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La discussione non pare decolli sul portale, e questo da una misura di quanto l'argomento sia sottovalutato o quanto meno pensato come lontano dalla propria realtà o forse non c'è scetticismo anche in funzione delle molte informazioni discordanti sull'argomento.
L'unico aspetto che mi pare giusto prendere in considerazione, è quello della catena delle responsabilità e di quanto si pensi alla politica e alle casse più che alla questione scientificamente riconducibile al sapere chi e o non è contagiato. soprattutto tra gli invisibili, i cittadini " ai domiciliari ".
La fase 2 è oramai iniziata e dunque l'unica speranza risiede nel senso di responsabilità e nella coscenza di ognuno di noi, cosa del tutto insondabile.
Ci sono Sindaci che hanno deciso di eseguire i test senza aspettare i fondi di Regione Lombardia o la delibera dello Stato, fondi compresi.
Ci sono poi molte iniziative che prevedono l'adesione nominativa, a favore di un test veloce e tamponi a tutti gli italiani (circa 65.000.000). Cosa scientificamente molto giusta, ma che presuppone che i tests siano disponibili e un organizzazione diversa in capo ai laboratori d'analisi che arriverebbero al collasso tecnico.
Visto che il Sindaco è il Capo della Protezione Civile e ha anche il potere di intervenire con mezzi eccezionali a tutela della salute e dell'incolumità dei propri concittadini, ci sono Sindaci che hanno deciso di fare i test a tutti, grazie anche al contributo economico dei privati, ma si parla di piccoli comuni. A Milano sarebbe complicato farlo a tutti non solo per un problema economico ma anche e soprattutto per via dell'enorme mole di lavoro a carico dei laboratori che non potrebbero rispondere in tempi brevi, vanificando l'obbiettivo principale (la ripresa della normalità delle persone). Tuttavia, ammeso e concesso di trovare i test sul mercato, una iniziativa del genere sarebbe auspicabile, intanto su alcuni soggetti o alcune realtà sociali.
L'unica forma possibile, oltre la denuncia pubblica tramite partecipaMi che certamente girerà la partecipazione a chi di dovere, è chiederlo direttamente anche al Sindaco tramite la sua pagina fb oramai canale ufficiale del primo cittadino, ma anche via email (vedere il sito ufficiale del Comune di Milano).
Forse con tante email ci potrebbe essere una " presa d'atto " da parte del Primo Cittadino o almeno potrà dare la sua " versione ", cosa certa date le sue recenti prese di posizione di grande cautela sulla riapertura e di richiamo al senso di responsabilità dei milanesi.
Regione Lombardia è certamente di altre vedute, prevede ma non stanzia fondi, pur promettendo (andrebbe interessato Giulio Gallera ma non credo possa più di tanto intervenire su punti presi dal Presidente Fontana).
Di recente è intervenuta la Consigliera di Regione Lombardia Sig.ra Carmela Rozza, ex assessore Giunta Pisapia poi Giunta Sala, autedenunciadosi e quindi denunciando il Consiglio di Regione Lombardia, di aver fatto molti errori e continuare a farli.
...errare humanum est, perseverare autem diabolicum!
Gianluca Gennai
Un esempio da google:
Il sindaco lombardo che fa il test a tutti. Anche nelle case di riposo.
Roberto Francese: "Sono stanco di vedere morire gente in casa, in particolare è inaccettabile che gli anziani muoiano soli tra le sofferenze".
Oltre duecento anziani ospiti di due case di riposo sottoposti al test sierologico per valutare la presenza di anticorpi che attestino la positività al coronavirus.
Succede a Robbio, piccolo comune del pavese, dove il sindaco Roberto Francese, 35 anni, ha deciso di effettuare uno screening di massa su base volontaria dei 6 mila concittadini perché, dice all’AGI, "sono stanco di vedere morire gente in casa, in particolare è inaccettabile che gli anziani muoiano soli tra le sofferenze".
È la prima volta che nelle residenze per anziani si cerca di individuare se e quanto il Covid19 sia penetrato nella strutture. Racconta il sindaco che "Ivano Morelli, il medico responsabile delle due case di riposo del nostro territorio gestite da fondazioni private con la partecipazione del Comune nel consiglio di amministrazione, ha effettuato prelievi a tutti, non solo agli ospiti, ma anche agli inservienti e gli operatori che ci lavorano. L’iniziativa è stata loro, noi gli abbiamo messo a disposizione il laboratorio privato di analisi. Avremmo fatto volentieri i tamponi ma sul mercato non si trovano".
"I prelievi sono stati eseguiti tutti dal medico, a partire dalle 5 del mattino, per evitare contaminazioni di persone da fuori", spiega Francese. Sono stati sottoposti al test anche i volontari del 118, uomini e donne delle forze dell’ordine, infermieri e medici, "tanti arrivati da fuori regione perché non gliel’hanno mai fatto" e i vigili del fuoco volontari, categorie a cui è stata data la priorità.
"Poi è stata la volta dei cittadini nel Palasport e ora tante persone malate chiuse in casa che non hanno sintomi ma non sanno se hanno il virus. Gli operatori del laboratorio vanno casa per casa, è una cosa lunga. Mercoledì in tutto sono state esaminate circa 250 persone. Oggi procediamo con Robbio e domani andiamo nei comuni limitrofi che hanno deciso di aderire alla nostra iniziativa, così non facciamo spostare i residenti ed evitiamo occasioni di contagio. Gli operatori andranno anche in due aziende, dove il datore di lavoro paga l'esame a tutti i dipendenti. L’obiettivo è fare il test a chi vuole, non costringiamo né invitiamo nessuno. Abbiamo pubblicizzato l’iniziativa sui social e col passaparola, non sui canali ufficiali".
Tra le finalità, "in base ai nostri dati, che per ora sono gli unici, c’è quella di fornire il plasma dei pazienti che hanno superato l’infezione al Policlinico di Pavia. Vediamo dal punto di vista burocratico come passargli i dati, la gente ha comunque firmato la liberatoria. Il plasma può aiutare a guarire".
Sulla possibilità annunciata ieri dall’assessore regionale Giulio Gallera di fare un analogo screening sierologico a giugno, Francese, al secondo mandato con una lista civica "senza appoggio di partiti", commenta: "Con calma… la gente sta morendo adesso. È deprimente vedere che la regione più ricca d’Italia è il fanalino di coda nella gestione dell’emergenza. Quando i malati vengono portati via con la crisi respiratoria è troppo tardi, le cure vanno iniziate nei primi sette giorni. Non sopporto che uno Stato condanni gli anziani a morire. Non dico di portarli tutti all’ospedale, ma almeno di curarli a casa. Il test serve proprio a questo: a capire chi sono i positivi che lo dicono al 112 che deve portarli via".
Al momento, a Robbio ci sono 27 persone positive e si contano 4 morti, "ma le cifre sono al ribasso, tanti sono deceduti per il virus senza che ne venisse acclarata la positività. Negli ultimi due giorni, l’Ats ci ha chiamati chiedendo il nome di due cittadini che non trovavano da cui erano stati contattati in precedenza. Ho risposto che erano già stati seppelliti da giorni".
Francese racconta un episodio di pochi giorni fa: "Ho chiamato il 118 perché c’era un anziano per terra, in strada. Saputa l’età e le patologie pregresse, non l’hanno caricato. Sono poi venuto a conoscenza che una settimana dopo è stato ricoverato con una forte crisi respiratoria. Nel frattempo aveva mantenuto contatti con diverse persone, tra cui la moglie e la badante. Questo è proprio quello che vogliamo evitare coi nostri test".
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