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non posso negare qualche modesta, e non eccessivamente con prove certe, perplessità. alcuni spunti (sulla mobilità) sono assai sensati. ancora oggi i tecnici comunali milanesi non hanno idea di che cosa significhi "bicicletta a milano". dopo anni siamo tornati all'idea che "ciclabile" sia una striscia di vernice gialla in terra. per quanto sia cambiata in modo netto la giunta, sembra - per questa scelta - di essere tornati ai tempi della moratti.
penso tuttavia che il paragone tra milano e il veneto abbia delle criticità per un solo problema: la popolazione di veneto e della città metropolitana sono equiparabili, ma la densità di popolazione del veneto è un ordine di grandezza inferiore. la diffusione di un virus è pertanto evidentemente differente, e anche quindi i tempi di "spegnimento". E' del tutto improbabile riuscire a fare prove a tappeto dei malati, soprattutto in una città metropolitana in cui i domiciliati sono verosimilmente molti di più dei residenti... e questo problema, per me, rende irrisolvibile la situazione per un lungo periodo. dovremo convivere in milano (chiunque guidi la sanità) con un virus latente, proprio perchè non potremo "andare a prendere tutti".
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