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Dunque le proposte fin qui fatte e pubblicate (7), sia pure limitate a territori o quartieri specifici, vanno comunque nella direzione di una domanda di maggiore vivibilità in città, anche legata alla prospettiva di Milano 2020, il quale documento, nella genericità, chiede quali siano le visioni e da qui ciascuno ne ha una propria che, nel caso delle proposte fatte è limitata alla progettualità di prossimità, di miglioramento di una zona di quartiere o di un luogo, vera base di partenza per una città migliore, come lo sono i condomini, i luoghi che la gente frequenta vicino il proprio domicilio ecc. Tuttavia, a mio parere, trasmettono anche altro, il desiderio di una città migliore e soprattutto più equa nella distribuzione anche delle risorse progettuali del Comune che sembra avere interesse solo per le grandi colate di cemento armato, certamente un catalizzatore di grandi capitali ma anche un modo per dare alla Città un connotato piuttosto che un altro e che sarebbe da approfondire con i milanesi.
Parlerei invece del perché non arrivino le proposte da tutti i membri di questa discussione che appaiono interessati all’argomento ma forse meno nel formulare una proposta anche se sintetizzata in 1000 battute. Il pensiero progettuale degli interlocutori, autorevole, che leggo con piacere in questo dibattito, potrebbe essere un volano intellettuale di maggiore ampiezza in tutti i sensi se sintetizzato in una proposta da mettere nero/su bianco in bacheca.
Non è forse l’intento di questa discussione?
E’ vero anche che i provvedimenti della Giunta, spesso da me criticata, in questo frangente non mi deludono, ed è altrettanto vero che la forma partecipativa trova il limite nelle capacità di ognuno di noi nell’approfondimento su certi temi ma anche il senso o meglio, la percezione della città che ognuno ha in funzione della storia personale come milanese, e questo fa si che molte firme che leggo in questa discussione, siano enormemente preparate su certi argomenti legati a Milano, dunque è da essi che forse potrebbero arrivare idee di spessore e di una più alta aderenza ai temi che Milano 2020 cerca di indagare.
L’invito è a fare proposte sempre che non riteniate lo strumento non confacente alle vostre attese anche intellettuali, in questo caso che si facciano proposte per il cambiamento delle modalità partecipative del Comune, fermo restando che il limite di 1000 battute è un freno.
Resto d’accordo per l’auspicabile cambiamento verso una vera apertura partecipativa da parte della Giunta, fatta anche di tavoli tecnici, dunque con l’immagine dell’Agorà al posto di quel "ìn hoc signo" che, tuttavia, rappresenta un tema dibattuto da molti anni e mai approdato all’incontro tecnico con i cittadini. Un vero caposaldo della partecipazione popolare, oggi certamente in grado di approfondire argomenti in modo critico e, dunque, all’altezza di un confronto professionale e funzionale all’interesse di tutti dunque basato sulla visibilità dei documenti anche progettuali oltre che strategici. In questo una prospettiva di una Milano 2020, sarà senz’altro il ruolo dei Municipi e dei Comitati di Quartiere, magari appoggiati da Associazioni in grado di esprimere valori tecnici e un po’ meno politici.
Gianluca Gennai
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