
E chi non la vorrebbe? S'incanta il cittadino con una proiezione iconica irrealizzabile tanta è la spesa e l'impegno negli anni, per realizzare una simile condizione.
Non sono le accennate piste ciclabili (a mio avviso in barba a qualsiasi regola dettata dal buon senso) né l’urbanistica tattica, il problema è che a Milano, c'è una linea di difesa potentissima intorno al sindaco, a tutela dei suoi obiettivi personali che forse intercettano il volere di qualcuno. Le questioni che sono state palesate su una concomitanza tra inquinamento e Covid-19, fino al plagio dell’opinione pubblica, sono uno degli esempi su cui si appoggia il teorema del tutto infondato, tale è la mancanza di comprensione del comportamento di questo killer venuto da oriente. Sono più le incertezze delle certezze, che la banalità può essere strumentalizzata.
Si deve parlare di ecologia? Di messa a dimora di alberi? Di vie alberate anche in periferia? Molto bene, questo è un piano, non certo la coesistenza di auto e biciclette con questa superficiale progettualità, un vero paradosso ecologico della Milano iconica che sembra in preda a tanti ambizioni signori milanesi che si specchiano nelle grandi megalopoli come Parigi che fa circa 12ML di abitanti (città metropolitana) non sapendo di avere un atteggiamento molto provinciale che forse porta in loro una vera isteria su un argomento, a mio parere, molto complesso in un territorio per lo più agricolo popolato da circa 3,2 ML di cittadini della Milano città metropolitana, immersa nella pianura padana, un formidabile concentrato di tecnologie zooagrcole, in cui si produce per effetto, uno dei più potenti gas serra, il protossido di azoto (N2O) .
La questione ecologica, se non la si affronta a livello metropolitano e territorialmente più ampio, è un parziale, e se da una parte bisogna pur iniziare, facciamolo ma con un approccio multidisciplinare, che vada ad analizzare tutta una serie di parametri non alcuni di essi, e soprattutto non in modo strategico (un esempio è il parziale delle misurazioni che tengono conto di alcuni parametri e non tutti, senza un confronto per esempio tra i due membri istituzionali ARPA e AMAT e il CNR al quale si potrebbe commissionare uno studio comparato, d'altronde si parla di un’operazione che coinvolge solo più di 3 ML di abitanti).
Forse un po' più di buon senso e di sobrietà, ma anche di umiltà non farebbe male.
Gianluca Gennai
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